L'approccio riabilitativo del soggetto a rischio per osteoporosi deve comprendere esercizi generali ed esercizi specifici distrettuali.
Come sempre il malato deve essere considerato globalmente per poter ottenere risultati validi ed accettabili. Quindi, accanto ad esercizi mirati, andranno effettuati esercizi generali che coinvolgano tutto l'organismo.
Il concetto alla base della proposta rieducativa e' di
creare una stimolazione meccanica dinamica sufficiente sull'osso per avere
effetto osteoblastico.
Si tratta di sfruttare l'effetto piezoelettrico dei cristalli
di calcio che, sottoposti a tensione meccanica alternata, generano variazioni
delle cariche elettriche all'interno del tessuto osseo.
Si verifichera' quindi una stimolazione positiva del
metabolismo cellulare.
Il risultato finale, e sperato, sara' di ritardare la perdita minerale ossea, condizione improrogabile con l'avanzare dell'eta'.
La revisione della letteratura internazionale sembra evidenziare
come miglior stimolo possibile la forza muscolare trasmessa tramite i tendini
al tessuto osseo durante la contrazione.
Per questo motivo saranno quindi proposti esercizi isometrici,
isotonici a carico naturale o con pesi leggeri e a resistenza elastica
progressiva.
Importante e' evitare sovraccarichi eccessivi che possano risultare dannosi per l'apparato osteo- articolare; bisogna invece fornire al tessuto osseo una stimolazione moderata, in senso compressivo, intermittente, prolungata nel tempo.
Dal punto di vista posturale il nemico da combattere e' l'insorgenza di cifosi dorsale. E' caratteristica dell'osteoporosi post-menopausale la rarefazione del tessuto osseo trabecolare.
I corpi vertebrali saranno quindi i bersagli preferiti della malattia e in effetti e' abbastanza frequente la comparsa di fratture somatiche vertebrali dorsali e lombari per banali traumi o addirittura durante l'esecuzione di comuni movimenti. Il trattamento di queste lesioni e' incruento ed attuato con presidi ortopedici (corsetti).
L'esito di una frattura somatica sara' in ogni caso una
deformazione a cuneo anteriore con accentuazione della fisiologica cifosi
dorsale.
E' quindi evidente che piu' vertebre sono interessate
da fenomeni fratturativi, piu' alterata sara' la meccanica della colonna
vertebrale con l'insorgenza di cifosi grave, deturpante, che col tempo
puo' portare anche all'insorgenza di problemi respiratori.
Queste considerazioni valgono ovviamente anche per l'osteoporosi senile.
E' pero' evidente che gli esiti di una frattura vertebrale
insorta nel periodo immediatamente postmenopausale avranno una ricaduta
sulla qualita' di vita per molti anni ancora.
Cio' indica come piu' delicato e da indagare accuratamente
il periodo postmenopausale anche perche' e' proprio questo il momento in
cui si hanno le variazioni maggiori dal punto di vista del contenuto minerale
osseo.
Uno degli scopi del programma riabilitativo sara' quindi di combattere l'insorgenza di grave cifosi dorsale con esercizi posturali di correzione dell'atteggiamento anomalo, con esercizi respiratori che comportino la rieducazione dell'apparato respiratorio e della cassa toracica e, infine, con esercizi di potenziamento della muscolatura estensoria del tronco.
Gli esercizi specifici proposti hanno quindi la funzione di stimolare in particolare la muscolatura che agisce sul rachide dorso-lombare e sull'anca per cercare di ridurre l'incidenza di fratture dei corpi vertebrali e del collo del femore.
Come e' noto questi due quadri patologici sono i maggiormente invalidanti per il paziente e, purtroppo, in continua espansione. Ben lungi da noi il convincimento di aver trovato la soluzione a questo preoccupante problema, consideriamo comunque importante offrire proposte operative, pratiche, che possano agire in senso migliorativo per la qualita' della vita.
L'esercizio fisico andra' cosi' ad affiancarsi a tutto il bagaglio terapeutico a nostra disposizione (ad esempio farmacologico) quale contributo nel trattamento dell'osteoporosi.
A questo punto e' indispensabile una premessa: tutto quanto
di seguito proposto non deve essere fine a se stesso ma spunto iniziale
per proseguire con una pratica motoria costante e irrinunciabile.
L'errore piu' grossolano sarebbe quello di non considerare
l'attivita' fisica una vera e propria metodica terapeutica che ha valore
solo se effettuata con metodo e frequenza periodica al proprio domicilio.
Come tutti i protocolli anche questo puo' presentare limiti
e offrirsi a critiche. Cio' non toglie che possa comunque trattarsi di
un primo passo avanti in senso riabilitativo-preventivo e che andra' quindi
adattato, di volta in volta, alle esigenze del singolo paziente.
Ad esempio puo' essere utile consigliare la pratica di
attivita' fisica in soggetti con osteoporosi conclamata, eventualmente
anche con alcuni cedimenti vertebrali, semplicemente prendendo determinate
precauzioni.
La piu' banale e' di effettuare parte degli esercizi
(gli isometrici) indossando un corsetto protettivo che impedisca movimenti
involontari che possano causare dolore. Si e' cercato di presentare un
numero limitato di esercizi attuando una selezione rigorosa per fornire
un programma facilmente effettuabile e in tempi ragionevoli.
In sostanza ci e' sembrata piu' importante la qualita' degli esercizi piuttosto che la quantita' e questo per favorire al massimo chi deve fare quotidianamente i conti con il proprio tempo.
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