Bollettino Scientifico di Aggiornamenton. XXIV - Settembre 1996PREFAZIONEIn questi ultimi anni numerosi studi si sono sviluppati nella ricerca dei diversi fattori e fenomeni che possono accelerare il processo riparativo delle fratture e sono state isolate molte sostanze a cui si attribuisce questa azione stimolante il rimodellamento e la formazione di osso. Ma ancora oggi non si conoscono con chiarezza i meccanismi di questo feedback molecolare che accende ed accelera l'attività cellulare rispondendo a segnali di diverso tipo e il modo in cui le numerose molecole interagiscono tra loro.D'altra parte le difficoltà sono dovute anche al fatto che nello studio di tutti questi fattori che promuovono l'osteogenesi sono coinvolti i fondamentali problemi della biologia come l'omeostasi cellulare. Sono fattori autocrini e paracrini di diversa origine regionale con azioni dose dipendenti, soggetti a interazioni, retroazioni, ed anche una loro superproduzione può condurre ad alterata risposta se non interviene un inibitore. Inoltre, tutti questi fattori autocrini e paracrini possono influenzare gli endocrini poiché intervengono nei loro recettori e quindi agire sull'omeostasi cellulare e sul metabolismo con un meccanismo contributore, quale una locale produzione di citochine che possono anche essere prodotte dagli osteoblasti stessi. Una superproduzione di queste sostanze può condurre a malattie o ad alterata risposta dell'osso anche riparativa. Sono quindi comprensibili le difficoltà della loro conoscenza e la necessità di una definizione più precisa per quanto riguarda il loro impiego terapeutico. I modelli teorici e gli strumenti matematici usati oggi sono straordinari, ma ancora inadeguati ad affrontare l'alta complessità di questi sistemi. Ho sempre apprezzato il pensiero semplificante, ma ora sono convinto
che dobbiamo trovare il modo, un metodo per comprendere il pensiero complesso.
La parola R.A.P. indica i fenomeni di accelerazione regionale che a confronto dei S.A.P. sistemici sono stati maggiormente valutati sperimentalmente ed alcuni già usati nella clinica. I S.A.P., indubbiamente efficaci ed accettati maggiormente dai pazienti per la loro non invasività, hanno dimostrato la necessità di un maggior grado di specificità ed al contrario non hanno ancora dimostrato di accelerare la guarigione delle fratture in maniera riproducibile nella clinica. Questi fattori regionali possono essere identificati come osteogenetici,
osteoconduttivi, osteoinduttivi e biofisici.
Anni fà in un Congresso a Milano avevo esposto un lungo elenco di tutte queste sostanze che hanno la possibilità di stimolare o inibire la deposizione dell'osso a seconda dell'associazione tra loro ed avevo accennato alla cascata di eventi che accadono nel processo di riparazione delle fratture. In generale, si possono distinguere due grandi gruppi di queste sostanze:
Tra gli stimoli biofisici ricordiamo le stimolazioni elettriche, elettromagnetiche e gli ultrasuoni a bassa intensità. L'utilità di queste terapie nelle fratture fresche non è ancora però stata ben stabilita. Per quanto riguarda gli stimoli meccanici che fanno parte di questo
gruppo, ne abbiamo discusso molto in questi anni poiché sono correlati
con le metodiche dell'osteosintesi.
E' riconosciuto da tutti che il carico e la forza di gravità
sono fattori importanti per la formazione di osso, anche nei difetti residui
per perdite di sostanza.
Come premessa utile in questo senso, ultimamente è già
stato proposto da Cowin Weinbaum e Zeng un modello ipotetico elettromeccanico
ed elettrochimico dove gli streaming potenziali canalicolari stimolano
i prolungamenti cellulari con aumento di calcio-ioni intracellulari e la
produzione di prostaglandine E2.
Per quanto riguarda l'azione delle prostaglandine, da alcuni annoverata
tra i fattori sistemici, da molti anni è ritenuta il più
importante intermediario dell'infiammazione e dell'irritazione dovuta a
danni e microdanni e alle sollecitazioni meccaniche.
Conosciamo, infatti, quali siano i loro potenti inibitori (farmaci antinfiammatori)
ma è anche noto un effetto paradosso per cui una bassa concentrazione
di antinfiammatori sembra aumentare la loro produzione nell'osso.
La formazione dell'osso dopo riassorbimento è un processo che passa attraverso una serie di fasi in modo simile ma non sempre identico a quello dello sviluppo. Il cambiamento nel metabolismo causato dalla matrice extracellulare
attraverso i segnali intracellulari e la successiva produzione delle proteine
implicate nella riparazione non è ancora ben definito.
Molti dei fattori qui elencati che determinano questi segnali di attivazione
convergono in un solo gruppo di meccanismi comuni di trasduzione dell'informazione.
La mia è stata un'analisi limitata con accenno ai punti salienti.
Come di consueto, in questo Bollettino della Società vengono pubblicati lavori riguardanti il trattamento delle fratture in generale con speciale attenzione per le fratture con caratteristiche che fanno prevedere difficoltà tecniche e ritardi di consolidazione e che potrebbero beneficiare di uno piuttosto che di un altro mezzo di sintesi ed in futuro anche delle ipotetiche terapie derivanti dai criteri biologici sopracitati. Il Presidente
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