Arthur Conan DOYLE
Doyle fu un uomo
"veramente" realizzato?
Medico con pochi clienti, scrittore apprezzato non
per quelli che egli reputava grandiosi affreschi storici (La Compagnia
Bianca; Sir Nigel), ma per quelli che giudicava dozzinali canovacci
polizieschi, Arthur era, in fondo, un uomo incompreso.
Proponeva il tunnel sotto la Manica e nessuno gli dava
retta.
Si presentava come candidato conservatore alle elezioni
e nessuno lo eleggeva.
Suggeriva (prendendo a prestito un'idea di Budd) di
assegnare ai soldati un'armatura, ed il Ministero della Guerra ignorava
la proposta.
Convinceva la Marina a dotarsi di canotti gonfiabili
e di giubbotti salvagente, e l'Ammiraglio nemmeno lo ringraziava.
Teorizzava l'esistenza delle Fate e veniva deriso.
Egli irlandese, nato ad Edimburgo in Scozia, ed educato
presso i Gesuiti, abbandono' la Chiesa Cattolica per abbracciare
l'agnosticismo scientifico che improntava lo spirito della sua epoca:
riteneva la Scienza un'indispensabile premessa al Progresso. E lo
spirito scientifico e di ricerca impersonato da Holmes ne e' un
esempio!
Pero' queste sue scelte non gli furono sempre d'aiuto,
anzi.
Uomo
tribolato, forse.
Realizzato, chi lo sa'?
E poi ancora...
testi a cura di Adelio Schieroni - copyright seeandlisten.it
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