To.18/VIII/63 Carissimo C., ancora una volta ho la prova che sei davvero un bravo ragazzo. Le tue parole di riconoscenza per quel poco che ho fatto per te me lo confermano. Anch'io mi ricordo bene quel giorno che sono venuta a trovarti con la mia Mamma, e non l'ho mai dimenticato. Non sono più venuta perché mi faceva troppo pena vederti in quel luogo... Ho avuto tue notizie indirettamente per qualche tempo, avrei voluto farmi viva con te, ma non sapevo come fare. Sei stato l'allievo che più mi è stato a cuore perché ho capito ciò che è avvenuto nel tuo animo infantile, la tua ribellione, prima inconsapevole, ad ogni disciplina per reagire alla delusione provata quando la tua mamma, che tu adoravi, ti ha lasciato. So anche il perché non sei stato messo in collegio e molte altre cose che ti racconterò un giorno. Non devi però, anche se hai sofferto tanto, serbare rancore per nessuno: anche i tuoi genitori hanno agito come hanno saputo e solo il Signore può misurare la colpa di ciascuno. Ora, te l'ho già detto, non sei più solo. Sta tranquillo, cerca di superare questo periodo che ti resta da scontare, il più serenamente possibile, guardando solo all'avvenire e chiudendo gli occhi sul presente. Molte persone, che io conosco bene, stanno preparandoti una strada sicura e serena. Ho già parlato loro di te e sono pronti ad aiutarti. Se permetti ora ti dò un consiglio. Ho conosciuto, a Novara, il cappellano delle carceri che ha un cuore sensibile e paterno. Confidati con lui, aprigli il tuo cuore: sarai più sereno e avrai più forza. Continua a scrivermi liberamente, anche in seguito, e... chiudi gli occhi se puoi, in modo che quando li riaprirai ti troverai in un mondo nuovo, come al risveglio da un brutto sogno. Prega, non dimenticarti di pregare per me: è il più bel regalo che mi puoi fare. Ti ripeto che sei l'allievo che mi è stato più a cuore e per cui ho pregato di più - e le preghiere non vanno perdute, anche se il Signore tarda, a volte, ad esaudirle. Forse è proprio questo l'inizio della tua rinascita. Se conosci una via per evitare la casa di cura, fammelo sapere. Non ti ho mai chiesto per quale colpa ti han condannato. Me lo vuoi dire? Ad ogni modo il passato non ha alcuna importanza. Ciò che conta è l'avvenire e lo vedo molto sereno per te. Con affetto la tua maestra V.M. |