Novara, 5/8/1963

Gent. Signorina,

Con vero piacere o letto la Sua tanto attesa lettera. E si, immagino, mi creda, che Lei sia stata molto sorpresa, nel ricevere la mia lettera, anzi cartolina.

Cosa vuole... capitano tutte a me.

Stavo bene a Torino, ma quando il diavolo ci mette la coda, non vi è nulla da fare. Per difendere un compagno che stava litigando o dovuto bisticciare io, sono volati dei pugni, e...non pochi, disgrazzia a voluto che il mio pugno andasse a cadere proprio sull'arcata sopracigliare destra del tipo con cui stavo bisticciando, morale 5 punti e io trasferito a Novara. Mi dispiace solo che le resterà la cicatrice, ma... del resto la voluto lui.

Ora o da dirLe una cosa, che sono certo le farà piacere.28 giorni or sono o fatto una istanza alla procura di Torino, perché mi fosse applicato il condono. In questi giorni o ricevuto la risposta. Mi anno applicato il Condono, un anno, mi anno tolto un anno dalla mia condanna. Ora, al 15 Settembre 1963, cioè tra un mese e 10 giorni, avrei finito, e devo uscire, però o 6 mesi di casa di cura da fare. Ma qua` sta il difficile, ora non so se allo scadere dei 6 mesi i medici mi faranno uscire, perché come Lei sa, non o nessuno che si interessi per farmi uscire, e perciò sarà ben difficile che mi facciano uscire solo, potrebbero anche farmi uscire solo, ma o le mie buone ragioni per dubitarne.

E poi molto probabilmente la casa di cura andrò a farla ad Aversa dopo Napoli. Senza tutto sono, si figuri un poco che bella prospettiva. Ma me lo dovevo immaginare che finiva così. Quando mai me ne` andata bene una? a me? Mai !!! Mi creda sono stanco, o stufo di tutto. Ora che sono arrivato alla fine, ora che quasi tutto e finito, non provo gioia, ma solo una grande e sconfinata stanchezza. E poi anche il morale, solo senza tutto, o un padre e una madre, anche se non mi vengono a trovare, potrebbero almeno di tanto in tanto spedirmi un vaglia, invece, no, sono tre anni che sono qua, e in tre anni sempre chiedere elemosina. Non c'è la faccio più. E ora che magari potrei uscire, NO!! non posso uscire perché nessuno mi viene a prendere, e allo scadere dei 6 mesi di casa di cura, mi allungano la pena di altri 6 mesi e cosi via all infinito. No non o più pace ne volontà in questi anni o visto e subito troppe cose umiglianti. In me vi e una traccia che più non si può cancellare. E umigliante dopo 22 anni di vita (li compio il giorno 8/8/63) di lotte di digiuni, e umigliante capire di aver lottato e sofferto inutilmente. E` umigliante rendermi conto di essere fallito moralmente, e come uomo. Ma dio a voluto così e sia così, ormai per me tutto e finito. Mi rimane Lei, non voglio niente, non chiedo niente. Solo mi voglia un poco di bene, come se Lei fosse la mia mamma, ed io suo figlio. Mi perdoni. Scriva presto.

Corrado C.    

(Forse prima del 24 Settembre non vado ad Aversa perché devo fare un appelo a piede libero, a Torino, di la poi partirò per Aversa. Le saprò essere più preciso nella mia prossima lettera).