Torino, 25/3/63 Gent. ma Signorina. Sono rimasto molto lieto nel ricevere la Sua tanto attesa lettera. Spero Lei goda di ottima salute. Qui i giorni corrono tutti uguali, senza differenza alcuna. Si avvicina il bel tempo, le piante cominciano a mettere i loro bocciuoli, il sole inonda il carcere con i suoi raggi tiepidi e benefici. Le giornate si allungano. Attraverso le sbarre della mia cella vedo la vita che si svolge lenta e precisa, persone frettolose che rapidamente camminano, macchine che sfrecciano per instrada, bambini che corrono e lanciano gridolini di gioia, gioia di vivere, di essere LIBERI. E questo mi rattrista molto, vorrei tornare bambino, ai tempi di scuola, e come quei bambini, come quelle anime innocenti, correre per prati, e raccogliere fiori. Ma questa non e che un momento di illusione, illusione che presto sparise, e lascia posto alla realtà, una triste realtà. Mi scusi se o detto questo, ma forse, sono un pochino sentimentale, o un nostalgico. La prego quindi di scusare questa mia stupida divagazzione, forse fuori luogo. Per quanto riguarda il corso di elettrotecnica oggi pomeriggio parlerò con il direttore, e subito dopo Le darò una risposta. Ma io credo sia possibile. Ora sono rassegnato, per quanto mi riguarda la condanna che o, mi sono battuto con i denti stretti ma era una battaglia persa già in partenza. Il giorno 22 o inoltrato al ministero di grazzia e giustizzia a Roma la domanda di grazzia, appoggiata dal Cappellano "Padre Ruggero", e dal Direttore. Entrambi mi conoscono bene, per via della rappresentazzione data il giorno 6/5/1962 dove in occasione della nuova sala cinematografica, o suonato la fisarmonica, alla presenza di autorita giudizziarie, e Ministeriali. Tutto si e svolto in presa diretta con la T.V. e posso così dire di avere suonato anche per la televisione. Be mi anno fatto i complimenti e mi anno stretto la mano. Spero molto sulla domanda di grazzia, la prassi sarà un po' lunga, ma in due mesi al massimo dovrei avere la risposta. E chissa... certo non e che io mi faccia molte illusioni, ma spero se non altro, che DIO si ricordi anche di me. Ora mi sono stancato della mia antica vita, e non e certo con le promesse che si può incominciare una nuova vita. Ma certo sa che io non o mai promesso invano vero? Anche quando ero bambino e andavo a scuola quando Le facevo una promessa la mantenevo, piuttosto ero disposto a farmi bastonare ma mantenevo le promesse. Mi scusi se scrivo poco bene. Ma o una mano fasciata. Mi sono litigato con due compagni per difenderne un terzo, e Lei capirà che battersi contro due non è impresa semplice, comunque, per un pezzo si ricorderanno di Corrado, non posso sopportare quando ci si accanisce con gente che non si sa difendere. Forse perche un tempo io stesso non sapevo difendermi. Ma ora e ben diverso. Evito sempre con cura di non venire alle mani, ma se per caso ciò e inevitabile, allora mi trovano ben diverso da come mi immaginano. Termino questa mia, con la speranza che tutto finisca presto e di poterLa un giorno venire a trovare, e spero che quando ciò avverrà, avvenga in circostanze per me meno scabrose, e umiglianti. Ma bensì da bravo ragazzo. (Perdoni la macchiolina di sangue ma la mano si e messa a sanguinare) Cordialmente Corrado C. (Scriva presto!!) (Grazzie!!!) |