Bussola nella nebbia
"Vivi Milano"? e non solo
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization


Prima di motivare il titolo con alcuni ricordi, un accenno a questa strumentazione d'ausilio direzionale e a quella episodica manifestazione meteorologica.
La prima si avvale dell'inclinazione e declinazione in natura che, nel nostro emisfero boreale, dirige l'ago di una bussola verso il polo nord: anzi verso il polo magnetico, leggermente divergente da quello geografico e mobile nel tempo, la cui conoscenza facilita una corretta navigazione.
La seconda é notoriamente un fenomeno termodinamico, la condensazione del vapor acqueo in minuscole gocce d'acqua a contatto del suolo freddo; la nebbia é simile alle nubi ma con forte densità a basso livello sino alla totale invisibilità circostante. Ne consegue che la bussola risolve il problema della giusta direzione nella nebbia con il quadrante diviso nei 360 gradi dei punti cardinali nord/est/sud/ovest. Ovviamente ciò non basta alla sicurezza delle moderne navi che dispongono infatti del radar - oggi anche di sofisticate apparecchiature satellitari - nel cui schermo appaiono le linee di costa e il percorso dei vari natanti. Quando questi sono piccoli e non hanno gli "occhi" sopra descritti, possono trovarsi troppo vicini alle navi che pertanto segnalano la propria presenza con la sirena di bordo: ricordo i 6 secondi dell'urlo sonoro ogni 60 secondi dell'orologio, un "barrito" lacerante soprattutto il riposo del personale fuori guardia. Un ricordo in famiglia - vedi "Il naufragio del Tasmania" - quando una nebbia intensa nascose la scialuppa dei marittimi sopravissuti alla ricerca dei soccorsi, gennaio 1924, salvati da una nave olandese dopo 4 giorni di morte ormai percepita.
Parliamo dell'imboccatura della Manica in cui mare e nebbia si sommano spesso pericolosamente: anche d'estate come mi capitò nell'agosto 1952 - vedi foto in "Azione e Reazione" - con la "Maria Bibolini". Con questa "Liberty" (i piroscafi statunitensi che contribuirono, trasportando materiale bellico in Europa, alla vittoria nella seconda guerra mondiale) eravamo partiti da Savona per Annaba, Algeria - allora chiamata Bona durante il colonialismo francese - poi diretti a NewCastle, Inghilterra: quando vi é molta nebbia nel Canale gli inglesi dicono, con umorismo, che il continente é isolato...
Ed ecco la motivazione del sottotitolo, avendo tempo fa raccontato in un periodico giornalistico una curiosità, al1'inizio della mia esperienza milanese dopo aver lasciato nell'autunno 1959 la città natale.
Genova mi era ovviamente nota come viabilità e l'orientamento é facilitato essendo la terra ligure stretta tra monti e mare. Milano invece é concentrica e pianeggiante: mi trovai in qualche difficoltà iniziale nelle serate nebbiose, andando e soprattutto ritornando da cinema, teatri, concerti ed altri motivi. Disponevo di una mappa dettagliata della capitale lombarda, talvolta sostavo un attimo agli incroci cittadini per non guidare a vuoto, leggevo le targhe e facevo "il punto nave": però poteva capitare di fare la via giusta ma all'incontrario. Una piccola modesta bussola sul cruscotto risolveva la situazione.
Oggi vi é meno nebbia in centro città e più chiara: allora, chi é anziano lo ricorda, le conseguenze negative sulla viabilità erano causate da camini e scappamenti poco ecologici; da cui il binomio esterofilo "smog" interazione rafforzativa "smoke+fog".
Citiamo casualmente una musica classica - Cantico della Primavera Pasquale di G.P. Teleman - in cui il soprano canta "come nebbia che si addensa in fretta e poi svanisce, così é la nostra vita". Questa allegoria si può applicare realisticamente ad una vicessitudine patita in famiglia: nel gennaio 1967 dovevamo partire, per un mio corso di specializzazione professionale, in una azienda multinazionale, per La Crosse, Wisconsin: viaggio onnicomprensivo programmato di 20 ore.
Un nebbione "padano" impedì il decollo e dovemmo prendere un treno per Zurigo; l'indomani volavamo a New York, ma un tremendo maltempo ci bloccò tre giorni; poi altro volo sino a Milwaukee e treno sino a Madison, infine bus e taxi al "traguardo": 120 ore totali di peripezie varie... nonché di conseguenze personali e familiari (salute, carriera, ecc,) nei 6 mesi in USA e poi dopo il ritorno in Italia.
La vita é influenzata e determinata da molti fattori, principalmente dal destino anche se pensiamo siano decisi da noi stessi: la nebbia é un elemento naturale, tanto effimero quanto inevitabile; fiorisce al suolo e acceca, al di sopra splende la luce ma non penetra, La "bussola" può indicare la giusta via così come metaforicamente si può "perderla" nei rapporti umani in questo mondo problematico.
In tal caso: "Nebbia nella bussola"...


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"Bussola nella nebbia - 26 febbraio 2014
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