Fede nella ricerca
Rita Levi Montalcini e Ipazia
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo |
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization
Due donne promotrici del sapere scientifico, ovviamente in due
differenti contesti storici, ideologici, sociali.
La recente scomparsa della scienziata torinese - premio Nobel 1986 per la
Medicina - è stata universalmente ricordata con elogi, sia
professionali che civici, dopo una vita di lavoro conclusa a
103 anni in piena grazia di lucidità. Per un lungo periodo ha
svolto attività di ricerca negli Stati Uniti d'America,
obbligata dalle crescenti ritorsioni delle leggi razziali contro
gli ebrei: Non era facile a fine anni '30 in Italia possedere
quel cognome.
Nel dopoguerra ho frequentato l'Istituto Nautico
di Genova ed il Preside si chiamava Guglielmo Levi; ho letto il
noto libro "Cristo si è fermato a Eboli" di Carlo Levi; ho
apprezzato gli scritti di Primo Levi, da quelli emozionanti dei
campi di annientamento nazisti a quelli delle argute
esperienze di un funzionario di aziende private. Tra queste
ultime ho tratto lo spunto per pubblicare nel 1992, su una
rivista professionale, "Il balletto commerciale" ripreso e
aggiornato nel 1996 con il titolo "Tangenti al finito" su
questo sito. Qui si trova anche il racconto "Mar Condicio" con
la citazione di una Rita Montalcini (il cognome materno)
letteraria: il libro "Senz'olio controvento" tratteggia una
vita impegnata e perigliosa, similitudine di un veliero tra
flutti tempestosi.
Nello stesso anno pubblicavo anche "NobelMilano" dedicato alla
presenza didattica e conviviale di alcune autorità culturali
premiate nel mondo. Riprendo con un ricordo speciale il breve
scambio di parole all'ingresso della conferenza milanese il
7/12/1995: mia moglie accennò al dispiacere per la scelta
mortale di Primo Levi, ma Rita Levi commentò che una persone di
così alta statura morale non potesa essersi ucciso, forse un
malore aveva provocato la caduta nella tromba delle scale.
Lasciai alla sua attenzione quanto avevo scritto su Primo Levi
e Rita Levi mi ringraziò con una lettera datata Roma 20/3/1996
dall'Istituto di Neurobiologia del CNR. In detta conferenza il
ricordo personale di Renato Dulbecco, Nobel 1975 per la
Medicina, dell'invito a porgere una domanda a Roger Guillemin,
Nobel 1977 per la Medicina; e la sua risposta confortante per
il tocco umano dello scienziato - come dettaglio nell'articolo
citato - che "legge la sua lettera" inviatami dalla California il
15/1/1981. In quell'epoca, infatti, avevo descritto la mia
cefalea essenziale a cinque famosi neuroscienziati e tutti mi
risposero confermando l'impotenza della terapia (tuttora
precaria). Conservo le lettere di Ronald Melzach (Mc Gill
University), Kenneth Blum (S. Antonio Texas University),
Donald Fredrickson (Bethesda, Maryland), John Bonica (Congress on Pain,
Edinburgh).
Comunque è bene conservare la fede nella ricerca per il futuro
degli altri.
Per il passato invece il nome poco conosciuto e la tragica fine
di Ipazia: nata attorno al 370 d.C. e uccisa dal fanatismo
religioso nel 415 in Alessandria d'Egitto; città storica sul
delta del Nilo, fondata nel 332 a.C. da Alessandro Magno,
ricordata per il grandioso Faro, distrutto da un terremoto, e
per la ricca Biblioteca, distrutta in odio alla cultura.
Nel IV secolo convivevano tra crescenti tensioni i pagani, gli
ebrei, i romani: tra i primi la classe agiata con i propri
privilegi e mitologie, al vertice sociale il padre di Ipazia.
Donna con un unico amore, la ricerca scientifica, tanto fragile
quanto determinata a non subire limitazioni e imposizioni; la
sua fede era la filosofia e la ricerca in ogni ramo della
conoscenza. Scettica, ad esempio, del sistema tolemaico
geocentrico, propendeva verso quello della terra attorno al
sole in un'orbita ellittica; dimostrava la verticalità della
caduta dei gravi pur con la rotazione del nostro pianeta.
Spiegava le sue idee ad allievi appassionati al sapere e alla
originalità di una donna colta e indipendente: quindi
contrariata dagli ebrei, fedeli alla Bibbia, soprattutto
avversata dai cristiani, fideisticamente intolleranti alle
novità scientifiche. Stava declinando l'impero romano e
l'editto di Costantino aveva dato la libertà di culto di
Cristo i cui seguaci, in parte, reagivano ai torti
precedentemente subiti come il patriarca Cirillo: nemico degli
ebrei e assolutista della conversione dei pagani, pena
l'eliminazione. In particolare si era accanito, sfidando
l'autorità dei romani, contro una donna che credeva soltanto
nella ragione e nella tolleranza: fomentò tanto odio da farla
lapidare, Questo vescovo morì nel 444 d.C. e venne santificato
dalla Chiesa di allora. Quanto sopra è stato rappresentato in
una recente visione televisiva dell'artistico film "Agora": la
storia di una donna emancipata in un mondo di uomini, dedita soltanto
alla ricerca ed al sapere nonostante le durezze ambientali.
Similmente a Rita Levi Montalcini con una differente
conclusione, ovviamente: anzi nominata Senatrice a vita,
orgoglio dell'Italia, dal Presidente della Repubblica.
Il titolo "Fede nella ricerca" può essere valido specularmente
in "Ricerca della fede": quella spirituale, certamente, altresì
laica con valori etici e culturali; compito difficile nella
società moderna ricca di individualismi e affarismi, povera di
buon senso e di buon gusto.
Rita Levi Montalcini
www.seeandlisten.it/opinioni/egb91.html
"Fede nella ricerca" all rights reserved - 9 gennaio 2013
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