Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Il secondo viaggio, nel 1996, fu caratterizzato da una variante più concentrata di quello precedente, apprezzando i miglioramenti intercorsi nella parte artistica e una maggior vitalità della gente, ricordandone due contrapposte accoglienze: la gradevolezza di Bratislava, la vicina capitale della neonata Slovacchia, per contro la difficoltà di frontiera per rientrare nell'indipendente Slovenia. Il terzo viaggio, più recente, è stato dedicato unicamente all'Ungheria e - sottotitolo - alle sue abbazie; complementarità di altre mete spirituali e culturali. Attraversiamo il confine austro-ungarico e la cittadina di Sopron, replica in minor dimensione la grazia architettonica appena ammirata a Vienna. La cattedrale di San Giorgio e la Torre del Fuoco, alta 63 metri, sovrastano un'edilizia barocca deliziosamente datata 700 anni di storia. Proseguiamo visitando il castello di Fertod, XVII secolo, e sostiamo a Gyor cittadina similmente graziosa lambita dal fiume Rabca. Apprezzate la cattedrale di San Ladislao e la chiesa dei Carmelitani. Riprendiamo l'itinerario in pianura quando, su un colle di 242 metri, si erge l'abbazia benedettina di Pannonhalma, "magia magiara" per antonomasia, su cui svetta una torre a sezione quadra.
E' in corso la festa di 1000 anni fa, quando il principe Geza ospitò su questo Monte Santo i monaci missionari. Successivamente vissero Santo Stefano e San Martino. Stupendi gli interni del santuario: basta ricordare che questo sito è divenuto Patrimonio dell'umanità. Verso sud visitiamo Veszprem, pregevole località per secoli fortezza episcopale dopo la fondazione della diocesi, nel secolo XI, da parte del santo re Stefano I. A breve distanza eccoci al cospetto di una "magia" della natura: il lago Balaton, largo mediamente 8 km e lungo ben 80 km, profondo al massimo 10 metri circa: un'estensione di 590 km2 assicura un enorme salutare luogo vacanziero con migliaia di natanti da diporto e di traghetto. Si protrae soltanto la piccola penisola di Tihany sulla cui altura, in splendida posizione panoramica, si accompagna una "magia" dell'arte: l'abbazia benedettina fondata nel 1055 dal re Andrea I. Intorno la fortezza del 1267 che ebbe un ruolo importante nelle battaglie contro i turchi e venne distrutta nel 1702 dalle truppe asburgiche. Notizie del genere ne richiamerebbero tante altre dato l'epicentro europeo dell'Ungheria attorniata da sette nazioni spesso con intenti bellicosi, nel corso dei tempi; aggiornandoci con la seconda guerra mondiale e le successive complicazioni politiche, ha conservato quasi tutti i territori originari. Un'altro tratto della sua fierezza, curiosamente, è rappresentato dalla propria lingua: l'ugrofinnico parlata da nessun popolo vicino fuorché da quello finlandese. Punto focale dell'itinerario è Budapest, città tanto affascinante e conosciuta che volutamente trascuriamo per non monopolizzare l'articolo. Un'eccezione: tra i tanti pregevoli monumenti la statua equestre di Janos Hunyadi, che respinse l'attacco di Maometto II a Belgrado, secolo XV, ed il cui figlio Mattia Corvino salì al trono segnando un periodo di grande potenza statale e di notevole fioritura culturale. Accenniamo ad una duplice "magia": quella sotterranea delle acque termali spontanee e quella dell'uomo realizzatore di eleganti strutture attrattive per la salute ed il relax della gente. A nord della capitale sostiamo a Szentendre, cittadina con la cattedrale serbo-ortodossa ed il museo delle icone. Risaliamo il Danubio e dopo un'ampia ansa verso ovest visitiamo la fortezza di Visegrad, che offre al turismo un'accattivante rappresentazione storica il cui folclore, costumi e musica, danze e quadri, è famoso in Ungheria ...quasi una "magia". Ancora una curva e, sempre sulla sponda destra - sulla sinistra inizia la Slovacchia - ci appare Esztergom, nobilitata dalla chiesa primaziale cattolica e da un panorama suggestivo. Ecco l'ultima tappa magiara verso la Croazia: la città di Pecs con la cattedrale di Sant'Agostino, la statua della Trinità, la piazza del municipio. Lasciamo questa nazione con una riflessione sulle sue bellezze dopo aver visto, velocemente, in una settimana, meno di metà della propria estensione, ad ovest del Danubio. Potessimo ritornare per un itinerario completo ad est, nella oltre metà del territorio, forse potremmo scrivere di un'ulteriore "magica magia magiara".
Magie magiare - all rights reserved - 6 settembre 2011
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