Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Sotto, sopra, attorno: baricentro del viaggio, breve e denso di esperienze, la bella città de L'Aquila. Rivisti i principali elementi di promozione culturale, iniziando dall'appartata Basilica di Santa Maria di Collemaggio: edificata nel 1254 da Federico II di Svevia, in questo capolavoro romanico-gotico venne incoronato il 2 agosto 1294 papa Celestino V, il monaco del "gran rifiuto" Pietro del Morrone.
Ma l'epicentro del viaggio - grazie alla professionalità dell'organizzatore turistico - é "sotto il Gran Sasso" a metà galleria dell'autostrada Teramo-Roma, dove sì aprono i Laboratori Nazionali di Fisica Nucleare. Previa conferenza stampa di una ricercatrice negli uffici direzionali all'esterno dell'imbocco autostradale sud, tre minibus ci trasportano nel ventre della montagna in cui sono stati scavati ed attrezzati vari locali di servizio e tre navate principali, ognuna 100x20x20 metri. Queste sale sono chiamate A-B-C con apparecchiature rispettivamente nominate Large Volume Detector, Icarus T 600, Borexino e Opera: vi lavorano centinaia di scienziati di 12 nazioni, oltre l'Italia, ma nel sabato pomeridiano vi é solo il personale di guardia ed assistenza per i visitatori. Noi siamo aggregati al gruppo AIACE, associazione del Centro Euratom di Ispra (Varese). La guida specializzata ci intrattiene a lungo sulle caratteristiche operative di questi enormi e sofisticati apparati di cui noi "profani" percepiamo qualche "quark" di conoscenza: la ricerca della materia oscura, dei raggi cosmici, dei neutroni e dei neutrini. Queste ultime particelle elementari, elettricamente neutre di massa e dimensione, devono il loro nome al nostro illustre Enrico Fermi. I laboratori del Gran Sasso, i più grandi sotterranei nello studio dell'Astrofisica, stanno tra l'altro cercando di catturare i fasci neutrinici provenienti dall'acceleratore Large Hadron Collider del CERN di Ginevra, la galleria circolare lunga 27 chilometri e profonda 100 metri sotto il confine franco svizzero. Dall'universo della scienza "nascosta" al piacere della "visione": Civitella del Tronto, gioiello paesagistico sulla strada del ritorno a Milano. Un abitato urbanistico seicentesco graziosamente arroccato in collina e sovrastato da una delle fortificazioni più disegnatamente architettate: l'interessante visita si protrae per le numerose caratteristiche che meriterebbero una migliore promozione conoscitiva. Il forte si estende su un'area dì 500 x 50 = 25000 metri quadrati, una delle maggiori in Europa, su una cresta rocciosa tra alti monti, costruito su vari livelli collegati da ampie rampe di accesso. Adesso é verso fine restauro dopo il passato utilizzo militare: fu l'ultimo baluardo, bombardato, della resistenza dei Borboni contro i Savoia.
"Sotto il Gran Sasso" all rights reserved - 2 aprile 2009
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