Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
L'originalità di questi avvenimenti consiste sia nello scandalo del rapporto amoroso tra l'illustre maestro e la promettente discepola, sia nell'asprezza del dibattito teologico coinvolgente tutti i dotti e gli ecclesiastici dell'epoca. L'umana debolezza deborda dalla rigide morale, il peccato degli amanti non viene pienamente riscattato dalle nozze, segrete a breve, é punito drammaticamente e sublimato invano nel tempo. Parimenti la conflittualità ideologica e sapienziale dei maggiori protagonisti sconfina in una lotta perenne tra posizioni sociali e preminenze intellettuali, senza esclusione di atti deleteri. I luoghi di questa complessa vicenda sono molteplici, dentro e fuori Parigi, ma il nostro viaggio si limita alla capitale, ancorché ricca di ampi spunti turistici. Infatti l'organizzazione degli "Amici del Duomo" aveva programmato di visitare alcune chiese - oltre S. Denis citata nella storia in titolo - e vari monumenti, musei, giardini. Tra questi ultimi Versailles ove il sole ripaga il gruppo milanese dell'acquazzone all'ingresso del Louvre. Grazie a veloci spostamenti in metropolitana vediamo parecchi siti noti, distanti tra loro, utilizzando bene il breve soggiorno: la cattedrale di Notre Dame e la chiesa di S. Etienne, i musei Rodin e D'Orsais, le Terme Romane e il Pantheon, il cimitero di Perè Lachaise. E trovando spazio, ovviamente di partecipare, in Santa Maria della Consolazione, alla messa concelebrata dalle nostre guide culturali e spirituali: don Sartor, monsignori Manganini e Magnoli. Tentiamo ora una sintesi narrativa nel merito della storia preannunciata. Abelardo é un brillante allievo del corso di studi di Guglielmo, ma presto si sente superiore in dialettica e teologia al maestro, ne critica idee e affermazioni, decide di insegnare in una propria scuola, prima a Melun poi a Corneuil, così mortificandogli il prestigio della recente nomina a vescovo. E' soltanto l'inizio di una scalata al potere del sapere, il pur meritevole Abelardo mette volutamente in ombra altri insignì contemporanei: Anselmo di Laon, Alberico di Reims, Lotulfo Lombardo; con ciò incrementando il numero dei suoi avversari e polemisti. La rivalità nel contesto ecclesiale inevitabilmente si tramuta in manifesta invidia, ma dove non poté la reazione "concorrenziale" riuscì l'errore di un amore "profano". Amore, nell'anno 1115, per la sedicenne Eloisa, bella colta intelligente, di illustre casato e carattere intraprendente per quei tempi; nipote (forse figlia) dell'influente canonico Fulberto con il quale abitava. Questi favorì la frequentazione della ragazza alle lezioni del trentottenne maestro, per il lustro derivante da tale scuola e gratificante per la propria famiglia. La reciproca sensualità travolse però gli amanti, prima riservati, poi agli occhi del mondo per l'eccesso di passione e senza vergogna per la peccaminosa relazione. Quando Eloisa attese un bambino, Abelardo la portò a casa della sorella nella nativa Bretagna: nel 1118 nacque Astrolabio, originale nome per "colui che abbraccia le stelle". Per frenare l'ira di Fulberto e nobilitare il loro amore, Abelardo decise le nozze con Eloisa, purché segrete per non adombrare la propria carriera. Ma la notizia si diffuse, allora Abelardo ripudiò Eloisa temendo di perdere i propri privilegi, ma rapidamente crebbe il fermento e l'odio dei suoi nemici che organizzarono una punizione feroce: tre sicari prezzolati sorpresero nel sonno Abelardo, lo castrarono e lo evirarono. Eloisa ebbe un destino irreversibile ed irreprensibile, entrò monaca in convento accettandone le regole; mentre suo "marito" proseguì nell'insegnamento ampliandone le discipline filosofiche ed i consensi degli estimatori. I detrattori invece incrementarono le critiche e le accuse sino a quella di eresia per il suo libro "Trattato della Trinità". La convocazione nell'assemblea di Soissons punì Abelardo con l'esilio nel monastero di San Medardo, poi riabilitato in quello di San Dionigi, quindi fuggito nel convento di Provins, infine protetto dall'abate Sugerio (che diverrà reggente del regno quando Luigi VII partirà per la seconda crociata). Le vicende si complicano ulteriormente perché la fama culturale e la capacità dialettica di Abelardo generano tanti sostenitori devoti quanti avversari potenti. Sorvoliamo il turbinio di personaggi intercorsi nella storia per riprendere quello di Eloisa, divenuta priora del convento di Argenteuil, poi badessa in quello del Paracleto l'ex oratorio "Consolatore" creato nel frattempo dal suo "consorte". La condotta della "sposa" fu quella della più stimata suora dell'epoca, tanto da attirare devozioni di ogni tipo. Per contro proseguirono denigrazioni varie per Abelardo come maestro. sino alle maldicenze come uomo accusato persino di improbabili atti sessuali, Seguirono addirittura tentativi per ucciderlo in modo subdolo, con veleno nel cibo, in modo maldestro con la spada durante i suoi viaggi. Infine venne la punizione più sofferta, la condanna di eresia di tutte le sue opere, nel concilio di Sens, che verrà emanata il 16 luglio 1140 da papa Innocenzo II, ma provocata da una congrega in cui primeggiano Bernardo di Clairveaux, Guglielmo di Thierry, Norberto di Magdeburgo. Sulla strada di Roma al fine di perorare la propria innocenza e verità, Abelardo non é più il combattente pieno di forza e volontà: così constata l'abate della prestigiosa abbazia di Cluny, Pietro il Venerabile, che lo ospita ed intercede presso il Pontefice facendogli revocare la condanna e restituire la grazia apostolica. Inoltre lo assiste nel declino fisico, pur proficuo di studi e scritti, sino alle morte nell'anno 1142: che annunzierà con elogi e commozione ad Eloisa. Questo personaggio centrale, appassionato e appassionante, ferma i suoi passi nel 1164 in un sereno bilancio esistenziale. Eloisa ed Abelardo: uniti nel privilegio dell'erudizione e dell'amore, divisi nell'espiazione del peccato e dell'orgoglio, ricomposti dall'umana pietà nella unicità del sepolcro. Dal passato medioevale emergiamo nella tecnologia computerizzata del XXI secolo con una metropolitana automatica, senza conduttore, che ci porta al treno della Gare de Lyon per Milano. Quanto descritto é tratto in parte dai documenti della Newton Compton e degli editori Bur-Jaca Book.
"Sui passi di Eloisa" all rights reserved - 9 gennaio 2009
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