Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione Energy and Civilization Ammesso, e non concesso, che l'espressione "Par Condicio" recentemente di moda - e non soltanto in politica - possa adattarsi sulla
terra, quella traslata in titolo potrebbe riguardare la peculiarità della
gente di mare, una microminoranza della popolazione. Questa visione realistica e` sintetizzata ne "I vivi, i morti e i naviganti" il recente ed avvincente libro del capitano di lungo corso Norberto Biso, che ha percorso mezzo mondo e tutta la vita su navi da carico. Quindi lunghi ed avventurosi itinerari, soste interessanti in luoghi, sconosciuti all'epoca, rischi e soddisfazioni delle responsabilità: da allievo ufficiale a comandante. "Condizioni marine" ben diverse da quelle "terrestri" che ho conosciuto, limitatamente tra i 20 e 23 anni di età, nel primo dopoguerra quando la navigazione era quasi artigianale, rispetto alle tecnologie odierne. In plancia si impiegava il sestante e l'alfabeto Morse, ben lungi il satellite; in sala macchine si manovrava manualmente a 40-50 C e attorno a 100 decibel, adesso con visori e telecomandi in cabine ventilate ed afonizzate. Naturalmente ognuno e` figlio del proprio tempo e, se andiamo a ritroso
nella storia dei popoli, le peripezie erano e sono inversamente proporzionali
alle innovazioni, restando la consuetudine del linguaggio marinaresco per
certe vicissitudini terrestri. Quale può essere la principale discriminante tra navigare e non? A terra non c'e` necessità di forte tensione emotiva e fisica; i turni lavorativi
rispettano solitamente i bioritmi, riposo ed affetti allentano lo stress.
Come giovane terzo ufficiale potevo e dovevo dare disposizioni al fuochista con 40 anni di navigazione: vale il buon senso della concertazione teorico/pratica per ogni problema - non e` certamente una disciplina militare, ma in caso urgente si decide da soli - poi a ciascuno le proprie responsabilità, proporzionali al grado di comando e non al curriculum (potrei autocitarmi in seguito per quanto capitò nel 1957 sulla motonave Pacinotti..). Un'ultima considerazione, vista la razionalità degli studi e delle esercitazioni
giovanili, poi della deformazione tecnica del ruolo navigante: si tende
ad inaridire la componente - letteraria ed umanistica? Non necessariamente:
ai miei tempi si leggeva libri e si sentiva musica, genti e luoghi stranieri
stimolavano vari interessi; oggi i mezzi informativi raggiungono i marittimi
quasi dappertutto, anzi sulle navi da crociera le relazioni sociali con
i "terrestri" possono essere abbondanti! Comunque i naviganti non sono terrestri ma neppure extra: famiglia o passione
li ha spinti ad un mestiere intenso, al limite della resistenza psicofisica,
però retribuito ed organizzato, denso di esperienze esistenziali ma con
ben più doveri che diritti. Ancora parafrasando il messaggio dei precedenti scritti: energia marinara, metabolica, maturante!
[Bacigalupo: 20 dicembre 1996]
"Mar Condicio" all rights reserved
|
Leggi ...altre Opinioni di Emilio Giuliano Bacigalupo |