Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Genio vittorioso pur nella perdita dell'udito: Ludvig van Beethoven, il massimo autore classico, compose nel 1803 la 3a sinfonia dedicandola come “Eroica” al generale francocorso per celebrare "il sovvenire di un grand'uomo". Ma quando il condottiero si fece incoronare imperatore nel 1804 il musicista strappò adirato il frontespizio della partitura, vedendo in quel gesto il tradimento dei principi innovativi in cui si riconosceva. Recentemente ho avuto il destro di sentire alla Scala milanese questa sinfonia, presente il Presidente della Repubblica, in commemorazione del maestro Toscanini; e successivamente il secondo movimento dedicato dal sovrintendente del teatro al suo predecessore: la toccante "marcia funebre" simbolo antropologico che coinvolge tutti, anche i vincenti. Accenno in merito all'ultima guerra con alleati e nazifascisti nei rispettivi ruoli in titolo, richiamando l'incipit della 5a sinfonia del compositore di Bonn e l'alfabeto dello statunitense Samuel Morse. Il messaggio musicale del "destino che bussa alla porta" irrompe con 4 note, lapidarie e scultoree, ripetute in incalzanti tonalità: 3 brevi (crome) e 1 lunga (minima); che nella nomenclatura telegrafica lo scienziato nel 1835 assegnò alla lettera V (il contrario, linea e tre punti, é B iniziale del musicista). I meno giovani ricorderanno con emozione le trasmissioni di radio Londra nel 1943-45, ascoltate attraverso l'etere di un'Europa sconvolta, messaggi diretti a partigiani e militari con parole cifrate dall'apparenza poetica, introdotte da 4 battiti cupi inneggianti alla Vittoria! Per contro, a perdere beni ed esistenze in armi e senza, molte situazioni: arte ed economia, benessere e civiltà; e non soltanto i vinti colpevoli davanti alla storia, purtroppo anche i vincitori costretti loro malgrado e in mezzo tanti altri durante i conflitti e dopo. Dovrebbe prevalere idealmente l'intelletto e la ragione nell'afflato sinfonico, ma pragmaticamente il fato ammonisce l'essere umano della propria caducità susseguente ad ogni successo in questa vita. E volendo completare una trilogia beethoveniana con la 6a sinfonia, la "Pastorale", passiamo dai precedenti fremiti di lotta ad un inno di pace, una melodia bucolica sino al temporale che richiama ad una realtà superiore: la natura sottopone la vittoria utopica dell'uomo ad una legge che lo vince, pur temporaneamente, per concedergli poi un prosieguo sereno, ma indeterminato. Un piccolo ricordo quanto nel 1959 lavoravo in un'azienda nella natia Sampierdarena: venne organizzata l'annuale gara di regolarità automobilistica, il tratto Genova/Voltri-Acqui Terme di 97,6 km; decisi di partecipare con un collega, contro lo scetticismo di altri che sapevano di concorrenti esperti, guidando una Fiat 600 usata che però non mi fece provare il percorso trascorrendo la vigilia dal meccanico per un guasto. Domenica 21 giugno le partenze si susseguirono ogni minuto primo: la media imposta di 40 km/h obbligava il taglio del traguardo dopo 2h 26' 24" e soprattutto transitare regolarmente durante il controllo nascosto in due tratti sconosciuti, uno dopo Rossiglione e l'altro prima di Sassello. Ogni secondo in anticipo o in ritardo, rispetto alla tabella di marcia, costituiva un punto di penalizzazione. In breve: l'equipaggio più referenziato errò stranamente di un minuto l'arrivo perdendo varie posizioni in classifica mentre, ancor più casualmente, noi vincemmo su 33 partecipanti con 43 penalità totali.
Nulla osta ... che sia stato ritrovato in seguito a valle di Ovada, luogo che servizi giornalistici indicano "capitale mondiale dei cercatori di questo metallo aurifero". Ovviamente é la perdita simbolica che prevalse sul valore materiale, e comunque é un fatto casuale non costituente regola di sorta.
Più in generale, qualsiasi vantaggio esistenziale può divenire un'alterazione, magari legittima, di un equilibrio pregresso, anche discutibile: ma che da una fase turbativa può pervenire in una fase ricostitutiva.
"Vittoria a perdere" all rights reserved - 8 giugno 2007
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