Da Olimpia a Vancouver
Sport e molto altro ancora...
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo |
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization
Passando per Torino, recente prestigiosa sede dei giochi invernali del
2006, che ha piacevolmente sorpreso tutti per l'ottima organizzazione e
le pirotecniche cerimonie di apertura e chiusura.. Sono stati
apprezzati l'estro e la razionalità delle genti piemontesi e del
capoluogo regionale: già noto per le ricchezze d’arte - Museo Egizio e
Sacra Sindone, architetture del Guarino e del Juvara, Mole Antonelliana
e residenze ex Savoia - adesso capitale della Fiera del Libro ed altre
rassegne culturali.
L'origine sportiva e ludica in titolo é una famosa località della
Grecia ove occorre anche fantasia per immaginare la
nascita della celebrazione e lo svolgimento delle Olimpiadi, dato il
logorio del tempo sui monumenti, tra i campioni di popoli con le armi
temporaneamente deposte: il vicino museo é per contro generoso di
memorie storiche e mitologiche, tra cui la statua della vittoria alata.
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Olimpia: palestra |
Olimpia: stadio (192,27 m) |
Il sito delle gare originarie si ravviva sulle
televisioni del mondo
durante il suggestivo rito per l'accensione della fiaccola, itinerante
a staffetta elitaria, verso la città ospitante i giochi successivi.
Salvo scherzi meteo, il sole concentrato in una lente provvede a far
scaturire la fiamma e la bianca leggiadra tunica delle vestali
cerimoniere conferma la versione originale estiva: la prossima scadenza
sarà in Cina nel 2008; mentre quella invernale, tipica dei luoghi
nordici e/o montani, comunque stagionalmente freddi, sarà a Vancouver
nel 2010.
Nel frattempo mi permetto divagare su alcuni ricordi per ringiovanire
un poco: inizio 1960, giunto dalla nativa Genova per risiedere nel
capoluogo lombardo, mi capita di festeggiare il compleanno nella sala
attigua alla pista dei Frigoriferi Milanesi. Ospite di amici meneghini
una loro conoscente mi invita a "provare" i pattini su ghiaccio ma deve
ovviamente compensare con presa decisa la mia "instabilità": per chi
vede però, sembro "provetto", in realtà era la scherzosa bravura della
campionessa nazionale (partecipante olimpica?) di pattinaggio artistico
a coppie.
In seguito presi confidenza con lo "sport bianco" sempre dilettante e
soprattutto sulla neve: sci in discesa e di fondo, sci alpinistico.
Accenno a quest'ultimo perché il meno frequentato e conosciuto, data
l'oggettiva difficoltà partecipativa e la sofisticazione
dell'attrezzatura. Dopo aver frequentato il corso di istruzione del
Club Alpino Italiano - nozioni teoriche e pratiche molto interessanti,
utili al di là dello specifico obiettivo - assieme a 40 allievi guidati
da 10 esperti "scalai" le montagne svizzere: con zaino e pelli di foca
verso il passo del San Bernardino. Completato il nostro "collaudo",
chiuse le talloniere degli sci speciali, scendemmo "liberamente" verso
le case di legno che ci avevano ospitato nottetempo, originariamente
dei lavoratori per il traforo stradale. Un'esperienza bellissima ma
riservata a sciatori selezionati per differenze altimetriche crescenti
e troppo severe, alle quali dovetti rinunciare; scrissi al CAI di
offrire tali emozioni anche a persone entusiaste dello sport alpino ma
fisicamente meno eccezionali. Sulla stessa rivista "Lo Scarpone" marzo
1978 rispose alla mia lettera del mese di settembre 1977 l'istruttore
Gianni Lenti di Lecco, concordando con il suggerimento di ampliare i
potenziali fruitori di questa festosa partecipazione nell'incanto e nel
rispetto della natura.
Tornando al tema principale mi ritrovai successivamente tra i
realizzatori dell'Agorà (ex PalaCandy), pista milanese sede di gare e
spettacoli nonché di allenamento per i campionati e le olimpiadi.
Ho fotografato dagli spalti il reticolo di
18000 metri di circuito, sottostante la superficie di 30x60 metri di
pattinaggio, circolante il liquido refrigerante, denominato R22, della
centrale frigorifera. Per i non addetti ai lavori: allora era il metodo
più efficiente di formazione del ghiaccio, poi detto frigorigeno venne
coinvolto nella discutibile polemica dell'ozonoincompatibilità e, nelle
realizzazioni ulteriori, sostituito da una miscela acquosa di glicol
etilenico, sempre a bassa temperatura. Tale scelta
tecnologica di minor rendimento energetico, ma di maggior fattore
ambientale e sicurezza, riguarda la pista di velocità OVAL, nelle
recenti olimpiadi di Torino, i cui gruppi frigoriferi sono stati
forniti dalla ditta di Milano accennata precedentemente: referenze come
quelle di altre piste; tra Francia e Norvegia, siti di campionati ed
olimpiadi; comprese le gare di bob e slittini, nonché i "cannoni" di
innevamento artificiale in giro per il mondo.
C'é tempo ovviamente per parlare delle strutture sportive che
accoglieranno atleti e spettatori a Vancouver, metropoli canadese le
cui attuali attrattive non saprei certamente riconoscere dopo oltre 50
anni; quando con il piroscafo "Vesuvio" passavo sotto il Lions Gate
Bridge.
Questa baia era il capolinea dei viaggi, tre di quattro mesi ognuno
dall'Italia (e dell'Italia, società di navigazione). Erano percorsi di
carico/scarico merci, toccando quindi
molti porti mediterranei, poi
centro americani e, dopo l'avvincente passaggio del canale di Panama,
gli stati del Pacifico e città famose come Los Angeles e San Francisco;
infine in Canadà per imbarcare enormi quantità di legno pregiato:
ricordi ormai sbiaditi come le foto di allora.
La parte occidentale è
anglofona, a differenza di quella orientale francofona, e maggiormente
viveva la propria appartenenza al Commonwealth; a quel tempo ero
novizio delle loro tradizioni: ecco il primo impatto ...nella sede
dell"YMCA (Young Men Christian Association), dove si poteva ballare con
ragazze “vancouveriane” sotto l'occhio vigile dell'organizzazione
locale, come era normale e corretto. Esauriti i convenevoli "terrestri
e marini" l'orchestra iniziava con l'inno "God save the Queen": qualcuno
tra noi non percepiva la "sacralità reale" e restava seduto,
ma per pochi attimi perché le ballerine alzavano vigorosamente i
ballerini.
Mi trovai in piedi a braccetto - questa volta senza pattini ed
acrobazie - ad onorare una simpatica ospitalità ... preolimpica!
www.seeandlisten.it/opinioni/egb33.html
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9 maggio 2006
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