Il massimo parallelo
Paralleli... geografici, ovviamente
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo |
|
Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization
Non è tanto un'espressione geometrica quanto geografica.
|
La
linea circolare di massima lunghezza del nostro pianeta, ma di minima "gradazione"
anzi nulla, è quella dell'equatore al quale compete la
latitudine "zero", appunto.
Quando, ufficiale di marina mercantile, varcai quella linea immateriale sulla turbonave
Conte Grande il 12 dicembre 1955, ricevetti il tradizionale "battesimo" collettivo ed il
certificato scherzoso con il nomignolo scelto dai colleghi di bordo. |
Certificato latitudine
"zero"
|
|
Bando ai giovanili
ricordi per menzionare più banalmente il parallelo
mediano, 45°nord, raffigurato nel cartello sull'autostrada
Milano-Genova in piena pianura padana.
Non si può
raddoppiare facilmente questo numero, pochi sono arrivati in vista
dei 90° che poi non è un parallelo bensì un punto,
notoriamente, ghiacci sopra il mare: però si può
sfiorare turisticamente la latitudine 80° giungendo alle isole
Svalbard, l'abitato più a settentrione del mondo: con una crociera, luglio 1999.
Vi è un piccolo aeroporto per le persone in loco mentre per i visitatori vi
sono alcune navi da crociera nel limitato periodo estivo libero dal
ghiaccio. Anche in questa insolita esperienza si riceve un simpatico
attestato - firmato dal comandante - con le tappe intermedie del
circolo polare e di capo nord, ove eravamo già stati via
terra: l'emozione provata per la maestosità del panorama e
l'atmosfera surreale dell'isola norvegese di Mageroy, capoluogo
Honningsvag, con il sole sopra l'orizzonte verso il polo, a
mezzanotte e la suggestiva musica del Peer Gynt di Edvard Grieg.
|
Diploma del "Nord"
|
Polo Nord:
sole di mezzanotte
|
Abbiamo poi navigato
verso nordovest per 530 miglia in 27 ore con mare calmo e cielo
sereno, fortuna meteorologica infrequente che ci seguirà per
il resto della crociera, attraccando a Longyearbyen sede
dell'amministrazione della Norvegia, dopo l'accordo internazionale
del 1925 e della compagnia carbonifera, adesso poco competitiva.
Il nome originario di questa isola era Spitzbergen cioè "montagne aguzze"
aggiornato in quello del "paese delle coste fredde" in
norvegese arcaico: entrambi descrittivi dell'arcipelago di oltre
62000 km2 tra 74° e 81° di latitudine.
|
La sua
scoperta sembra risalire ai Vichinghi, forse ai Russi, sicuramente
agli Olandesi nel 1596: ora gli occupanti sono 4000 circa,
prevalentemente in questo capoluogo, villaggio piacevolmente
attrezzato ed accogliente.
Il giorno dopo
costeggiamo per 120 miglia e ci ancoriamo nella Baia del Re, divenuta
famosa come base per le spedizioni polari: siamo infatti a Ny
Alesund, sede di alcune stazioni scientifiche - tra cui quella
italiana - per lo studio dei fenomeni naturali, ad esempio le aurore
boreali.
|
Svalbard: Longyearbyen
|
Scesi a terra con le
scialuppe passeggiamo tra le poche
costruzioni ed i tanti nidi di sterne, volatili impauriti ma
protestatari, notando un alto pilone di ferro con i segni del tempo:
è stato l'ancoraggio del dirigibile Italia con il quale il
generale Umberto Nobile salpò all'inizio del giorno 23 maggio
1928 per esplorare dopo 20 ore di volo il polo nord.
Una violenta
bufera di vento e di neve contribuì, assieme ad inconvenienti
tecnici conseguenti, alla caduta dell'aeromobile sulla banchisa con i
superstiti dell'equipaggio a resistere drammaticamente sotto la
piccola "tenda rossa" una grande storia filmica. |
Pilone di ancoraggio
dirigibile Italia
|
Tra i vari tentativi
internazionali di ritrovarli si distinse e trovò la morte
Roald
Amundsen, ricordato con un busto statuario, l'esploratore
norvegese con cui quello italiano aveva due anni prima sorvolato con
il dirigibile Norge la calotta polare. |
Ny Alesund: busto di
Amundsen
|
...quasi al Polo Nord in giacca e cravatta
|
Infine a 50 miglia
la meta estrema della rotta a settentrione, il Magdalenfjord (79°
33' nord 11° 03' est), in cui una sorprendente temperatura mite
permette un abbigliamento contrastante con la corona di ghiacciai del
fiordo. Con un vestiario però più consono, sbarchiamo per una passeggiata "peninsulare"
assieme al cugino Fabrizio, comandante in seconda e
coordinatore della "miniesplorazione", assicurati da
guardie del parco naturale; in caso possibile di avvistamento di orsi
bianchi li spaventano con spari a salve ma, per evitare attacchi
letali, possono colpirli con proiettili anestetici e, al limite
ferirli e ucciderli. |
Con le guardie del Parco
|
Cugini nel fiordo
|
Gradisci un assaggio?
|
E con un tipico "assaggio" del sito "ultimo" ritorniamo a casa,
passando in Amsterdam dalla nave all'aereo; con immagini nella
memoria che solo sinteticamente appaiono nell'album fotografico.
www.seeandlisten.it/opinioni/egb32.html
"Il massimo parallelo" all rights reserved -
16 febbraio 2006
Copyright 2006 to tomorrow - Emilio Giuliano Bacigalupo
contact@seeandlisten.it
|