La matematica è un'opinione?
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo |
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization
Un tempo la matematica non era
un'opinione - così recitava il proverbio
- adesso può esserlo: titolo provocatorio, ma non troppo?
Un tempo la separazione tra razionalità ed umoralità era
chiaro e, pur non visibile ogni volta per carenze umane, restava
comunque un punto fermo di principio.
Un tempo la scienza e l'arte,
come le loro creazioni, erano
complementari, ma distinte;
oggi l'eccesso d'informativa e
l'accelerazione al profitto hanno alquanto confuso questo dualismo e
volgarizzato lo sviluppo.
Prendiamo pertanto nota, sempre
opinionisticamente, di alcune attualità, sia importanti che
marginali.
Anzitutto la perdurante diatriba sul recente cambio valutario, che
potremmo scherzosamente sintetizzare in “lira e l'ira” essendovi
molte lamentele al riguardo nonché reciproche accuse sulla
diminuzione del potere di acquisto degli stipendi, salari, pensioni.
Con il senno del poi
sarebbe stato necessario programmare e gestire meglio il trapasso della
vecchia moneta alla nuova, però assimilare mentalmente l'euro
alle mille anziché alle due mila lire è piuttosto
irrazionale; così come sottovalutare la
versione metallica rispetto a quella cartacea
è un ulteriore curiosa umoralità matematica.
Parimenti le varie lingue sono traducibili bene tra loro e dove manca
l'esattezza si può giustificare con differenti stili dialettici,
ma non vi deve essere incomprensione, semai opinione.
Un'altra distonia attuale, più seria
della precedente del cambio monetario e su di essa
gravitante, è la valutazione dell'aumento del costo
della vita: analisi di valori
eseguita periodicamente dall'istituto di statistica, ma percepita
moltiplicata dai consumatori di generi basilari. La scelta
di questi ultimi può determinare un leggero diverso
indice inflattivo, ma l'eccessivo divario denota un
preoccupante “mistero matematico”!
E' fortunatamente lieve un ulteriore bisticcio valutativo quando, dopo
le manifestazioni di piazza, e non solo, le loro
organizzazioni riportano un numero doppio di partecipanti di quello
segnalato dalle fonti ufficiali; o viceversa
queste lo dimezzano: qui 0,5 è il
reciproco di 2, ma non serve alla chiarezza opinionistica...
Più sfumato invece, pur sempre discutibile e disturbante,
è il ritardo di alcuni treni che i passeggeri lamentano e che
l'ente ferroviario minimizza: quanto vale ancora un orologio preciso?
Ugualmente invece per le persone, meno per l'immagine ed il costo in
dollari di un lancio spaziale, è stato (tempo addietro) l'errore
di calcolare in yarde (pari a 3 piedi e 914,4
centimetri), anziché in metri, la distanza di avvicinamento
all'obiettivo: trattasi non di opinione matematica bensì di
riluttante (e campanilistica) accettazione dell'intero sistema metrico
internazionale.
Molto dannose sono invece, per portafoglio e salute di tanta gente,
per non parlare del prestigio di
varie istituzioni, le recenti speculazioni
finanziarie che stanno sconvolgendo ditte
e banche, soprattutto “borseggiati” in credito virtuale da
“borseggiatori”.
Questi ci rammentano, parafrasando l'invettiva
brechtiana, che “è peggio inaugurare un tempio del
denaro che derubarlo”.
In materia di economia dovrebbe
regnare la matematica sopra la
casualità, ma quando menti avventurose e/o distorte la
piegano al proprio rendiconto, speculando sull'interesse di altri ed
ignavi, i conti difficilmente tornano per soci e risparmiatori.
Certamente quadrare i bilanci aziendali con finanziamenti corretti
è un obbligo razionale e morale; non può essere gestione
opinabile, quindi anche tentatrice, di consiglieri dì
amministrazione, di collegi sindacali e dei revisori, di certificatori
dei bilanci, di controllori esterni “controllati”, nazionali e
internazionali.
Il confine è labile tra buonafede con
incapacità professionale e malafede con
deficienza etica, similmente - opus
homini - tra “bancarotti” e “bancarottieri”: miliardi di
euro volatilizzati oppure occultati?
E, sempre in un contesto opinionistico,
pare offensivo che i responsabili di azioni ed
obbligazioni, deleterie per altri, siano ben retribuiti, per
cui non vale l'attenuante (comunque
illegale) dell'indigenza: anzi il suo contrario può in
taluni convivere con carenze di cultura e di buon senso,
sovrastimandosi. E facendosi coinvolgere in giochi
finanziari soggettivamente matematici, invece oggettivamente
imprecisi.
Ripassando dal serio al faceto accenniamo ai continui e fastidiosi
annunci trionfanti di “udienza televisiva” con percentuali parziali o
totali di competizione e di successo: di quantità e non di
qualità, ovviamente. Forse numeri basati su cavie
misteriose asservite al monitoraggio del canale scelto, la cui
frequentazione rappresenterebbe l'indice di ascolto di una maggioranza
ripetitiva di detta minoranza. O almeno così si è fatto
credere, essendo un'opinione matematica non suffragata dalla
realtà: che però ci propina invadenti e martellanti
pubblicità, con risultati aleatori e comunque con costi
riverberanti sui consumatori eventualmente attirati.
Il campo infine più imprevedibile nelle logiche
razionali, e più sicuro nell'incertezza
della comprensione, rimane la politica:
scontata quella ideologica, da sempre
umorale, persino quella fattuale.
Ma è troppo facile qui applicare il titolo, rinunciando a
discuterla per carità di patria.
Conclusione con una confessione, non soltanto personale: l'età
avanza “democraticamente” con i suoi ritmi più o meno felici; per
molti il trascorrere del tempo accumula
soddisfazioni gratificanti, consolatorie ma
opinionistiche, contrapposte a problematiche varie,
specialmente di salute,
motivate biologicamente e comunque
“matematiche”.
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"La matematica è un'opinione?" all rights reserved - 29 gennaio 2004
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