Tangenti al finito
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo |
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization
Tangenti all'infinito è l'espressione geometrica di una curva, l'iperbole, che si avvicina sempre più ad
un'asse cartesiano senza mai raggiungerlo, o meglio soltanto in un futuro spaziale fuori diagramma.
Per contro le tangenti al finito, cioè quelle concrete, sono le rette che toccano una figura, un cerchio, in
un punto.
Quanto sopra è razionale nella cultura tecnica ed allusiva in quella umana, tanto che l'argomento
"tangentopoli" si può riproporre nell'attualità del proprio decennale. A fine 1991 infatti, a conclusione
di quaranta anni lavorativi, scrivevo uno dei miei articoli di opinione alquanto insolito: che il
responsabile della rivista "L'installatore Italiano" ritenne stimolante, ma improponibile in quel contesto di
pubblicazione tecnica.
I contatti tra uffici vendite ed acquisti sono spesso agitati e non sempre adamantini, però una trattativa
privata, particolarmente falsata da terzi, mi aveva spinto ad esternare la mia amarezza con detto articolo,
pubblicato esattamente 10 anni fa dallo stesso editore PEG, essendo ormai emersa la corruttela pubblica generale.
Ecco quindi qualche stralcio di quella opinione, purtroppo poco invecchiata, che era emblematicamente
intitolata "Il balletto commerciale".
Lo scrittore Primo Levi, prima di divenire famoso per il suoi libri, era un tecnico chimico
con funzioni anche commerciali: esperienze che gli hanno fornito spunti romanzati, ad esempio
quello gustoso raccontato ne "Il sistema periodico" (pag. 197, edizione Einaudi) in cui descrive la
trattativa di compravendita in analogia al corteggiamento amoroso, a due ovviamente....
"Si nota una sorta di danza o apertura ritualizzata, in cui il compratore accetta il venditore se si
attiene rigidamente al cerimoniale tradizionale; se ciò avviene il compratore si unisce alla danza e se
il gradimento è reciproco si giunge all'accoppiamento, cioè alla definizione dell'ordine con visibile
soddisfazione di entrambi".
Se quel tempo fosse da aggiornare, sarebbe ancor ovvio il rispetto dei ruoli, il piacere del
rapporto, la rarità della sopraffazione? Di certo queste due professionalità - uffici vendita ed
acquisti - sono sempre speculari e complementari, ma il loro balletto è meno artistico e più
pragmatico, in sintonia d'altronde con il resto della società nelle attuali circostanze di
accelerazione ed appiattimento: fretta di guadagno, carenza di valori, nevrosi di comportamento.
[omissis]
....Anzi il compratore fa ballare da solo il venditore e a lungo per ridurgli le energie commerciali;
il gioco a rimpiattino prosegue telefonicamente, ma la distanza solitamente con scalda i cuori.
Da un lato della coppia si tenta l'equilibrio tra non perdere l'ordine o il profitto; dall'altro, per
rientrare nel preventivo, quando accelerare la musica e quando cambiare disco. Già, perchè la
danza, preso fiato, prosegue dopo che l'acquisitore ha corteggiato - o meglio ha fatto finta di farsi
corteggiare - altri candidati con proposte più o meno invitanti; ai quali verranno offerti
progressivamente giri di vite piuttosto che di ballo. Ballo che vede di solito il cavaliere
impassibile, o quasi, nella sua posizione di forza psicologica; mentre le dame si alternano in pista
e si affannano nelle loro debolezze, o presunte tali. Nel piroettare troppo vicino una può trovarsi
con il vestito di pizzo scomposto e perdere la virtù, ma legalizzare l'accoppiamento!
Un tempo c'era più correttezza? Di sicuro c'era meno concorrenza, e la sostanza tecnica prevaleva
sulla forma commerciale; la danza era cerimoniale, persino l'eventuale cambio di partner.
[omissis]
...ma quale orchestra in questi tempi di risparmi, anche di stile? Prevalgono discoteche e nastri
registrati con ritmi più rumorosi che melodici; danzerini saltellanti autonomamente ove
indistinta è la coppia, variabile e senza corteggiamento. Conta poco la conoscenza e molto la
conclusione, il ballo non è più ammaliatore perchè è scaduta la conversazione. L'acquisitore
mira al sodo, allo sconto - a volte al tornaconto tangibile - spronato da direttive di quantità più
che esigenze di qualità.
[omissis]
...L'etica è divenuta un'etichetta, ma è difficile tornare giovani... peccato perchè ringiovanendo si
ritroverebbe nel balletto commerciale un accoppiamento più gradito e reciproco.
"I casi di violenza unilaterale sono rari - conclude lo scrittore (però nel 1972) - e non a caso
sono descritti con termini mutuati dalla sfera sessuale". Ma potere non sempre è potenza.
Dall'epoca sicuramente più corretta del grande scrittore - altrettanto piacevoli e significativi gli altri
romanzi: "Storie naturali" e "La chiave a stella" - a quella della mia attività giovanile, le contrattazioni
commerciali non erano "chiacchierate" come in seguito. Quando il "pizzo" da ornamento estetico si è
volgarizzato in lubrificante affaristico, la misura fu colma ed il meccanismo sfuggì per la "tangente" che
divenne "polis".
Questa ricca città, espugnata anni addietro ma non distrutta, è una tassazione occulta ed
offensiva per la collettività perchè prelevata da qualche personaggio su appalti pubblici.
Specularmente nel settore privato la magistratura non può intervenire - salvo azione civile di parte, ma
di difficile testimonianza - quindi il favoreggiamento, per tornaconto personale, verso una ditta
fornitrice rispetto ad altre, pertanto penalizzate slealmente, è una turbativa di mercato, al di là del
rispetto deontologico, riverberantesi più di quanto si pensi e si sappia.
Entrambi i casi sono una "polivalenza" diffusa e crescente che parte dalla "tangente all'infinito" -
corteggiando il denaro - ed arriva alla "tangente al finito" - il traguardo del suo possesso - con relativa
supremazia sociale, spesso effimera.
Perchè talvolta potere è impotenza: Potenza docet!.
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"Tangenti al finito" all rights reserved - 2 giugno 2002
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