Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione Energy and Civilization L'Energia è basicamente Naturale, logisticamente Nazionale, episodicamente
Negativa: Il celebre Felix Mendelson Bartholdy compose nel 1829, a soli 20 anni di
età, l'ouverture "The Hebrides" dopo un movimentato viaggio con amici in
Scozia.
Infatti la leggenda vuole che due giganti si fronteggiassero attraversando i 50 km. di mare prima che sconvolgimenti tellurici facessero sprofondare il passaggio: 60 milioni di anni sembrano trascorsi dal raffreddamento oceanico di basalto incandescente ora plasmato in magnifiche stalagmiti. Oggi questa binazione insulare é vulcanicamente tranquilla - ma non politicamente come accennerò in seguito - e le fonti energetiche naturali non sono quelle dell'Islanda (descritta l'anno scorso in due articoli "Il calore gratuito" e "L'isola dell'energia") bensì il vento e la torba. Il primo non costa nulla ... fornito in continuità e freschezza... dall'Atlantico, ma costano molto i generatori elettrici eolici; ne ho visti pochi in circa 2000 km di percorso misto.
La seconda é "un'agricoltura nazionale" essendo visibile per enormi estensioni
nelle zone meno urbanizzate, frutto nei secoli di macerazione di strati
sovrapposti di vegetali (essenzialmente muschio) compressi in assenza di
ossigeno con spessori di molti metri; a volte capace di inghiottire animali
e uomini, più sfortunati che incauti. Mentre a livello personale ognuno si procura il combustibile necessario - la torba é di tutti finché dura (qualche secolo!) - alcune centrali di potenza sono alimentate da grandi volumi ritagliati come fette di una torta da potenti macchinari: per togliere meglio l'umidità vengono ricavate mattonelle lasciate impilate al vento onnipresente, sino a quando diventano dure ed idonee - per quanto a basso potere calorifico - per le caldaie. Infine la terza energia insulare, quella che ci ha visti "quasi" coinvolti - dal 7 al 10 luglio nell'Ulster, tra Belfast e Derry - ma che non avremmo mai voluto vedere, anche se solo in televisione; per fortuna passando di poco in anticipo sui luoghi delle proteste, e poi delle violenze, rispetto a turisti che seguivano l'itinerario.
Avevamo visto i mezzi blindati della polizia in servizio di pattugliamento, in attesa delle marce degli "orangisti" che ogni anno si preparano per l'anniversario - il 12 luglio - della loro vittoria storica che ha determinato l'attuale anomalia, 6 contee dell'isola con 55% di protestanti monarchici che non vogliono unirsi alle altre 26 in cui i cattolici repubblicani sono il 95%.
Ovviamente non è più tanto una questione religiosa o costituzionale quanto
economica e culturale: quest'ultima peculiarità - in senso negativo beninteso
- trasuda da discorsi e "murales" di entrambe le fazioni. [Bacigalupo: 24 luglio 1996]
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