Cogne, una storia
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo |
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization
Quella mia prima vacanza, dopo le iniziali durezze di navigazione, presso il villaggio alpino Don Bosco a Cogne, luglio 1954, mi apparve
l'equivalente terreno del Paradiso. Questa cima maestosa, la piu' alta completamente in Italia, troneggia alla fine della Valnontey
ed e' preceduta - quasi un simbolismo dantesco - dal crepacciato ghiacciaio della Tribolazione.
Sul versante opposto, ripido ed aspro, un ronzio di fondo molto sopra al paese attirava lo sguardo sulla frenetica attivita' mineraria:
l'estrazione dalle gallerie di Liconi del materiale ferroso ed il suo trasporto su carrelli aerei vicino all'abitato per un sommario
filtraggio; poi una mini ferrovia attraverso la montagna ed a Pila altri vagoncini su cavo per giungere alle acciaierie di Aosta.
Una ventina di chilometri dai 2.500 metri di quota, ove i minatori nel villaggio Colonna vivevano per lunghi periodi,
sino ai fonditori del minerale ai 500 metri a fianco della Dora Baltea aostana.
Da molti anni le miniere sono improduttive e chiuse, i piloni della teleferica mostrano il logorio del tempo e si fermano sul versante
montano per lasciare spazio alla recente urbanizzazione ed una piacevole visione verso il paese e l'arco delle Alpi. In una di queste
abitazioni ho passato bellissime vacanze dal 1979 al 1999; 100 metri sotto quella villetta troppo filmata dopo il 30 gennaio 2002.
Cogne deve essere apprezzata per una storia insolita e nobilitante: il famoso sindaco Cesare Grappein (1772 - 1855), laureato a Torino in
medicina e filosofia, la cui filantropica ed operosa dedizione gratifico' la vita degli abitanti, a lungo e tangibilmente; i suoi ideali
e risultati oltrepassarono la valle cognense sino a suscitare le reazioni dei vicini potentati.
Infatti - ricorda l'abate Joseph Henry, storiografo e curato di Valpelline - questo medico curava gratuitamente i compaesani mentre
rivoluzionava l'economia della comunita', attuando pragmaticamente un equilibrio sociale innovatore e pacificatore.
Scrive appunto Enrico Vecchietti - rivista del Club Alpino Italiano, ottobre 1979 - che la sua politica comunitaria prevedeva la compartecipazione
ai proventi, allora cospicui, del minerale di ferro, venduto alle industrie, in due parti: una ai lavoratori, scavatori e trasportatori;
l'altra alle persone impossibilitate, vedove ed anziani, malati e ragazzi, persino i giovani sotto le armi.
Ovviamente il progetto ebbe successo per il prestigio e la rettitudine del sindaco: tutti in varia misura si adoperavano per il funzionamento
della miniera, abbandonata da oltre un secolo per l'impervietà della posizione, e per creare una viabilita', sicura e rapida, di 8 chilometri
in una natura allora difficilmente affrontabile.
E sulla strada per Vieyes fece scolpire su roccia frasi in latino, tra cui il motto ciceroriano Essere utili alla propria patria e' suprema virtu'.
Interessante, e non solo per Cogne, la colta relazione che il dott. Ottino Jeantet tenne, come Presidente dell'Ente Turismo, il 10 aprile 1974 al Rotary Club di Aosta; ecco qualche riferimento.
La storia religiosa di questi alpigiani risale al 290 d.c. ed al 1433 quella mineraria: divenuta quest'ultima difficoltosa, e bloccata nei lunghi inverni, il vescovo aostano Bally vendette la
proprietà nel 1679 al Comune di Cogne (di cui ogni porporato e' stato anche Conte sino al 1951); ma all'inizio del 1800 la situazione della miniera era molto precaria, e cosi' quella della popolazione,
quando fu eletto Cesar Grappein.
Nell'estesa descrizione di quegli avvenimenti rimarchiamo la sua realizzazione sociologica in quei tempi - che dovrebbe essere tuttora meditata - per apprezzare l'eccezionalilta' di un personaggio
probo e geniale a cui corrispose l'orgoglio degli abitanti di appartenenza alla comunità: questa godette un periodo di benessere e tranquillita' e diverse innovazioni positive, istruzione compresa,
inimmaginabili allora altrove.
Tanto è vero che tale modello comunitario preoccupo' la regione ed i poteri circostanti, non solo politici-industriali, che "normalizzarono" il sistema locale alla conclusione esistenziale del dottor Grappein:
il cui nome resta nella via centrale del paese e nel ricordo dei paesani, che molti - dal sindaco al parroco - ho ben conosciuto.
Cogne, una storia esemplare della quale i cognensi devono essere fieri solidarizzando tra loro in qualunque avversita'.
Evoluzioni di 4 aviogetti sopra Cogne per festeggiare l'annuale gara internazionale di sci di fondo di 45 km: partenza ed arrivo nel prato di Sant'Orso, Patrono del Paese, febbraio 1984 (foto dal balcone di casa).
fotografie di E. G. Bacigalupo
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"Cogne, una storia" all rights reserved - 13 marzo 2002
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