Peter, principio e fine
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization

Ricordiamo, a trent'anni dalla pubblicazione del suo libro (editore Bompiani, collezione Garzanti), lo psicologo canadese Laurence Peter che, assieme a Raymond Hull, formulava in chiave satirica il meccanismo della carriera aziendale.

Il principio di Peter postulava infatti che "in ogni gerarchia un impiegato tende a salire sino al proprio livello di incompetenza, quindi ogni lavoratore si stabilizzerà al minimo grado di efficienza": ciò per le grandi aziende, intuitivamente, e pubbliche soprattutto.

[Il libro edito da Garzanti]
Il libro ove si parla del principio
Pur sfrondando il paradosso resta l'ansia dell'uomo - e quota parte della donna - di cercare ed ottenere visibilità professionale ed economica in funzione dell'impegno, più dell'ingegno o, quanto meno, dell'anzianità. Ma lo scorrere del tempo non sempre è accumulo di abilità e competenza, può subentrare l'assuefazione e l'impigrimento. Ovviamente l'avanzamento in azienda dovrebbe avvenire per merito, pur influenzato da inevitabili viscosità interne, sindacali o parentali: quando comunque il riconoscimento porta al gradino superiore il compito conseguente è necessariamente diverso, più complesso e delicato, quel tanto da doversi produrre in stress che possono appannare il prestigio acquisito in precedenza.
Dopo il rodaggio, se si concretizzerà la nuova posizione, si proporrà il passo successivo, ma con problematiche oggettivamente crescenti sempre meno risolvibili: sino al temuto proprio livello di incompetenza. Si prospettano ovviamente eccezioni, ironia a parte.
E' finito il principio, è iniziato il termine da tempo. Sono cioè mutati i presupposti della scalata gerarchica, iniziando come al solito dal Nord America patria della frequente mobilità occupazionale, case motorizzate al seguito. In Italia le minori distanze consentono il pendolarismo, pur con i crescenti disagi, unitamente a maggiori abitudinarietà; queste debordano in molti giovani troppo affezionati al proprio ambiente per cercare migliori condizioni altrove, specialmente dai paesi alle città. La globalizzazione delle merci ha incentivato il mercato -e nuovi operatori- e visto la flessione dell'industria, dopo quella dell'agricoltura. Un ampio ventaglio specialistico offre oggi occasioni differenziate di lavoro e carriere anche disomogenee, rampanti più per temperamento caratteriale, pur dinamiche e fruttifere, che per esperienza consolidata.
Vi era una volta la vocazione, presunta o reale spesso eredofamiliare, per occupare attività in cui, senza fretta, scalare le posizioni. A dettare il campo di appartenenza adesso è soprattutto l'offerta contrattuale e la novità della funzione. Remunerazione ed incarico sollecitano prove e tensioni, rischi umanamente proporzionali tipici del terziario (più che nei due settori precedenti) per la minor possibile obiettività valutativa. Questa sottende le persone e le circostanze per radicarsi sul risultato, unico metro di giudizio. Il frenetismo concorrenziale alimenta tecniche di persuasione all'esterno (pubblicità, referenze) ed all'interno (motivazioni, coinvolgimento). L'entusiasmo è un olio essenziale per il motore della vita, privata e pubblica: basta non esagerare attribuendo positività, pur riconoscendole l'influenza sull'economia, solo a quanto si compra e si consuma.
L'organizzazione favorisce il ricambio, di per sé interessante di funzioni e funzionari, sebbene la flessibilità dovuta all'opportunità può generare insicurezza: la gioventù la conosce poco (e l'affronta meglio), l'anzianità può temerla (per motivi di prepensionamento).
Il movimento aziendale, voluto o subìto, può essere creativo: allora l'iter promozionale non prosegue sino al livello prima menzionato, forse, si trasla ad un'altra competenza; magari più remunerata ed instabile, stimolatrice però di benefici apporti reattivi.
Peter Pan, non il dio mitologico: qui la sindrome che colpisce chi non si responsabilizza abbastanza procedendo dalla giovinezza alla maturità? Intrapprendenza e multidisciplinarità stanno subentrando a conservazione e rigidità in una accelerazione globale che ha scomposto le precedenti tessere del mosaico lavorativo e gerarchico.
Fine di un passato e principio di un presente? E dopo l'11 settembre 2001?

[Bacigalupo: 11 Ottobre 2001]


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