Termodinamica Virtuale
a cura del cap. d. m. Emilio Giuliano Bacigalupo |
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Opinioni raccolte e suggerite quale spunto di riflessione
Energy and Civilization
Stravaganze di fine millennio?
Declinare questo settore della fisica dedicata agli scambi termici con un aggettivo
serioso di moderna decifratura? Può una scienza con leggi rigorose accettare
un concetto elastico di verità verosimile? Ovviamente l'abbinamento dei
vocaboli in titolo è un pretesto per ritornare dialetticamente su una
materia complessa: nel precedente "
La madre di tutte le energie
" abbiamo parlato del Primo e Secondo principio termodinamico (conservazione
complessiva dell'energia e degradazione spontanea della temperatura) e gli studi
proseguono verso il grado zero assoluto e la massima potenza emergetica.
Per rendere virtuali alcune trasformazioni termiche, di largo impiego e di ristretta
conoscenza, utilizziamo le figure ideate dal professore Borel dell'Università
di Losanna, disegni apparentemente infantili ma già tempo addietro ottime
interpretazioni dell'exergia. Questo termine di qualità misura il lavoro
massimo che si estrae in un processo reversibile pervenuto allo stato di equilibrio
termodinamico con l'ambiente circostante: essendo cioè riferita in un
contesto onnicomprensivo può essere inferiore all'energia, forma praticamente
usata e sinonimo di quantità. Le cinque figure - riprese dalla pubblicazione
dell'ENEA, che ringraziamo ancora - visualizzano le diverse situazioni exergetiche
e il rendimento evidenzia il risultato raccolto "a livello umano"
rispetto a quanto disponibile in natura e trasformato: cioè "scendendo"
dal combustibile o dall'elettricità come e cosa "giunge" all'utente
a seconda della tecnologia ottimizzata.
***
1) Riscaldamento con caldaia
Dalla temperatura potenzialmente infinita del combustibile si passa a quella
di 1200°C della fiamma del bruciatore e si arriva ai 20°C minimi di legge dei
locali, con una media esterna di O°C. Mentre il rendimento exergetico è
soltanto del 5% quello energetico è dell'80%, rapporto tra le potenze
termiche utilizzata e consumata. Negli impianti più grandi detti valori
salgono al 6% e 90%, rispettivamente.
Fig. 1 - Interpretazione exergetica del riscaldamento individuale
2) Riscaldamento con elettricità
Il radiatore elettrico ha un rendimento energetico del 100% perchè tutto
il consumo si trasforma in calore, ma parametrando tale effetto alla sua origine
il rendimento exergetico è ridimensionato al 7%, sempre per utenze a
20 C e ambiente a O C.
Fig. 2 - Interpretazione exergetica del radiatore elettrico
3) Centrale termoelettrica
Le precedenti interazioni, cioè caldaie a combustibile e turbine a vapore
azionanti alternatori - tutti componenti ad alta efficienza - fanno coincidere
i rendimenti exergetico ed energetico al 40%.
Recentemente l'innovazione dei cicli combinati - turbogas in parallelo elettrico
con turbine azionate dal vapore cogenerato dallo scarico fumi - ha elevato entrambi
i rendimenti al 60% circa.
Da notare il Primo principio conservatore dell'energia e il Secondo principio
dissipatore della temperatura.
Fig. 3 - Interpretazione exergetica della centrale termica
4) Centrale cogenerativa
Una soluzione moderna comparabile, in cui l'autoproduzione elettrica è
integrata dalla massima quota di calore recuperato (cioè anche a minor
temperatura), è data da turbogas e teleriscaldamento: il rendimento exergetico
resta al 40% ma quello energetico sale all'80%. Invece con motori endotermici,
gas o gasolio, e utilizzando la cogenerazione sino ai livelli minimi per climatizzazione
e sanitario, si possono toccare valori rispettivi del 50% e 90%.
Fig. 4 - Interpretazione exergetica della centrale di cogenerazione
5) Pompa di calore
Questo effetto riscaldante è connaturato al ciclo frigorifero - vedere
il precedente "Il freddo
nel tempo" iniziatore di questo trittico - ma è normalmente
disperso in acqua o in aria: salvo il suo livello termico non sia adeguatamente
utilizzato e conveniente, dopo un'analisi (anche economica) del caso specifico.
Tale riscaldamento è la somma del calore equivalente al lavoro di compressione
del refrigerante più quello dissipato o usufruito con la "sorgente
fredda" disponibile, acqua o aria, unificata a O C come nelle altre figure.
La pompa di calore è l'unica situazione opposta al Secondo principio,
ma è la tecnologia dell'uomo e non la spontaneità della natura
a prelevare energia dal basso elevandola a 70 C.
Il rendimento exergetico è il 50% e quello energetico il 250%, cioè
ogni unità di potenza consumata ne origina due e mezzo (2,5 kW termici
con 1 kW elettrico).
Detti numeri scendono con aria inferiore a O C, riducendosi l'efficienza del
ciclo termofrigorifero; ma più spesso salgono con i moderni impianti
di climatizzazione le cui batterie accettano acqua attorno a 45 C, e ancor meglio
se la sorgente è acqua (pozzo, fiume, lago, geotermia).
Ne consegue che la pompa di calore è raccomandabile se abbinata con l'utilizzo
primario dell'effetto refrigeratore, altrimenti diventa problematica, per i
prezzi di acquisto, la concorrenza con la caldaia tradizionale, peraltro con
rendimento non influenzato dalle temperature invernali, rigide.
Fig. 5 - Interpretazione exergetica della pompa di calore
***
L'estrosa semplicità di queste figure ci riporta ad oggi, quando con il
termine spesso abusato di virtualità passano immagini, filmiche e televisive,
in cui è difficile capire il confine tra didattica e manipolazione, tra
impegno e gioco, tra realtà e finzione.
Gli effetti speciali possono essere distorcenti per le menti meno strutturate,
e per altre divenire controproducenti esagerando in quantità, e bassa
qualità, come ad esempio per pubblicizzare certi prodotti ed attività.
Per contro la visione digitale di tutto ciò che è cultura, particolarmente
lontana nello spazio e nel tempo, è un'opera succedanea molto apprezzabile.
Chiaroscuri inoltre per i "quadrati luminescenti" diffusi nelle aziende,
ormai desiderati anche personalmente: è superfluo rimarcare l'enorme
aiuto intellettivo e pratico nell'espletare il lavoro nonchè quanto ritenuto
servizievole e piacevole, casa compresa.
Occorre soltanto ricercare il senso della misura per non dimenticare le azioni
umane pregresse tra cui socialità e ragionamento: meno rete e più
natura, altrimenti l'homo erectus diverrà curvus!
Infine il Papa, meditando i versi pessimistici di Olivier Clément (Via
Crucis al Colosseo, VI stazione, 10/4/1998): "Si diceva allora di uno
schiavo che è senza volto... così lui si è identificato
con tutti i senza volto del mondo, quelli... derubati della loro anima,
quelli che per ore e ore, davanti al volto, non hanno altro che schermi
di computer...".
Se sapremo vederci dentro come allo specchio potremo fare di questo, come di
ogni miglioramento tecnologico, un'integrazione virtuosa dei valori della vita,
con un pò d'euroequilibrio anziché l'asservimento mediatico a
lontane frontiere.
Illusioni di fine millennio?
[Bacigalupo: 21 Giugno 1998]
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