Atto unico
tratto da un racconto breve di
Ivo Andric
Il Tappeto di Ivo Andric - Newton Compton Ed.
Lettera del 1920 di Ivo Andric - Newton Compton Ed.
Estratto da Sprayliz n. 1: Graffiti Corsari - Star Comics
... e insieme con l'alzarsi del sole e l'accentuarsi del cannoneggiamento cresce anche la paura.
Questa paura, invisibile e contagiosa, inerme solo davanti a coloro che non la sentono perché stanno combattendo, fa il suo gioco con tanta povera gente nascosta nelle case. Penetra loro in testa, intorpidisce i pensieri e rovescia concezioni che sembravano eterne e incrollabili, consiglia la fuga e poi recide le gambe, conduce nei rifugi e subito dopo ne suggerisce altri più sicuri. La paura trionfa e piega l'uomo ovunque può, come un filo d'erba.
Sì, perché la Bosnia e' il paese della paura e dell'odio!
Sì! Dell'odio, e la caratteristica fatale di quest'odio sta proprio nell'inconsapevolezza dell'uomo bosniaco di viverci dentro... ma il fatto resta: in Bosnia ed Erzegovina c'è molta più gente, rispetto ad altri paesi slavi del sud, che in questi momenti di odio inconscio, per ragioni differenti e motivazioni diverse, e' pronta ad ucciedere o a farsi uccidere!
Io so che l'odio come l'ira hanno la loro funzione nello sviluppo della società, perché l'odio da' la forza e l'ira sprona al mutamento. Ci sono ingiustizie e soprusi antichi e profondamente radicati che solo i vortici dell'odio e dell'ira possono sradicare e annientare!... ma ciò che ho visto in Bosnia e' un'altra cosa: e' l'odio che nasce come forza autonoma, che trova in se' stesso il proprio fine. L'odio che fa scontrare l'uomo contro il proprio simile e che poi rigetta entrambi nella miseria e nella disgrazia poiché tale odio e' solo l'arma dell'istinto di devastazione e di autodistruzione!
Sì, la Bosnia e' il paese dell'odio... e, per uno strano contrasto, si può affermare che ci sono pochi paesi che hanno una fede così forte, caratteri così sublimi, una così grande tenerezza e tanta passione, tanta profondità di sentimenti, tanta incrollabile fede, tanta sete di giustizia... ma... sotto tutto questo, nelle profondità dense, si celano gli uragani dell'odio, una moltitudine di tifoni ancora non scatenati... ammassati, che maturano ed attendono la loro ora.
Fra i vostri amori e i vostri odi c'è lo stesso rapporto che esiste fra le vostre alte montagne e i mille volte più pesanti strati ecologici che nascondono e sui quali poggiano.
Così siete condannati a vivere negli strati profondi di una natura esplosiva che si incendia di tanto in tanto proprio con le miccie dei vostri amori, della vostra infiammata sensibilità... forse la vostra disgrazia più grande sta proprio nel fatto di non rendervi conto di quanto odio viva nei vostri amori e nelle vostre passioni, nelle vostre tradizioni e nelle vostre fedi!
Chi passa la notte sveglio a Sarajevo può udire le voci della sua oscurità. Pesantemente e inesorabilmente batte l'ora sulla cattedrale cattolica: due dopo la mezzanotte. Passa più di un minuto - esattamente, ho contato, 75 secondi - e solo allora si annuncia con un suono più debole, ma acuto, l'orologio della chiesa ortodossa che batte anch'esso le "sue" due ore. Poco dopo si avverte con un suono rauco e lontano la torre dell'orologio della Moschea del Bey, che batte le undici, undici ore degli spiriti turchi, in base a uno strano calcolo di mondi lontani e stranieri.
Gli ebrei non hanno un loro orologio che batte le ore... il loro Dio e' l'unico a sapere che ore sono in quel momento da loro. Quante in base al calcolo dei sefarditi, quante secondo il calcolo degli askenazi...
Così anche di notte, mentre tutto dorme, nel conto delle ore vuote del tempo veglia la differenza che divide questa gente assopita che da desta gioisce e soffre, che si nutre e digiuna in base a quattro diversi calendari, ostili tra loro, e che rivolge tutte le sue preghiere allo stesso cielo in quattro diverse lingue ecclesiali.