Torna alla HomePage
Indice dell'Album
Iniziamo nel modo più classico. Come hai iniziato a quali opportunità hai avuto per far conoscere il tuo lavoro?
Mi piace disegnare da sempre. Già alle elementari riempivo i quaderni di disegnini scemi, ispirate alle serie televisive. La mia prima esperienza professionale l'ho avuta con Sprayliz. In precedenza Toninelli mi aveva aperto uno spazio su Fumo di China, permettendomi di pubblicare un personaggio "fantasy" (Eliah - N.d.A.). La mia attività principale era quella di illustratore e grafico pubblicitario. Ogni tanto provavo a far vedere i miei lavori ma rimbalzavo inutilmente da una casa editrice all'altra. Mi dicevano che ero bravino ma che mancava lo spazio per una pubblicazione.
Ti presentavi anche con dei soggetti?
No, ero interessato a far vedere soprattutto il mio tratto, che però non andava bene. Era giudicato un buon segno ma troppo umoristico, mentre era richiesto un tratto più realistico. Allora tentavo di avvicinarmi agli standard richiesti. Niente da fare... Osservavano che mi avvicinavo troppo a Pazienza. C'era stato un piccolo spiraglio con Spot, il supplemento dell'Eternauta per giovani autori esordienti. Ma l'unica vera opportunità l'ho avuta con l'Intrepido che ha aperto le porte a tutti, cani e porci. Siccome ero un piccolo porco, senza alcuna esperienza autoriale, sono entrato anch'io. Le indicazioni da seguire erano poche e precise: storie di giovani, possibilmente protagoniste femminili, ambientazioni metropolitane, possibilità di fughe nell'horror e nel fantastico. Allora ho tentato qualcosa che non fosse Beverly Hills o I Ragazzi del Muretto e mi è venuto spontaneo inserire il tema degli artisti graffitari. A Milano operano in parecchi.
Tu li frequenti?
No, non faccio parte del loro ambiente. Però li vedo e apprezzo il risultato delle loro scorribande notturne. Ammetto che non ero per niente sicuro che la storia di una ragazzine che va in giro a fare graffiti potesse funzionare e invece...
Seguendo l'Intrepido avevo notato che ad un certo punto venivi citato sempre più spesso nelle lettere, talvolta era una critica ma in gran parte erano elogi sperticati. Quando è stato il punto di svolta che ti ha portato a essere l'autore di punta della rivista?
E' stato proprio il riscontro epistolare. E' arrivata una valanga di lettere di gente entusiasta che chiedeva che la serie andasse avanti. E pensare che all'inizio la redazione mi aveva commissionato una sola storia. Io la realizzai e la consegnai. Ma, senza che mi fosse richiesto, ne realizzai una seconda. La prima , però, non era ancora stata pubblicata. E così l'editore si trovò con due storie pronte, necessariamente legate l'una all'altra, anche se potevano essere due racconti auto conclusivi. Le lettere positive arrivarono subito e così si decise di continuare. Ci fu invece una storia che suscitò diverse reazioni negative. Il protagonista era un coniglio. Volevo fare qualcosa tipo Fritz, il Gatto, ma più sboccacciato. L'editore non fu soddisfatto, perché ci furono lettere critiche da parte di diverse ragazze. Adesso proprio delle ragazze mi hanno chiesto perché non l'ho proseguito. Spero di trovare nuovi spazi per continuarlo. Mi ero divertito a realizzarlo e pure i colori erano i miei.
Chi colora Sprayliz?
Vengono fatti con il computer. Io consegno delle fotocopie che contengono tutte le indicazioni necessarie, anche se non sempre viene richiesta una precisa sfumatura. Però mi sembra che per rappresentare bene dei murales una certa precisione dovrebbe essere indispensabile... In effetti, nella prima storia, l'esito dei colori è stato terribile. D'altronde la colorazione è effettuata da agenzie specializzate che garantiscono una qualità media e costi molto contenuti. Inoltre, se i colori dovessi darli io, ci metterei una vita. Allora cerco di essere più preciso. I risultati sono migliori ma non sono ancora soddisfatto.
Almeno le copertine le colori tu?
Sì'. Utilizzo l'aerografo e impiego tutta la cura e il tempo necessari, perché le copertine devono venire bene.
Leggendo le tue storie mi aspettavo un giovane ribelle dall'aspetto casual. Invece sembri un tipo tranquillissimo, capelli corti, vestiti semplici... C'è qualcosa di vissuto nelle storie che scrivi?
Di vissuto, nulla.
Intendo anche a livello di sensibilità verso certe cose.
Beh, allora è un altro discorso. Diciamo che io sublimo la mia carica eversiva creando queste storie contro, perché nella mia vita non ho bisogno di andare contro qualcosa. Nel fumetto mi piace invece pensare situazioni "altre" e infatti con Sprayliz entro nella testa di una ragazza che già non mi appartiene come sesso e neppure come mentalità.
E le ragazze come hanno reagito?
La caratterizzazione è abbastanza semplice, anche perché chi ha una cultura fumettistica...
Scusa, la caratterizzazione sarà anche semplice, però è una delle più efficaci che io abbia visto in questi ultimi tempi. Sprayliz ha una carica fortissima e il feeling con i lettori è immediato. Personaggi così in giro ce ne sono pochi.
La freschezza di questo personaggio deriva dal fatto che l'ho tratteggiato in modo leggero, dal punto di vista psicologico, e genuino. E' molto fisica nelle reazioni. Non pensa molto a quello che fa. Ha le sue idee chiare, però non si arrovella più di tanto sui problemi. Ho preferito evitare una personalità complessa che poteva, alla fine, risultare fasulla. Tornando alle reazioni del pubblico femminile, le ragazze che mi sono amiche sono mie coetanee e trovano il personaggio carino. I pareri più interessanti sono quelli delle più giovani, che scrivono e che incontro a Lucca. Esse tendono a immedesimarsi in Sprayliz perché vorrebbero anche loro uscire di casa la notte, lasciando i genitori addormentati, pitturare i muri o andare i discoteca, senza rendere conto ad alcuna autorità. Questo impeto di indipendenza e anticonformismo è sentito molto dalle ragazze e ciò incide, senza dubbio, sul successo del personaggio.
Un altro elemento importante è la bisessualità che, per Sprayliz, mi sembra più affettiva che erotica.
Sì. Liz vuole molto bene alla sua compagna Kate, dichiaratamente omosessuale. Kate è un personaggio che non ha ancora trovato la sua strada. E' anticonformista e non è legata a certi valori imposti dalla società. Quindi Liz può andare oltre certi limiti con la sua amica, senza alcun problema, perché non è un rapporto contaminante. Non ha dei valori che possono essere "sporcati" da un certo comportamento fisico. Inoltre a me piace raccontare situazioni che la maggior parte della gente valuta anormali. Sprayliz si accosta tanto spontaneamente a Kate quanto se ne discosta per cercare altre relazioni eterosessuali, per poi ritornare da lei. E proprio Kate alla fine risulta una persona normale, non una cara amica che ha il problema di essere "diversa".
Mi sembra che ciò rispecchi una tendenza giovanile attuale. Si accettano di più gli altri così come sono (o forse ci si fa gli affari propri).
Ma questa è una gran cosa. Quando ero giovane, non era così. Solo crescendo ho imparato la tolleranza.
Anche in famiglia, forse, qualcosa è cambiato. C'è meno conflitto, ma c'è meno dialogo tra figli e genitori.
La famiglia è sostanzialmente rimossa, ma non è una cosa necessariamente negativa. E' un periodo in cui alle ragazze più giovani, per esempio, sono lasciate briglie più sciolte. I giovani hanno più possibilità di farsi le loro esperienze ma non mi sembra che la famiglia rinunci, per questo, alla sua funzione più importante che è l'assegnazione di valori guida. Sprayliz sembra avere un atteggiamento di distacco verso i suoi genitori. In realtà non so se sia vero ma i giovani danno per scontato l'affetto dei genitori, non c'è bisogno di cercarlo. Magari non si accorgono che certe cose vanno, non dico meritate, ma perlomeno coltivate. Comunque, nel fumetto, i rapporti familiari di Liz sono momentaneamente accantonati. Si vedrà in seguito.
Noto un'altra caratterisitica nelle tue storie. C'è voglia di vivere. Invece in altri fumetti che riguardano i giovani (e che appaiono sullo stesso Intrepido), aleggia fortissimo il senso della morte. In questi casi troviamo spesso ragazzi cinici e annoiati che magari uccidono per divertimento...
E' l'enfatizzazione di un aspetto reale della psicologia giovanile. Si tratta del classico "tedium vitae" che poi può portare l'adolescente al suicidio, a farsi oppure ad aggregarsi a bande violente e armate. Tutto ciò è un sintomo del disagio giovanile. Però non c'entra l'eventuale mancanza di rapporto con i genitori o altre cause sociali e ambientali. Un giovane può vivere questi momenti perché fa parte della sua condizione. L'enfatizzazione di tali situazioni porta alla realizzazione di storie decisamente depressive.
La differenza tra il taglio dei tuoi lavori e quelli di altri autori si vede anche dalle copertine dell'Intrepido. Le tue sono gioiose e frizzanti. Altri realizzano cover piene di mostri o con situazioni raccapriccianti (per esempio quelle di Truscia).
Si trattava di una precisa indicazione editoriale, funzionale al progetto di Pennacchioli, che ora non è più responsabile della testata.
Però, a mio avviso, alla copertina quasi splatter corrispondeva un interno un po' diverso, con autori come Brindisi e Caracuzzo, dotati di un segno senza dubbio più sereno.
E' vero ma c'era un discorso di grafica aziendale, per dare l'immagine di una rivista "per ragazzi cattivi". Se poi all'interno il lettore trovava storie con un taglio diverso, ciò dipendeva da una certa disorganizzazione redazionale e da una notevole quantità di materiale disponibile, non sempre "in linea".
Recentemente sei stato intervistato dalla rivista Babilonia. Come è andata?
Mi si è presentata una ragazza che si è dichiarata apertamente lesbica e abbiamo iniziato una chiacchierata assai piacevole. Sono stato particolarmente gratificato dal fatto che il personaggio fosse piaciuto agli "addetti ai lavori". Kate è stata valutata positivamente perché si distacca dagli stereotipi classici che vedono nella lesbica una specie di ninfomane. Nei film porno la lesbica ha la funzione di "attizzare" il maschio. La ragazza di Babilonia mi ha chiesto come mai il personaggio mi fosse venuto così bene e se magari fossi gay anch'io... Ma io non ho una conoscenza diretta di queste situazioni. Mi è capitato soprattutto di vedere film o leggere libri di autrici/autori omosessuali, trovandoli molto interessanti. Per esempio, "Cuori nel deserto", la cui protagonista era piena di vita e, come Kate, si portava a letto, tra l'invidia dei maschi, della "gran sane".
Cambiamo discorso. Siamo sugli spalti di Lucca (quando ancora si poteva andare sulle gradinate del Palazzetto - N.d.A.) e abbiamo sottocchio l'intero palazzetto. Tra gli stand campeggia gigantesco il robot di Patlabor e si nota la presenza di una marea di giovani, nonostante la promozione sia stata un po' inferiore rispetto agli altri anni e manchino colossi come la Disney e Bonelli. Cosa ne pensi?
Innanzitutto speravo di vedere l'anteprima di "Aladdin"... Vedo che i ragazzi spendono soldi...
E' strano. Si dice che in Italia ci sia la crisi...
Sembra che gli italiani abbiano questa caratteristica: di spendere tanto nei periodi di crisi. Forse è una forma di esorcismo.
Ci sono molte testate che chiudono. Ci sono voci persino su Linus.
Se fossero vere, riguardo a Linus, sarebbe una triste anteprima. Comunque bisogna ammettere che accanto a riviste che chiudono altre aprono. In ogni caso i grossi autori hanno sempre spazi all'estero a loro disposizione.
Ma torniamo ai ragazzi che spendono. Non voglio fare moralismi facili, ma questi ragazzi si comportano in modo piuttosto maniacale, sia nei confronti delle varie testate manga o americane, sia addirittura nei confronti dei rispettivi redattori. Forse, nei tuoi fumetti, potrebbero apparire come gli sfigati della situazione.
Ogni passione deve essere rispettata. Questo non significa condividerla. Anzi, io non la condivido. Eppure trovo degli aspetti positivi; anche se le finanze vengono notevolmente alleggerite, questo fenomeno provoca un giro di idee che finisce per innescare inevitabilmente creatività. Non credo che questi ragazzi siano solo dei collezionisti maniaci. Anche se non dovessero creare nulla, questi fumetti sono comunque le loro letture e il loro interesse smuove il mercato, influendo sulla creatività di autori come me. Certamente spendono uno sproposito.
I contenuti emergenti sembrano però più estetici che narrativi. Una chiara dimostrazione è la maggior importanza acquistata da alcuni disegnatori rispetto ai propri soggettisti.
Ci sono autori bravi a raccontare storie, magari non sempre ben realizzate graficamente e ce ne sono altri che sanno illustrare esili trame con tavole capolavoro. Ho visto certi autori erotici giapponesi che disegnano in modo splendido con particolari e costruzioni incredibili. In questo caso è naturale che si lavori di più sul segno. Come si sa è difficile che l'erotico porti a grandi costruzioni letterarie. La professione del fumettaro, tralasciando gli aspetti artistici, è di tipo visivo. Secondo me, la caratteristica principale di una fumetto è l'immagine, non la storia. Chi ha esigenze narrative è meglio che si legga dei bei libri.
Non mi aspettavo questa definizione.
Io sono convinto di questo. Chi non sa illustrare bene la propria storia, magari anche di buon livello, tanto vale che non faccia fumetti.
Noto diversi giovani che si presentano con una tratto molto marcato, analogo al tuo. Stai già facendo scuola?
No, il mio segno non è ancora abbastanza maturo. Basta vedere come è cambiato dal primo episodio a oggi. Ancora oggi mi ispiro a Pazienza, ai giapponesi, al vecchio Moebius. Sono io che vado ancora a scuola dagli altri.
Nei tuoi fumetti, troviamo una metropoli non precisamente caratterizzata, ma piena di elementi che richiamano anche la realtà italiana. Mi sembra che il tuo atteggiamento nei confronti dell'attualità non sia neutro. Prendi posizione in modo netto. In una copertina Sprayliz, che ha la connotazione positiva del personaggio simpatico, taglia la gola a un naziskin...
La mia visione delle cose è molto manichea. Adesso non posso approfondire molto, ma io detesto queste forme odiose di intolleranza e sciovinismo maschilista. Mi piace che questi poveri grulli vengano picchiati da Kate, presa in giro da loro perché lesbica. Nella realtà non succede, ma questa gente che si pone di fronte agli altri con la violenza fisica sarebbe giusto che fosse ripagata con la stessa moneta. Per loro non potrebbe esserci migliore lezione.
Come si sta nella Milano leghista?
Si sta come prima. Non è che stiano facendo grandi cose. ma è il clima culturale che si sta deteriorando. Prima la gente si vergognava a dire che non leggeva un libro da vent'anni, ma adesso che l'ha detto "il" Bossi... L'importante è lavorare, fare i soldi, produrre. non sopporto che questa marmaglia, una volta taciturna, adesso si sia messa a vociare con atteggiamenti intolleranti, ottusi e ignoranti. I naziskin sono solo un fenomeno marginale e chiunque può essere d'accordo a vederne uno tirato sotto da un camion.
In effetti ricordo, in Sprayliz, un pelato nazista tirato sotto da un motorino, tipo pupazzetto dei cartoni animati.
Sì, il modello è Vil Coyote. Comunque oggi è così. Si è dato un megafono a gente che prima si limitava solo a mormorare la propria intolleranza.
Vabbeh. I tuoi progetti futuri?
Vado avanti con Sprayliz e con la tavola mensile degli Skaters, sempre sull'Intrepido, più una storiella a episodi sul nuovo mensile della Rizzoli (Action - N.d.A.) che uscirà a fine Gennaio. Ovviamente lavoro sempre meno per la pubblicità e l'illustrazione.
Si può chiedere quanto vi pagano per ogni tavola?
Non penso ci siano problemi. Tra soggetto, disegni e lettering 240mila lire a tavola. E' un buon compenso, raffrontabile a quello che offre la Sergio Bonelli Editore. Attualmente mi piacerebbe eseguire altri lavori. Da una parte la sento come un'esigenza espressiva, dall'altra non è una buona politica avere un solo cliente. Ci sono diversi progetti, ma si vedrà.
Faresti disegnare le tue storie da altri?
No. Se mi mancasse il tempo, preferirei sospendere e riprendere in un secondo tempo. La realizzazione grafica ed espressiva è troppo importante e deve essere eseguita da me.