L'ultimo murale di Sprayliz
di Luca Enoch

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Questo articolo e' stato pubblicato dopo l'annuncio della chiusura della 2° serie di Sprayliz.

Sprayliz chiude; ormai e' ufficiale. Chiude con il numero 11, che uscirà a fine settembre e il caso vuole sia l'unico numero non disegnato da me. Le cause della sospensione da parte dell'Editore sono unicamente economiche: S.L. non vende abbastanza e la Star Comics non e' più interessata a continuare le pubblicazioni. L'editore si e' ben guardato dal comunicarmelo a voce e ha preferito delegare una dipendente perché mi portasse la lieta novella; questo mi e' spiaciuto, anche perché i rapporti all'inizio della collaborazione, sia con Bovini che con Cavallerin furono e sono stati in seguito molto cordiali. Il fatto che nessuno di loro si sia fatto vivo di persona non depone a loro favore, dal punto di vista della correttezza professionale e umana. Errori; gli errori sono stati miei. L'editore ha portato avanti una sua politica editoriale, a mio avviso suicida, ma di errori in specifico non ne ha fatti. Ha semplicemente condotto l'iniziativa editoriale in maniera miope e poco professionale. E lo stesso ha fatto per Shanna Shokk e Ossian, e sta facendo ora con Hammer. A quanto ho capito, e la cosa mi e' stata confermata da diverse fonti, la "strategia" editoriale di Bovini e' quella di buttare in edicola più materiale possibile, investendoci il meno possibile, e sperare di imbroccare la pubblicazione "fenomeno", il nuovo Nathan Never, e vendere di botto 50.000/100.000 copie. Bene, dal punto di vista imprenditoriale questa non e' una politica intelligente; colpi di questo genere riescono solo a Bonelli, perché dietro c'è il fenomeno Dylan Dog che vende 500.000 copie al mese, ristampe escluse. Ma non dimentichiamo che lo stesso D.D. ha vivacchiato fino al diciottesimo numero ed e' esploso solo al quarantesimo circa, dopo più di tre anni di presenza in edicola. Alan Ford fino all'episodio di Superciuk non vendeva un granché; dopo e' esploso e c'è stata una grande richiesta di arretrati. Quindi è questo il punto fermo che Bovini non vuole, o non arriva, a vedere: la presenza in edicola. E la visibilità. Spesso la gente compra un albo al sesto/ottavo numero, dopo che si e' abituata a vederlo dal giornalaio. Dare a una nuova pubblicazione il respiro di 10/12 numeri equivale a toglierle il fiato e condannarla a una fine prematura. Vuol dire bruciare personaggi ed autori che, con una politica editoriale più oculata e responsabile, avrebbero forse avuto più possibilità di affermarsi. Ma questo non interessa troppo a Bovini, preso com'è dalla sua ricerca della "gallina dalle uova d'oro". Ma significa anche buttare via vagonate di soldi e non rientrare nelle spese, e questo a un editore dovrebbe interessare. Quindi gli errori sono tutti miei, primo fra tutti l'essermi affidato alla Star e non a una Casa Editrice più motivata, come la Granata, a suo tempo interessata a S.L., che, forse, gestendo più oculatamente tempo e risorse, promozione e pubblicità, avrebbe aiutato l'albo ad uscire da quella palude congestionata che e' oggi l'edicola. Ma questi sono discorsi col "senno di poi" e lasciano il tempo che trovano. Forse il formato "pocket" non era il più indicato per questo personaggio o comunque non e' più proponibile alle nuove generazioni di lettori di fumetti, a meno di non ingolfarlo di vignette come nei manga giapponesi. Chissà? Quello che so e' che per uscire con una serie mensile, realizzata interamente da me, quella del pocket era l'unica strada praticabile. Quello che mi dispiace e' dunque che Sprayliz non abbia avuto abbastanza tempo di esprimere le sue grosse potenzialità di personaggio valido. Io ho avuto molti riconoscimenti per la mia creatura, e questo non può che rendermi felice dal momento che e' il mio primo personaggio fumettistico completo: buone critiche dalle fanzine come la vostra e attenzione da parte della stampa non specializzata, e questo vuol dire essere riuscito ad uscire dal circuito di informazione meramente amatoriale. Io stesso mi rendevo conto di come migliorassi nella narrazione, man mano che mi abituavo al nuovo formato. Essere "stoppato" in questo modo quando avevo preso così bene l'abbrivio e' stato come un calcio nelle palle. Ma la cosa che più mi fa imbestialire, e che come autore considero un vero "sgarro", e' il fatto che la Star abbia interrotto le pubblicazioni con un numero, l'unico!, non disegnato da me!
Questo numero, disegnato molto bene da Walnofer, era stato messo in cantiere da tempo, per permettermi di andare un paio di settimane in vacanza. Fossi stato pre-allertato per tempo, avrei volentieri posticipato le ferie per realizzare l'ultimo numero e tirare così le fila della seconda serie. Finire in questo modo può dar l'idea che non riuscissi a star dietro ai tempi di consegna, con il discreto culo che invece mi sono fatto per garantire la mensilità e una certa qualità del prodotto. Dai dati forniti dalla Star, dati definitivi solo dei primi due numeri, risulta che S.L. ha venduto 15.000 copie il primo numero e 12.000 il secondo. Per gli altri ci sono solo proiezioni che la stabilizzavano tra le 10.000 e le 12.000 copie. Ora, una rivista che al primo anno vende queste cifre, opportunamente sostenuta e rilanciata, può facilmente raggiungere le 15/18.000 nel secondo e crescere ulteriormente nel terzo. Ma evidentemente questi sono tempi troppo lunghi per una casa editrice come la Star. Peccato averlo saputo "dopo". Sprayliz la rivedrete presto, in altra veste e in altro circuito. Pensavo per l'inizio del '96 di far uscire in formato comic book gli ultimi quattro episodi della prima serie, quelli che sono stati raccolti nei due compact dell'Intrepido, nel circuito delle librerie specializzate; quindi tiratura limitata e bassi guadagni, giusto per testare questo mercato "alternativo". In seguito mi piacerebbe far uscire dei tri/quadrimestrali, sempre a sei vignette a tavola, con storie autoconclusive o miniserie, per non far morire il personaggio. Staremo a vedere se qualcuno sarà interessato all'iniziativa, se no si entrerà in auto-produzione. Per quanto riguarda il mio futuro professionale, ho contattato la Bonelli e lo staff di Antonio Serra sembra interessato a farmi lavorare per Legs Weaver, unica testata bonelliana, in effetti, dove il mio stile non farebbe a cazzotti con quelli degli altri disegnatori. Se ne saprà di più in settembre. Ad ogni modo l'ultima apparizione di Liz nel formato tascabile, si avrà al Quark Hotel a fine settembre, con l'albo speciale distribuito all'entrata a ogni visitatore.
E finalmente Liz e Kate scorrazzeranno per Milano!

La fine?
di Ro-Mario

Era un po' che si sapeva. Sprayliz aveva qualche problema a livello di vendite, ma la notizia della sospensione della collana e' giunta lo stesso in redazione come un fulmine a ciel sereno: speravamo proprio che Enoch ce la facesse! Dopo qualche affanno iniziale, aveva trovato la confidenza con il nuovo formato e le ultime storie erano a livello di quelle del periodo Intrepido. Purtroppo la chiusura di Sprayliz e' un gran brutto segno per il mercato fumettistico italiano : a parte i gusti personali - secondo noi e' un ottimo fumetto e le 88 tavole di Liz e soci ci mancheranno parecchio - deve far pensare il fatto che un autore bravo (e su questo non crediamo ci siano dubbi), capace di realizzare una testata divertente che tocca anche temi sociali e di creare un personaggio per molti versi innovativo, debba chiudere baracca e burattini ed andare a rifugiarsi in casa Bonelli, dove lavorerà su un personaggio non suo e dovrà uniformarsi - tanto o poco - al segno degli altri disegnatori, con tanti saluti alla libertà creativa ed espressiva! E' un vero peccato... e sembra che Enoch sarà solo il primo di una lunga serie di autori obbligati ad entrare in Bonelli solo per trovare il classico "impiego in banca", ben retribuito e sicuro. Con questo non vogliamo assolutamente offendere la Bonelli ed i suoi autori, che di sicuro pubblicano i migliori fumetti italiani, ma solo rammaricarci per lo spazio sempre più esiguo che avranno, d'ora in poi, le testate "indipendenti". Speriamo di sbagliarci...

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