Lesbiche Intrepide
di Sarah Sajetti

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Abbiamo intervistato Enoch, un giovane autore di fumetti milanese, che ha dato vita ad un personaggio lesbico.

L'Intrepido, giornale di fumetti, pubblica da alcuni mesi "Sprayliz", un nuovo fumetto scritto e disegnato da un giovane autore milanese, Enoch. La protagonista assoluta è Elizabeth, una liceale alquanto vivace, che con lo pseudonimo di Sprayliz, la notte riempie di murales le strade della sua città. Il sindaco, molto seccato, le sguinzaglia dietro tutta la polizia della città, naturalmente invano. Attorno a questa storia si sviluppa una serie di personaggi, il principale dei quali, assurto a vero e proprio co-protagonista, è Kate. Coetanea di Liz, come lei sportiva, simpatica, casinista, spericolata e... lesbica. La sua omosessualità è sfacciata: la vive come qualcosa di assolutamente normale, "ci prova" continuamente con Liz e, benché fidanzata con una donna, si concede tutte le distrazioni che può. Il personaggio di Kate, appena abbozzato nei prima episodi, ha assunto sempre maggiore importanza e il suo rapporto con Liz è diventato assolutamente primario all'interno della narrazione. Molto divertita, e soprattutto molto incuriosita, ho voluto intervistare l'autore.

Domanda: Prima di tutto dimmi qualcosa di te.
Risposta:
Lavoro come illustratore pubblicitario e di editoria,e anche come grafico. E' da dieci anni che sogno di fare fumetti e quando l'Intrepido si è rinnovato sono riuscito a infilarmi dentro. Adesso che ho pubblicato queste storie dovrei riuscire a fare di professione il fumettista.

D: La prima curiosità che mi devi togliere è come ti è venuto in mente questo personaggio (kate. N.d.A.) e di proporlo in un fumetto di largo consumo.
R:
Non è stata una cosa intenzionale. All'inizio era un personaggio come gli altri, poi più è andato avanti più mi è piaciuto; infatti negli ultimi episodi è arrivato a rubare un po' la scena a Liz o comunque a spartirsi equamente lo spazio con la protagonista. Mi piaceva più che altro l'idea di inserire un personaggio considerato comunemente anormale in un contesto quotidiano. Questa è lesbica ma poi non è che faccia delle cose strane; studia, fa sport, ogni tanto fa degli assalti a Liz, va be', ma questo... All'inizio volevo dare uno spessore al personaggio, un po' alla Valentina di Crepax, la ragazza che è eterosessuale ma ha anche altre attrazioni; questo se vuoi anche per solleticare una certa curiosità nel pubblico maschile. Poi, invece, il personaggio si è sviluppato in modo tale da presentare come quotidiana una situazione comunemente considerata deviante.

D: Perché hai optato per una lesbica?
R:
Semplicemente perché la protagonista era una ragazza: Avrei potuto introdurre un amico omosessuale però non ci sarebbe stato il rapporto tra loro due, che mi interessava di più.

D: Ho notato che nel corso degli episodi questo personaggio si evolve, non solo perché occupa più spazio ma anche come tipologia. All'inizio è più timida e anche un po' più rompiballe, poi però diventa più alla mano, più simpatica.
R:
Perché è diventata più simpatica a me, forse. Perché questi personaggi innanzitutto non hanno ossatura: con l'Intrepido è stata una cosa molto veloce, per cui i personaggi che erano solo abbozzati, senza uno studio dietro, si sono trovati a evolvere col mio disegno, giorno dopo giorno. Anche somaticamente Kate è cambiata moltissimo. Prima era una maschiettina, capelli corti, biondi, faccia un po' sbarazzina; adesso invece cerco di darle tratti somatici riconoscibili proprio perché è cresciuta come personaggio.

D: Questo personaggio è diverso dallo stereotipo della lesbica, è molto reale. C'è qualcuno che te l'ha ispirato?
R:
No, che io sappia non ho conoscenze omosessuali. Diciamo che gli unici input mi sono venuti da altri fumetti, quelli di Lauzier, per esempio. E' un autore francese cattivissimo verso la medio-alta borghesia del suo paese, contro la quale lancia strali terrificanti. Nei suoi fumetti Lauzier mette personaggi magari solo abbozzati ma di forte carica emotiva. Qualche input mi è venuto anche da film che trattano di omosessualità, come "Cuori nel deserto". E' molto bello il personaggio della ragazzina che è tutto il contrario di Kate: carnagione scura, bruna. Mi è piaciuto moltissimo il suo atteggiamento assolutamente naturale. Letture sul tema non ne ho mai fatte, vado molto al cinema; ultimamente ci sono stati bei personaggi di donne omosessuali.

D: Perciò non hai avuto stimoli da situazioni reali, fatti di cronaca...
R:
Assolutamente no. Infatti io mi avvicino molto umilmente a queste situazioni perché non ho conoscenza diretta, maschile o femminile; ho solo cercato di rendere più normale possibile una persona che ha solo altri gusti.

D: Gli uomini del tuo fumetto sono tutti perfetti imbecilli...
R:
(ride) Guarda, è un gioco di contrapposizioni, tutto lì. Voglio fare vedere che la massa è cogliona. A parte alcuni elementi positivi, come il ragazzo di Elizabeth e altri personaggi che man mano inserirò, il resto rappresenta la massa reale: la maggior parte della gente è come loro, più che pigliare per il culo non fa. Voglio rappresentare un atteggiamento negativo e stupido, ottuso. Perciò la loro imbecillità è funzionale al mio desiderio di rendere positiva e normale una situazione che non è considerata tale dai più. Per fare questo ho bisogno di una controparte che abbia un atteggiamento odioso e che ispiri antipatia.

D: A un certo punto Kate e la sua ragazza fanno uno scherzo terribile alla "strafiga" della scuola, quella che ha i soldi e gli uomini che vuole e naturalmente passa il tempo a stuzzicarle. Come ti è venuto in mente?
R:
Bé, è uno scherzo che ho fatto con dei miei amici al tempo del liceo a una festa ed era venuto molto bene; allora ho pensato di "riciclarlo" in un episodio.

D: Elizabeth, con il suo fidanzato Abe, fa solo sesso, non ha quasi altro rapporto, non parlano.
R:
Sì, è vero, è una cosa che riflette la mia voglia di dare più spessore al rapporto tra le due ragazze. Non mi è passato per la mente che Elizabeth fosse lesbica... Anzi, forse sì, non lo so, perché è una storia che si sviluppa giorno per giorno. Lei con Abe è andata solo per curiosità, adesso ho anche intenzione di farglielo mollare. Il rapporto forte, comunque, è quello tra le due ragazze, che è affettivo e non solo sessuale.

D: L'idea di creare un personaggio come Kate ti è venuta per l'audience o perché comunque era un'idea che volevi sviluppare?
R:
Mi piaceva la possibilità di mettere dentro le mie idee e dirle ai lettori. Non ho alcun intento pedagogico, per carità, è solo che i pochi personaggi di questo tipo che ci sono stati nel fumetto mi sono sempre piaciuti mentre mi hanno sempre dato molto fastidio certe rappresentazioni caricaturali, grottesche dell'omosessualità. Quanto all'audience un conto sarebbe se lavorassi per un altro tipo di magazine, ma l'intrepido è una rivista per adolescenti.

D: Però io ho visto che ultimamente l'intrepido è molto più spinto.
R:
Sì, adesso però la situazione è già cambiata nel senso che prima c'era una commistione tra fumetto e sport, che in Italia vuol dire quasi esclusivamente calcio, e non funzionava. Allora ne hanno fatto un bimensile solo di fumetti "metropolitani" con una certa inclinazione alla violenza e il sesso e infatti mi dicevano: "Mettici più sesso, mettici più sesso!", ma a me non andava di infilarci cose gratuite e ho sempre lasciato più immaginare che fatto vedere. Ultimamente è cambiato il consulente redazionale e c'è stato un'ulteriore giro di boa e tutto si è "alleggerito e infatti ora mi dicono: "Mettici meno sesso, mettici meno sesso!"

D: Come hanno reagito i redattori al personaggio e alla sua evoluzione?
R:
Inizialmente, quando il target erano i "ragazzi cattivi", andava bene. il rapporto lesbico attizza. Adesso invece vorrebbero una struttura un po' più "normale": Kate lasciamola così ma che faccia meno assalti, ma a me invece questo rapporto tra loro piace così com'è e cercherò di andare avanti su questa strada.

D: E' un caso che il fidanzato di Liz sia di colore?
R:
No, non è un caso; c'è la voglia di introdurre un ulteriore elemento estraneo in una situazione di normalità. C'è anche un discorso di resa grafica, nel senso che mi piace disegnare persone con la pelle nera, giocare con i riflessi... infatti Liz la faccio andare in giro sempre con questa tutina nera.

D: Hai ambientato la storia in una città straniera perché questa situazione anomala non fosse troppo incombente?
R:
No, solo per comodità, per una sorta di pigrizia mia. La città è New York però non viene mai nominata perché altrimenti dovrei mettermi a disegnare tutti gli ambienti giusti. Se l'avessi ambientata in una città europea, o italiana, avrei dovuto rendere l'ambientazione credibile e verosimile e sarebbe stato una lavoraccio in più. Con questo escamotage creo ambienti che si riconoscono immediatamente: dopo vent'anni di film e telefilm americani bastano alcune allusioni e tutti riconoscono l'ambiente, senza che sia necessariamente realistico. Basta che sia verosimile.

D: Come hanno reagito i lettori?
R:
Mah, fino a quando è arrivata Jo Squillo a curare la posta tutti scrivevano per parlare dei fumetti e a quanto pare mi hanno chiesto una certa frequenza di collaborazione perché il messaggio piaceva; ci sono state lettere di ragazze a cui piaceva molto il rapporto tra le due protagoniste. Nel complesso pare sia stato apprezzato.

D: Lettere di omosessuali?
R:
Se ci sono state o non erano esplicite o non sono state pubblicate; magari le hanno anche ricevute ma non sono state passate a me.

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