Locomotore FS E 402 B
Attratto dalla elegante livrea di questa macchina, ancora
indenne dalle nuove colorazioni, nell’ottobre 98 ho deciso di porne in cantiere il relativo modello.
La sua costruzione, come pubblicato sulla rivista “I Treni”
n. 212 del febbraio 2000 pag. 48 alla quale rimando, è risultata abbastanza facile e adatta ad essere eseguita con
diversi materiali: dal semplice cartoncino, ai fogli di polistirolo, alle solite latte di salsa di pomodoro (ma
questa volta di grosse confezioni, per la maggiore ampiezza delle superfici) o
al più pregiato ottone.
Si usa il mio metodo abituale: si fotocopia il disegno nella scala desiderata e si incolla sul materiale scelto; per la carrozzeria i principianti potranno allenarsi usando il cartoncino o la latta, entrambi di costo quasi zero e di facile lavorazione; chi ha già pratica potrà usare una lastrina di ottone da 0,3-0,5 mm di spessore. I modellisti in erba potranno limitarsi a colorare la fotocopia incollata sul cartoncino (ritengo molto importante attirare specialmente i giovani verso il nostro hobby); chi usa il lamierino potrà incollare sottili fili di rame da 0,3 mm di diametro in corrispondenza delle modanature delle fiancate oppure praticare dei fori alle estremità delle modanature e inserirvi il filo di rame che dopo essere stato messo in posizione e ben stirato potrà essere incollato o anche saldato; una volta fissato potrà essere appiattito con leggeri colpi di martello previa interposizione di una piattina di ferro; gli esperti potranno usare la tecnica della fotoincisione (spruzzare sull’ottone un fotoresist spray, colorare di nero le modanature in rilievo sul disegno, fare una fotocopia su lucido, mettere il lucido sulla lastra di ottone sensibilizzato, esporre ad una luce ultravioletta, sviluppare –usando guanti di gomma- con soda al 7% circa, lavare in acqua corrente e infine immergere la lastra nel percloruro ferrico per l’incisione chimica).
Per il prototipo io ho usato latta e polistirolo in fogli
mentre per il modello finale ho preferito l’ottone per la carrozzeria e la
resina per le testate, ricavate con la tecnica del calco in gomma siliconica da
quelle in polistirolo del prototipo (al vero queste ultime sono infatti in
materiale composito).
Carrello:
sono visibili lo scatolato, i freni a disco, la traversa con l’imitazione della
trazione bassa e la lamiera della scatola di pomodoro pelato.
Una volta ritagliati i contorni della carrozzeria si inizia
a piegarla lungo le linee tratteggiate del tetto e successivamente al livello
delle grate del ricasco del tetto
(lungo la linea di cambio del colore da grigio chiaro a verde). L’angolo
di piega è di 28° (vedere la vista di fronte del disegno) in modo da ottenere
una larghezza del modello di 34,5 mm. Poi si piegano le cabine e infine si
piega di pochi gradi la parte inferiore dei cassoni laterali, e di 90° il
bordino da 1,5 mm inferiore, cosa questa che irrobustisce le fiancate
imitandone lo spessore.
particolare
del pantografo tipo ATR90
vista del
tetto
Si saldano ( o si incollano, secondo il materiale scelto) le
sommità delle cabine col tetto e poi si
passa ai frontali. Per la loro realizzazione è comodo usare cartoncino o meglio
polistirolo: si prende un rettangolo di materiale 10-15 mm più lungo del
perimetro del muso, spesso circa 0,5 mm e largo 32-35 mm, si appoggia sul muso
e con un asciugacapelli lo si scalda fino a curvarlo come il frontale,
aiutandosi con una piastra piana. Vi
si incolla poi la fotocopia del muso e
si apre il vano per il vetro anteriore tenendosi 0,5 mm all’interno del
disegno. Si ripete l’operazione con un secondo foglio di polistirolo che, una
volta curvato, andrà incollato sul primo. Si continua fino a raggiungere uno
spessore totale di almeno 2 mm. Al penultimo foglio si forano i punti luce con
una punta da 1,8-2 mm. Prima di
incollare l’ultimo foglio di polistirolo si apre il vano vetro a misura
giusta insieme ai vani portafari e al
vano del pancone rientrante.
pantografo
25000 V del modello Cargo
pantografo
1500 V del modello Cargo
Una volta incollato si procede a lima per dare la leggera
forma concava del centro frontale. Si
ritagliano poi le due fiancatine (vedi disegno) e si incollano ai lati del
frontale e a questo punto il musetto ha preso forma: limare via l’eccesso di
polistirolo, arrotondare il tetto dandogli la caratteristica forma aerodinamica
e la convessità alle fiancate laterali (è consigliabile osservare il locomotore
vero o almeno parecchie sue fotografie).
Quando si incolla la fotocopia del frontale curare l’allineamento del
paraurti con quello della fotocopia della fiancata. Chi non desidera fare il
secondo frontale col polistirolo può ricavare, come detto, un calco in gomma
dal primo e realizzarne una copia in resina. A questo punto non resta che inserire
tre pezzetti di celluloide trasparente nel vano del vetro frontale e nei vani
portafari appoggiandoli sulla rientranza dei fogli di polistirolo sottostanti e
completare il muso con i tergicristalli e le maniglie, entrambi da realizzare
con filo di bronzo da 0,3 mm.
particolare
scalette ripiegabili (alzata e abbassata)
Nei disegni sono riportati anche il vano
respingenti-gancio-accoppiatori e il piccolo spartineve, nonché le U di
chiusura interna dei vani dei mancorrenti e la terna di scalini (traforandone
il perimetro si possono piegare a 90° e inserire nelle corrispondenti aperture
rettangolari della cabina). Questi ultimi particolari limitano molto la
rotazione dei carrelli: pertanto chi ha curve molto strette è meglio che eviti
di metterli (per curve medie può limitarsi a ridurne la sporgenza interna).
fregio
frontale
Passiamo ai carrelli. Il disegno riproduce la conformazione
reale delle fiancate valida per le vetrine ma che non è compatibile con le
nostre curve: per modelli non statici è consigliabile eliminare le parti con
tratteggio interno. Piegare dapprima lo scatolato a C e poi la parte relativa
alla sospensione che deve assumere la forma finale di due trapezi ai lati del
motore. Le fiancate così ottenute andranno a sostituire quelle del carrello
LIMA di una ALe 601 (cod. 708165004) e verranno fissate da un lato con la vite
del carrello (tramite il pezzo disegnato a lato del carrello stesso) e
dall’altro incastrandone l’aletta superiore in un taglio praticato nel
carrello, lato opposto alla vite, a circa 9,5 mm dal piano inferiore. Nei due
peduncoli forati (al centro dello sviluppo delle fiancate e sul pezzo di tenuta
della vite) andranno saldati due spezzoni di filo di rame da 0,6 mm che li
uniscono ai fori laterali al centro della traversa traforata, imitando la
trazione bassa. La suddetta traversa va unita lateralmente con un filo a V da
0,6mm ai fori dei tamponi interni (sporgenti dai lati interni dei suddetti
trapezi). Eliminando le fiancate, la piastrina ferma-assi residua risulta un
po’ debole e, sotto sforzo, gli assi tendono ad allontanarsi dagli ingranaggi
del carrello: per evitare l’inconveniente prendere una piattina da 0,3-0,5
mm di spessore, forarla ad una
estremità con punta da 2 mm. e inserirla nel perno di appoggio al centro del
carrello; poi piegarla due volte a 90°
intorno alla base del carrello e farvi un secondo foro da 2 mm ove accogliere
la seconda estremità del perno di appoggio del carrello. Se lo ritenete più
semplice la stessa funzione può essere svolta da un robusto filo metallico da
circa 1 mm di diametro sagomato a U con due occhielli alle estremità. Se le
fiancate dovessero deformarsi per curve strette abbordate a forte velocità (con
conseguenti corti circuiti fra cerchione/asse ruote e fiancate conviene irrobustire
le pieghe anteriore e posteriore dei carrelli saldandovi uno spezzoncino di
filo metallico da 0,5 mm di diametro.
meccanica
delle Ale601 e E 646
Gli assi sono ricavati dall’unione degli assali di una ALe
601 con i cerchioni di un E444 poiché la E402B ha cerchioni di 1250 mm di
diametro. Per evitare corto circuiti in curva, sia l’interno delle fiancate dei
carrelli che i cerchioni e i centri degli assi sono stati verniciati.
meccanica
dell’E646: nuove fiancate dei carrelli
particolare
del carrello in corso di finitura
Nel disegno appaiono
anche i freni a disco da incollare al centro delle ruote.
La motorizzazione è Lima (motore e volani della ALe601,
giunti cardanici dell’E 444, ecc.), adattata fresando un vecchio telaio in
zama; il telaio può essere sostituito con una piattina di ottone o ferro spessa
almeno 0,5-1 mm. (per la forma vedi disegno). Chi non desidera farsi il telaio
può prendere la motorizzazione completa di un E646 Rivarossi o E656 Lima,
magari con carrozzeria disastrata, eliminando il carrello centrale e bloccando
i due semitelai con due strisce di metallo o plastica di 1-1,75 mm di spessore
incollate lateralmente . In questo caso potrà limitarsi a limare le fiancate
dei carrelli ad esclusione delle boccole dei motori e a incollarvi sopra i
trapezi laterali con all’interno l’imitazione dei tamponi. All’interno dei
cerchioni andranno sempre incollati i dischi dei freni, ma non occorre
modificare assi e cerchioni originali. Se necessario per curve molto strette,
allargare il vano carrelli di 0,5-1 mm.
Per i pantografi (tipo ATR90) consiglio di utilizzare il
tipo stretto svizzero della Re 4/4 Lima (dotandolo di due striscianti) in
quanto la spiegazione della loro costruzione integrale è abbastanza lunga e
complessa, se si vuole una certa fedeltà all’originale, e richiederebbe un
intero articolo. Chi desidera costruirseli potrà trarre spunti dalle fotografie
o contattarmi tramite e mail.
Per gli isolatori e ammennicoli vari sul tetto (scaricatori
a 3000 e 25000 volt, tastatori, circuito AT, interruttore principale) si
possono usare gli aggiuntivi LIMA del TGV (per l’interruttore principale è
preferibile il ricambio Roco dell’E412).
Nel disegno sono indicate anche le forature per ancorare il circuito
dell’aria compressa per alzare i pantografi (filo da 0,3 mm tenuto in posizione
da cavallotti di filo di rame ricavati da un conduttore elettrico).
particolare
della botola apribile
La colorazione è:
grigio medio chiaro ( con una puntina di ossido e giallo) per la fiancata bassa,
grigio chiaro per quella alta e per il frontale, verde per la fascia e sotto il
vetro frontale, grigio medio scuro per il rostro, nero per respingenti e ruote,
rosso e grigio chiaro per i pantografi.
L’impianto elettrico è costituito da due piastrine ramate
per circuiti stampati: una riunisce i collegamenti carrelli-motore mentre sulla
seconda è montato un semplice generatore di corrente costante affinchè le due
lampadine da 1,5 volt inserite nei fari brillino con intensità indipendente
dalla tensione delle rotaie.
Particolare degli striscianti Cargo
Trenitalia,
Cargo e RFI (treno Archimede)
Il
modello prototipo è stato collaudato a Novegro 99, dove ha girato sul plastico
modulare del Gruppo per tre giorni senza inconvenienti, in composizione alla
Carrozza Misure Elettriche, con carico di bagagliai e diverse carrozze Z.
Giorgio Di Modica
PS: la sporcatura visibile
nelle foto è stata automatica grazie ….. alle impronte digitali dei vari
appassionati di Novegro.
Aggiornamento: dopo la costruzione del prototipo ho realizzato anche vari
modelli partendo da lastrine di ottone fotoincise da me progettate,
temporaneamente modificate secondo consigli di amici del tempo e
successivamente e definitivamente riviste grazie all’aiuto di mio figlio
Massimo, fresco di laurea in ingegneria.
I modelli Cargo e Archimede sono un esempio delle costruzioni più
recenti.
testata
definitiva ( realizzazione MDM).
I Corsi
gratuiti del G.I.B. per l’assemblaggio
del modello di E402B sono tenuti sulla base di queste lastrine e comprendono
anche le necessarie nozioni sulla saldatura a stagno.
modelli,
all’epoca in costruzione, realizzati
dai partecipanti ai Corsi di modellismo del G.I.B.: per uno è prevista la
livrea XMPR (altri modelli sono stati
esposti a Novegro).