Una vecchia volpe di nome Flox stava riposando appoggiata ad un tronchetto.
Sognava razzia di galline, galletti
ed altro ancora.
Sogni di gioventù.
Ora doveva accontentarsi di
ciò che trovava perché gli anni pesavano.
Ricordava che un giorno le capitò
di incontrare un lupo.
Era affamato ancora più
di lei, ma meno furbo.
Si sa: le volpi sono famose
per la loro astuzia.
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La furbacchiona così gli parlò:
"Caro amico mio, sai che
hai proprio un bel pelo?!
Non ho mai visto un lupo
così bello."
Nella sua vanità il lupo
ringalluzzì e si lasciò conquistare da quella petulante,
che continuò:
"Se tu vuoi possiamo diventare
amici e aiutarci a vicenda.
Conosco un cascinale dove
si trovano agnellini di primo pelo,
gallinelle altezzose e galletti
superbi.
Se vieni con me ti accompagno
e poi ci dividiamo il bottino"
Lupo, ignaro, acconsentì
leccandosi i baffi.
Seguì Flox e iniziarono
insieme il loro cammino.
Arrivarono presso un cascinale
e Flox propose di aspettare la notte.
La volpe è furba, cattiva,
ladra. La fama della volpe è peggiore di quella delle streghe nel
medioevo; odiata da allevatori, agricoltori e cacciatori, è rimasta
il "nocivo" per eccellenza, descritta come un feroce e dannosissimo predatore
pronto ad uccidere per il gusto di farlo.
La volpe mangia di tutto e la sua
dieta si compone in prevalenza di piccoli roditori e insetti, frutta
e bacche, e da ultimo lepri, conigli e uccelli.
Sempre che li trovino.
Quella volta, con Lupo, fece un
bel bottino.
Quatti quatti, venuta la notte,
si appostarono dietro un cespuglio e,
appena ci fu via libera, quando
tutte le luci furono spente,
si avvicinarono alla stalla.
Entrarono nell'ovile e ahm! con
un boccone Lupo mangiò un tenero agnellino addormentato.
Flox si accontentò di qualche
gallina trovata nel pollaio e non diede loro neppure il tempo di schiamazzare.
La volpe sarà cattiva, ma
il lupo a volte è perfido.
Infatti:
entrando di notte in un ovile fa
un eccidio generale, uno sterminio di pecore. Quando questa carneficina
è terminata, porta via una pecora e la mangia; poi ne porta via
successivamente una seconda, una terza, una quarta che nasconde nella boscaglia
vicina, in vari luoghi sotto mucchi di foglie e di rami. Non si rintana
che all'alba, lasciando l'ovile tutto cosparso di cadaveri che gli sono
inutili.
I due amici non avevano però
fatto i conti con Fufi,
il cane guardiano che, nonostante
il nome vezzoso era grande e grosso e assai minaccioso.
Fufi, appena si accorse degli intrusi,
scocciato perché avevano disturbato il suo sonno, cominciò
ad abbaiare con quanto più fato aveva nei polmoni.
Il padrone di casa si svegliò
di soprassalto, imbracciò il fucile, si affacciò ad
una finestra e cominciò a sparare in alto.
Non aveva intenzione di uccidere
nessuno, ma solo di spaventare i ladruncoli chiunque fossero stati.
Era persuaso che i visitatori notturni
fossero animali, non uomini e ne ebbe conferma quando, al mattino, scoprì
la strage dell'ovile.
Flox e Lupo non tornarono più
in quel cascinale,
cercarono altrove le loro prede.
Non rimasero nemmeno amici, convinti
che da soli correvano meno pericoli.
Andava nel bosco a cercare prede prelibate e tenere per i suoi cuccioletti e procedeva cauta per evitare pericoli ed insidie.
Un giorno d'estate c'era un bel sole, ma, come si sa,
accadde all'improvviso che il cielo si oscurò,
le nubi si riunirono
e lasciarono cadere una fitta pioggia, mentre lampi e
tuoni spaventarono
i piccoli di Flox.
Si rannicchiarono accanto alla mamma per cercare protezione,
accostandosi l'uno all'altro per farsi coraggio.
Erano al riparo nella tana e vi rimasero chiusi fino
a che il temporale cessò.
Quando furono in grado di camminare da soli,
iniziarono ad uscire dietro alla mamma,
ma uno, il più vivace, cercò ben presto
di allontanarsi dal gruppo.
Stava per cadere in un torrente impetuoso mentre si avvicinava
per bere.
Flox presagì il pericolo e, con un balzo, gli
fu accanto e, presolo per la collottola,
se lo portò vicino agli altri rimproverandolo
aspramente.
Dopo la ramanzina, gli fece una bella lezione sui pericoli
che si potevano incontrare mettendoli in guardia.
Non aveva ancora finito di redarguirli, quando improvviso
sbucò un serpentello.
Sembrava una vipera. Flox terrorizzata strinse a sé
i suoi cuccioli e ordinò loro di stare fermi, il più possibile.
Spiegò come affrontare il nuovo pericolo.
Rimanere immobili, senza affrontarlo.
Poi, piano piano strisciò raso terra senza quasi
respirare, andò contro vento
per far perdere le tracce e i piccoli la imitarono meravigliosamente.
Erano in salvo!
I cacciatori richiamarono i cani con un fischio e, per
questa volta Flix fu salvo.
Ormai era notte fonda e Flix si affrettò a ritornare
nella tana.
Prima però fece una capatina in un ovile dato
che la corsa per sfuggire ai cani gli aveva messo un forte appetito.
Ormai sapeva cacciare da solo.
Fece le spese un povero galletto mezzo addormentato,
mentre le galline cominciarono a starnazzare.
Le loro grida svegliarono il cane di guardia che corse
a controllare il pollaio.
Al suo apparire Flix si nascose dietro una catasta di
legna,
ma il fiuto portò Bobi sulle sue tracce.
Era un cane un po' vecchiotto e non aveva voglia di correre.
Pensò bene di tornarsene a cuccia a riprendere
il sonno interrotto,
tanto ormai il pericolo di un nuovo attacco da parte
di Flix era superato.
Le galline, che non sono poi così stupide come
tanti ritengono,
pensarono di coalizzarsi.
D'accordo con il gallo, un bell'esemplare dalla coda
folta di penne
e dalla cresta rossa come il fuoco,
decisero di mettersi sotto la protezione di Bobi,
il vecchio cane compagno di Fufi.
Gli chiesero di stare attento ad un possibile attacco
di Flix
e, appena lo avesse scorto di avvertirle abbaiando, così
loro potevano mettersi in salvo salendo sul granaio, più in alto
possibile.
Bobi acconsentì.
La notte seguente Flix ritornò alla carica.
Sperava di fare il bis con un buon bocconcino, ma non
sapeva dell'accordo.
Nonostante camminasse quatta quatta si fece sentire al
naso di Bobi.
Quel cagnone si mise ad abbaiare.
Le galline starnazzando salirono sul granaio.
Il gallo lanciò il suo più potente Chicciricchì,
così il padrone si svegliò.
Guardò l'orologio e si domandò come mai
il gallo cantasse quando l'alba era ancora lontana.
In pigiama, afferrò il fucile, e corse sull'uscio
a controllare l'accaduto.
Non poté capire niente.
Tutto pareva tranquillo, così tornò a letto,
mentre Flix, scornato,
si rimise in cammino con l'acquolina in bocca e il batticuore.
Si accontentò di qualche cosuccia trovata sulla
sua strada, ma senza poter soddisfare la sua golosità.
IL BOSCO DI NOTTE
Le volpi di notte si aggirano nel
bosco.
Anche Flox e la sua famigliola
andavano alla ricerca di che sfamarsi
nel bosco, nei dintorni,
protette dall'oscurità.
Si sa che di notte i pericoli non
mancano.
Animali selvatici, anche feroci,
figure strane di nani, elfi, gnomi.
Tutti con lo stesso intendimento:
procurarsi il cibo.
Una notte
apparve nel cielo un oggetto strano:
sembrava una piatto sormontato
da una lampada.
Volteggiava di qua e di là,
forse cercava dove posarsi.
Finalmente atterrò.
Flix non aveva mai visto una cosa
simile.
Dapprima si spaventò, poi
cercò di avvicinarsi.
Vide che nell'interno c'erano degli
omini verdi.
Erano tanto piccoli per cui la
paura si trasformò in curiosità.
Era un UFO, così lo chiamano
gli umani.
Infatti anche gli uomini lo avvistarono
e alcuni corsero nel bosco per osservarlo.
Lo guardarono da lontano, increduli,
poi un omino verde uscì e,
strano a dirsi, parlò facendosi
capire.
Voleva informazioni sulla terra,
sui sistemi di spostamento nell'aria,
come facevano apparecchi tanto
grandi (gli aeroplani) a rimanere in alto,
a volare.
Uno dei presenti, abile disegnatore,
si mise a disegnarne uno.
Mentre lo disegnava ne spiegava le caratteristiche e le
parti.
Gli extraterrestri rimasero stupiti e si ripromisero
di cercare di salire su uno di quegli strani apparecchi.
Intanto Flix, curioso e imprudente, si avvicinò
alla nave spaziale.
L'omino non aveva mai visto un animale e si affrettò
con un sistema magico a risucchiarlo sulla navicella.
Flix cominciò a tremare ed a chiamare la mamma,
ma nessuno poteva sentirlo.
L'astronave ripartì con Flix a bordo.
Il volpacchiotto fu esaminato per dritto e per traverso,
fu visitato in tutte le parti del corpo,
ma fu rassicurato.
Gli fu offerto del cibo, che, nonostante la paura,
riuscì a gustare ed a leccarsi le labbra.
Dimenticò persino dove si trovava, dimenticò
la sua famiglia e si addormentò.
L'ingrato opportunista approfittò della situazione
e fece amicizia con Vip,
un giovane abitante della navicella.
Si fece raccontare la sua vita, i suoi viaggi, la sua
casa.
Vip abitava su un satellite di Marte.
Descrisse il suo pianeta mettendoci anche un po' di fantasia,
per vedere lo sguardo esterrefatto del volpacchiotto.
Raccontò di case azzurre, con sfumature di colori
cangianti.
Raccontò di frutti speciali dolcissimi al palato.
Raccontò di profumi nell'aria, di fiori mastodontici
e così via.
Flix ascoltava interessato e faceva continue domande
per saperne di più.
Ad un tratto però il comandante della navicella
ritenne che
quell'animale a bordo cominciava ad essere d'impiccio.
Decise perciò di riportarlo a terra.
In un baleno virò di bordo, e tornò nel
bosco dove aveva rapito Flix.
Lo salutò e Vip fu dispiaciuto di lasciare il
suo amico terrestre.
Flix, addormentato, fu deposto su un cuscino di foglie
e lasciato lì.
Quando si risvegliò credeva di aver sognato e,
forse, era vero!
Si diede una scrollatina e cercò il sentiero che
lo avrebbe portato alla sua tana.
Non è necessario dire che fu felice di ritrovare
la sua famiglia e promise a se stesso che non si sarebbe mai più
allontanato.
La paura gli aveva dato giudizio.
Sarebbe interessante conoscere
altre avventure dei nostri amici,
ma si è fatto tardi.
Continueremo in un prossimo avvenire.
Ciao Flox, Flix e fratellini.
Mi raccomando: siate prudenti!
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