[Torna alle Fiabe di Cuoricina] Le Fiabe di Donna Mariangela

Benvenuti e buon divertimento            STORIA di FLOX

            vecchia VOLPE

Una vecchia volpe di nome Flox stava riposando appoggiata ad un tronchetto.

Sognava razzia di galline, galletti ed altro ancora.
Sogni di gioventù.
Ora doveva accontentarsi di ciò che trovava perché gli anni pesavano.

Ricordava che un giorno le capitò di incontrare un lupo.
Era affamato ancora più di lei, ma meno furbo.
Si sa: le volpi sono famose per la loro astuzia.

[copyright fotografo Parco Faunistico del Monte Amiata - tutti i diritti riservati]

La furbacchiona così gli parlò:
"Caro amico mio, sai che hai proprio un bel pelo?!
Non ho mai visto un lupo così bello."
Nella sua vanità il lupo ringalluzzì e si lasciò conquistare da quella petulante,
che continuò:
"Se tu vuoi possiamo diventare amici e aiutarci a vicenda.
Conosco un cascinale dove si trovano agnellini di primo pelo,
gallinelle altezzose e galletti superbi.
Se vieni con me ti accompagno e poi ci dividiamo il bottino"
Lupo, ignaro, acconsentì leccandosi i baffi.
Seguì Flox e iniziarono insieme il loro cammino.

Arrivarono presso un cascinale e Flox propose di aspettare la notte.
La volpe è furba, cattiva, ladra. La fama della volpe è peggiore di quella delle streghe nel medioevo; odiata da allevatori, agricoltori e cacciatori, è rimasta il "nocivo" per eccellenza, descritta come un feroce e dannosissimo predatore pronto ad uccidere per il gusto di farlo.
La volpe mangia di tutto e la sua dieta  si compone in prevalenza di piccoli roditori e insetti, frutta e bacche, e da ultimo lepri, conigli e uccelli.
Sempre che li trovino.
Quella volta, con Lupo, fece un bel bottino.
Quatti quatti, venuta la notte, si appostarono dietro un cespuglio e,
appena ci fu via libera, quando tutte le luci furono spente,
si avvicinarono alla stalla.
Entrarono nell'ovile e ahm! con un boccone Lupo mangiò un tenero agnellino addormentato.
Flox si accontentò di qualche gallina trovata nel pollaio e non diede loro neppure il tempo di schiamazzare.
La volpe sarà cattiva, ma il lupo a volte è perfido.
Infatti:
entrando di notte in un ovile fa un eccidio generale, uno sterminio di pecore. Quando questa carneficina è terminata, porta via una pecora e la mangia; poi ne porta via successivamente una seconda, una terza, una quarta che nasconde nella boscaglia vicina, in vari luoghi sotto mucchi di foglie e di rami. Non si rintana che all'alba, lasciando l'ovile tutto cosparso di cadaveri che gli sono inutili.
I due amici non avevano però fatto i conti con Fufi,
il cane guardiano che, nonostante il nome vezzoso era grande e grosso e assai minaccioso.
Fufi, appena si accorse degli intrusi, scocciato perché avevano disturbato il suo sonno, cominciò ad abbaiare con quanto più fato aveva nei polmoni.
Il padrone di casa si svegliò di soprassalto, imbracciò il fucile, si affacciò ad una finestra e cominciò a sparare in alto.
Non aveva intenzione di uccidere nessuno, ma solo di spaventare i ladruncoli chiunque fossero stati.
Era persuaso che i visitatori notturni fossero animali, non uomini e ne ebbe conferma quando, al mattino, scoprì la strage dell'ovile.
Flox e Lupo non tornarono più in quel cascinale,
cercarono altrove le loro prede.
Non rimasero nemmeno amici, convinti che da soli correvano meno pericoli.


La volpe possiede una folta coda che usa come un timone per compiere scatti improvvisi e fulminei cambi di direzione, quando rincorre le sue prede, sfrecciando ad una velocità che può superare i 60 chilometri orari.
Flox deve utilizzare sovente la fuga, perché, pur essendo furba, a volte si lascia scoprire e i contadini la rincorrono per strapparle il mal tolto. In questi casi la sua velocità supera davvero i limiti imposti dalla sua natura.
Quando vuole costruirsi il nido non sempre la volpe scava la sua tana e spesso utilizza le cavità originariamente prodotte dal tasso, con il quale talvolta vive "porta a porta"; abbastanza regolarmente si rifugia fra le radici di vecchi alberi e nelle condutture di cemento impiegate per l'irrigazione dei campi.
Flox, verso la primavera pensò di accasarsi.
Approfittò di un rifugio già scavato fra gli alberi e attese un compagno.
Presto si affacciò alla tana, attratto dall'odore, un bell'esemplare di maschio
e cominciò a corteggiare Flox.
L'amore sbocciò e  dopo il giusto periodo di gestazione, in aprile partorì dentro la profonda tana dove aveva apparecchiato per i suoi cuccioli un letto di foglie secche, d'erba e di musco.
Flox era una mamma affettuosa e premurosa.

Andava nel bosco a cercare prede prelibate e tenere per i suoi cuccioletti e procedeva cauta per evitare pericoli ed insidie.

Temeva gli uomini che mettevano trappole in cui era facile cadere perché mimetizzate con rami e foglie. Ma Flox era furba e trovava sempre il modo di evitarle.

Un giorno d'estate c'era un bel sole, ma, come si sa,
accadde all'improvviso che il cielo si oscurò, le nubi si riunirono
e lasciarono cadere una fitta pioggia, mentre lampi e tuoni spaventarono
i piccoli di Flox.
Si rannicchiarono accanto alla mamma per cercare protezione,
accostandosi l'uno all'altro per farsi coraggio.
Erano al riparo nella tana e vi rimasero chiusi fino a che il temporale cessò.

Quando furono in grado di camminare da soli,
iniziarono ad uscire dietro alla mamma,
ma uno, il più vivace, cercò ben presto di allontanarsi dal gruppo.
Stava per cadere in un torrente impetuoso mentre si avvicinava per bere.
Flox presagì il pericolo e, con un balzo, gli fu accanto e, presolo per la collottola,
se lo portò vicino agli altri rimproverandolo aspramente.
Dopo la ramanzina, gli fece una bella lezione sui pericoli che si potevano incontrare mettendoli in guardia.

Non aveva ancora finito di redarguirli, quando improvviso sbucò un serpentello.
Sembrava una vipera. Flox terrorizzata strinse a sé i suoi cuccioli e ordinò loro di stare fermi, il più possibile.
Spiegò come affrontare il nuovo pericolo.
Rimanere immobili, senza affrontarlo.
Poi, piano piano strisciò raso terra senza quasi respirare, andò contro vento
per far perdere le tracce e i piccoli la imitarono meravigliosamente.
Erano in salvo!



Un giorno Flix, il solito birbantello, si trovò solo nel bosco e vide un grosso uccello appollaiato su un ramo.  Pensò bene di farne un boccone, ma non riusciva ad afferrarlo. Cominciò a conversare con lui indicandogli in lontananza cibi prelibati. Voleva convincerlo a scendere dall'albero, ma quello non si lasciò adescare. Aveva capito che non doveva fidarsi, così Flix rimase a bocca asciutta. Si accontentò di qualche bacca trovata ai piedi della pianta e si allontanò.
Si sa che nel bosco sono numerosi i pericoli: tagliole, animali selvatici a volte feroci,
vipere e così via. C'è soprattutto l'uomo, il CACCIATORE!
E' l'essere più pericoloso che esista.
Si diverte soprattutto a dare la caccia proprio alla volpe.
Aizza i cani a stanarla, poi li eccita a rincorrerla.
Povera volpe!
Si sfinisce nella corsa e non sa più dove ripararsi.
Flox non ebbe tale avventura, ma Flix un giorno si trovò proprio in quel frangente.
Era giovane, poteva correre veloce, ma la muta dei cani si avvicinava sempre più.
Fortuna volle che riuscì ad infilarsi in una buca stretta stretta.
Si appiattò più che poté e riuscì a nascondersi.
I cani si sforzavano per entrarvi, ma non ci riuscivano.
Erano troppo grossi.
Fattosi animo, sentendosi al sicuro, appena riprese fiato, li beffeggiò:
"Siete troppo grassi! mangiate meno se volete prendermi.
Non ci riuscirete mai!"

I cacciatori richiamarono i cani con un fischio e, per questa volta Flix fu salvo.
Ormai era notte fonda e Flix si affrettò a ritornare nella tana.
Prima però fece una capatina in un ovile dato che la corsa per sfuggire ai cani gli aveva messo un forte appetito.
Ormai sapeva cacciare da solo.
Fece le spese un povero galletto mezzo addormentato,
mentre le galline cominciarono a starnazzare.
Le loro grida svegliarono il cane di guardia che corse a controllare il pollaio.
Al suo apparire Flix si nascose dietro una catasta di legna,
ma il fiuto portò Bobi sulle sue tracce.
Era un cane un po' vecchiotto e non aveva voglia di correre.
Pensò bene di tornarsene a cuccia  a riprendere il sonno interrotto,
tanto ormai il pericolo di un nuovo attacco da parte di Flix era superato.



Flox era preoccupata per quel figlio un po' discolo.
Avrebbe voluto tenerselo più vicino, ma, nello stesso tempo,  era orgogliosa della furbizia del suo figliolo, che sapeva sempre cavarsela come,
d'altra parte, aveva sempre fatto lei quando era giovane.

Le galline, che non sono poi così stupide come tanti ritengono,
pensarono di coalizzarsi.
D'accordo con il gallo, un bell'esemplare dalla coda folta di penne
e dalla cresta rossa come il fuoco,
decisero di mettersi sotto la protezione di Bobi,
il vecchio cane compagno di Fufi.
Gli chiesero di stare attento ad un possibile attacco di Flix
e, appena lo avesse scorto di avvertirle abbaiando, così loro potevano mettersi in salvo salendo sul granaio, più in alto possibile.
Bobi acconsentì.
La notte seguente Flix ritornò alla carica.
Sperava di fare il bis con un buon bocconcino, ma non sapeva dell'accordo.
Nonostante camminasse quatta quatta si fece sentire al naso di Bobi.
Quel cagnone si mise ad abbaiare.
Le galline starnazzando salirono sul granaio.
Il gallo lanciò il suo più potente Chicciricchì, così il padrone si svegliò.
Guardò l'orologio e si domandò come mai il gallo cantasse quando l'alba era ancora lontana.
In pigiama, afferrò il fucile, e corse sull'uscio a controllare l'accaduto.
Non poté capire niente.
Tutto pareva tranquillo, così tornò a letto, mentre Flix, scornato,
si rimise in cammino con l'acquolina in bocca e il batticuore.
Si accontentò di qualche cosuccia trovata sulla sua strada, ma senza poter soddisfare la sua golosità.



IL BOSCO DI NOTTE

Le volpi di notte si aggirano nel bosco.
Anche Flox e la sua famigliola andavano alla ricerca di che sfamarsi
nel bosco, nei dintorni,  protette dall'oscurità.
Si sa che di notte i pericoli non mancano.
Animali selvatici, anche feroci, figure strane di nani, elfi, gnomi.
Tutti con lo stesso intendimento: procurarsi il cibo.

Una notte 
apparve nel cielo un oggetto strano:
sembrava una piatto sormontato da una lampada.
Volteggiava di qua e di là, forse cercava dove posarsi.
Finalmente atterrò.
Flix non aveva mai visto una cosa simile.
Dapprima si spaventò, poi cercò di avvicinarsi.
Vide che nell'interno c'erano degli omini verdi.
Erano tanto piccoli per cui la paura si trasformò in curiosità.
Era un UFO, così lo chiamano gli umani.
Infatti anche gli uomini lo avvistarono e alcuni corsero nel bosco per osservarlo.
Lo guardarono da lontano, increduli, poi un omino verde uscì e,
strano a dirsi, parlò facendosi capire.
Voleva informazioni sulla terra, sui sistemi di spostamento nell'aria,
come facevano apparecchi tanto grandi (gli aeroplani) a rimanere in alto,
a volare.
Uno dei presenti, abile disegnatore, si mise a disegnarne uno.

Mentre lo disegnava ne spiegava le caratteristiche e le parti.
Gli extraterrestri rimasero stupiti e si ripromisero di cercare di salire su uno di quegli strani apparecchi.
Intanto Flix, curioso e imprudente, si avvicinò alla nave spaziale.
L'omino non aveva mai visto un animale e si affrettò con un sistema magico a risucchiarlo sulla navicella.
Flix cominciò a tremare ed a chiamare la mamma,
ma nessuno poteva sentirlo.
L'astronave ripartì con Flix a bordo.
Il volpacchiotto fu esaminato per dritto e per traverso,
fu visitato in tutte le parti del corpo,
ma fu rassicurato.
Gli fu offerto del cibo, che, nonostante la paura,
riuscì a gustare ed a leccarsi le labbra.
Dimenticò persino dove si trovava, dimenticò la sua famiglia e si addormentò.
L'ingrato opportunista approfittò della situazione e fece amicizia con Vip,
un giovane abitante della navicella.
Si fece raccontare la sua vita, i suoi viaggi, la sua casa.
Vip abitava su un satellite di Marte.
Descrisse il suo pianeta mettendoci anche un po' di fantasia,
per vedere lo sguardo esterrefatto del volpacchiotto.
Raccontò di case azzurre, con sfumature di colori cangianti.
Raccontò di frutti speciali dolcissimi al palato.
Raccontò di profumi nell'aria, di fiori mastodontici e così via.
Flix ascoltava interessato e faceva continue domande per saperne di più.
Ad un tratto però il comandante della navicella ritenne che
quell'animale a bordo cominciava ad essere d'impiccio.
Decise perciò di riportarlo a terra.
In un baleno virò di bordo, e tornò nel bosco dove aveva rapito Flix.
Lo salutò e Vip fu dispiaciuto di lasciare il suo amico terrestre.
Flix, addormentato, fu deposto su un cuscino di foglie e lasciato lì.
Quando si risvegliò credeva di aver sognato e, forse, era vero!
Si diede una scrollatina e cercò il sentiero che lo avrebbe portato alla sua tana.
Non è necessario dire che fu felice di ritrovare la sua famiglia e promise a se stesso che non si sarebbe mai più allontanato.
La paura gli aveva dato giudizio.





 
 

Sarebbe interessante conoscere altre avventure dei nostri amici,
ma si è fatto tardi. Continueremo in un prossimo avvenire.
Ciao Flox, Flix e fratellini. Mi raccomando: siate prudenti!

FINE

 
 
 
 
 
 
 
Torna alla pagina delle
Fiabe di Cuoricina

 

Se Vuoi scrivermi...

Mariangela

(Tutti i diritti d'autore riservati a See e Mariangela Vinci)