VOLA
VOLA in libertà
Come è bello poter aprire le ali e
volteggiare nell'aria tiepida di primavera!
Vola fin che puoi , fin che ne hai la forza,
fin che vuoi.
Non
temere: la nube sparirà
e tornerà il sereno; lo dice l'arcobaleno!
Conobbi un uccellino, un povero canarino.
Nella gabbia sbatteva le alucce, ma non poteva spiccare
il volo.
Vedeva gli altri uccelli volare liberi nel cielo
e li invidiava.
Li chiamava con il suo Cip Cip, ma inutilmente.
Un giorno sulla gabbietta si posò una femminuccia.
Non era gialla come lui, ma tanto carina.
Era un po' verde, graziosa, piena di moine.
Cip, così si chiamava il canarino, subito se ne
innamorò.
La padroncina si accorse della piccola avventura e vide
che la verdolina arrivava ogni giorno.
Ne parlò con Pucci e lui, con il suo Bau Bau, le fece capire che
doveva accontentarli e accalappiare la piccola imprudente.
Non fu difficile: bastò stendere la mano ed afferrarla,
metterla in gabbia ed osservare.
Cip cominciò a corteggiare la nuova venuta.
Le girava intorno, le cantava le sue più belle
canzoni.
Apriva le alucce e le scuoteva a più non posso.
In poco tempo la conquistò.
Stavano uno accanto all'altra
sbaciucchiandosi.
Si unirono e, ben presto Verdolina depose quattro begli ovetti.
Ma Verdolina era un po' birbantella e di covare non voleva
saperne.
Cip, con tanto amore, allora covava lui.
Come fu come non fu, un giorno Verdolina trovò
il modo di fuggire:
forse furono complici i suoi amici dall'esterno. Le aprirono
la gabbia
ed essa scappò.
Povero Cip, di nuovo solo. Non smise mai di covare le
uova deposte dalla sua amata, ma quelle uova non schiudevano mai! E lui
chiamava, chiamava la sua Verdolina, ma quella non si fece più vedere.
Era già nel bosco ad amoreggiare con un suo simile.
Povero Cip!
Cip sognava nella sua solitudine. Sognava la sua compagna.
La padroncina lo vedeva tanto triste e pensò di
acquistare una bella canarina gialla come lui. Ma non c'era niente da fare.
Cip neppure la guardava.
La nuova arrivata invece
ben presto si innamorò di Cip, così ora erano in due a soffrire!
Non rimaneva altro da fare che dare
a Giallina un altro compagno.
Adesso erano in tre!!!
Ironia della sorte:
Giallina innamorata di Cip, il nuovo arrivato
innamorato di Giallina e Cip sempre più sconsolato.
Un bel giorno Cip trovò la porticina un po' socchiusa.
Senza farsi accorgere dagli altri due riuscì a fuggire.
Vagò nei dintorni, sordo ai richiami della padroncina.
Volò sugli alberi cercando di trovare la sua Verdolina.
Non conosceva i pericoli del
mondo e, quasi quasi finiva in bocca ad un gatto.
Fin qui la storia vera di un mio canarino.
Ma che cosa avvenne poi? Proviamo ad immaginarlo:
Micio
gatto sornione faceva la siesta e, per fortuna, non degnò di uno
sguardo il povero Cip. Micio gatto aveva il pancino pieno, che cosa se
ne sarebbe fatto di un minuscolo uccellino?
Gli uccellini cantano sul ramo
Vola la colomba messaggera di pace
FIORI INSETTI VITA NUOVA |
ANCHE QUESTO
E' PRIMAVERA |
SUGLI ALBERI SPUNTANO |
LE NUOVE FOGLIOLINE |
Il vecchietto, con il suo fedele
cane, esce nel parco
e si riposa stanco del breve andare
parlando sottovoce con amore
sempre ricambiato.
VOLA UN'APE SUL FIORE A SUCCHIARE
QUEL NETTARE, CHE TRASFORMERÀ
NEL DOLCE MIELE
PER LA NOSTRA GOLOSITÀ
Ma Cip che starà facendo?
Certo che un po' rimpiange la sua gabbietta. Là
era al sicuro, aveva sempre il cibo pronto, prelibato; lo zuccherino, il
biscotto. Ed ora più niente! Qualche briciola di pane, qualche semino
sfuggito a chissà chi e, sovente "digiuno".
In compenso ora poteva volare, libero nel cielo azzurro.
provare l'ebbrezza dell'aria fresca, che lo sorreggeva e gli dava vigore.
Sempre nel suo piccolo cuore c'era una speranza: ritrovare
la sua Verdolina, fare un nido per lei, ma certamente non ne sarebbe stato
capace. Il nido era già fatto nella sua gabbietta.
Il tempo passa veloce anche per il piccolo Cip.
L'aria si fa fredda, viene presto il buio. Non è
più piacevole volare e sull'albero ormai senza foglie si trema la
notte.
Il paese è coperto di neve. un pino è addobbato
a festa, brilla per le luci accese.
Cip non sa che è Natale. Ha tanto freddo. Cerca
di stringere il suo corpicino per riscaldarsi, ma non basta. Per lui purtroppo
è finita e domani sarà trovato senza vita da chi gli passerà
accanto.
Così tristemente finisce la storia di un canarino
innamorato.
Ma è Natale! Non può finire così!
A Natale possono avvenire anche i miracoli!
Infatti passò di lì
un vecchietto
Amava gli uccellini, portava loro
del cibo.
Vide a terra il povero canarino
e, credendolo morto, lo prese per seppellirlo.
Quando Cip fu nella sua mano calda
si riprese.
Era solo intirizzito, quasi congelato.
Bastava un minuto in più e sarebbe morto.
Il vecchietto stupito al sentire
un lieve fremito, si mise l'uccellino accanto al cuore e lo portò
a casa. Nel tepore della camera Cip riprese vita. Fu accudito, ristorato
con abbondante cibo ed acqua. Non fu rinchiuso in una gabbia, ma restò
libero.
Questa volta Cip non pensò
assolutamente a fuggire. Fuori faceva troppo freddo ed era difficile trovare
del cibo.
Così rimase con il vecchietto
fino a primavera.
A primavera però sentì
il richiamo dell'amore e volle uscire per trovarsi una sposa.
Approfittò del momento in cui il vecchietto
aprì la finestra per fare entrare un po' d'aria fresca e volò
via.
Incontrò una passeretta molto simile a Verdolina
e la sposò!
Insieme costruirono il nido, dove furono deposte cinque
piccole uova
da cui, con il tempo, nacquero cinque uccellini, un po'
verdi ed un po' gialli.
Questa volta però Cip non abbandonò il suo
amico vecchietto e,
all'ora del pasto, tornava ogni giorno da lui.
Un po' interessato il nostro Cip, ma nel suo piccolo
cuore,
provava tanto amore.
PRIMAVERA
Il sole ha risvegliato
la natura.
Il vento l'ha spolverata,
la pioggia ripulita.
Bottoncini colorati
occhieggiano fra il verde.
Verde tenero, chiaro,
nuovo.
Tra i rami ingemmati
sorgono delle gazze
i nidi trionfali.
Cinguettan gli uccellini
le loro canzoni d'amore.
Pigolano le femmine
in un delicato richiamo,
tenendo nel becco
una piuma.
Gorgheggiano in risposta
i maschi,
impettiti,
alzando il capino
arruffato,
spiegando le alucce,
muovendosi in ritmiche
danze.
Profumo di fiori,
di terra bagnata.
E' un invito alla
vita
che nasce di nuovo:
miracolo ardente
che ogni anno
la terra rinnova.
Nella frescura si
fermano uniti,
in teneri abbracci,
i giovani cuori
innamorati.
Tutto sorride, tutto
gioisce,
tutto canta.
E io ti lodo, o
Creatore,
perché è
tuo, soltanto tuo,
questo dono d'amore.
M.V.
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Mariangela