Sul mare azzurro ondeggia un veliero portato dal vento.
Dove mai andrà?
Solcherà mari, toccherà paesi sconosciuti,
varcherà confini lontani scansando gli scogli.
A bordo c'è un ragazzo amante del mare.
Esce dal boccaporto dopo essere stato nella stiva a riordinare
le attrezzature.
Si chiama Armando e sta attento ad ogni manovra del comandante.
Si informa dei venti, della rotta da percorrere,
osserva le nubi nel timore che si scateni una burrasca.
Ma non ha paura.
Sempre pronto ad ogni comando.
Anche lui ha aiutato a lasciare gli ormeggi prima di
salpare.
Il vento sembra cullare la nave e tutto pare tranquillo.
Ad un tratto però, inaspettatamente comincia ad
aumentare:
la bora soffia da nord est e si fa sempre più
violenta,
scuote le onde, che si agitano sempre di più.
Le vele si piegano e occorre calarle.
Armando sale come uno scoiattolo per serrarle
legandole alle attrezzature di sostegno,
ma ad un tratto non riesce a sorreggersi e cade.
Sul ponte i marinai preoccupati si precipitano a soccorrerlo.
A bordo c'è un medico, che osserva il ragazzo
privo di sensi.
Tutti sono trepidanti e portano in cabina Armando svenuto.
Intanto da babordo un'ondata più forte fa sbandare
l'imbarcazione.
Tutti sono occupati a salvare il veliero e
tentano di bordeggiare seguendo il moto del vento.
Armando, con accanto il medico, è ancora svenuto
e
pare non riesca a svegliarsi.
A poco a poco rinviene, ma è stordito.
Gli viene somministrato un medicinale
che lo sprofonda in un sonno tranquillo e sogna.
Sogna terre immerse nel mare, isole
lontane illuminate dal sole, con alberi tropicali.
Sogna animali visti solo sui libri.
Trema per la febbre, ma anche per la paura.
Non sa di sognare e gli sembra di essere inseguito dalla
fiera.
Nel delirio farfuglia frasi sconnesse.
Continua a ripetere: "Attenti allo scafo - Guardate
l'albero maestro.
Sta precipitando
Laggiù c'è una scogliera. Cambiate
rotta!"
Vede, nel sogno, pericoli minacciosi.
Infine tace.
Il medico di bordo ha paura che entri in coma,
cerca di rianimarlo. Non sa più che cosa fare.
Sul veliero non c'è una grande disponibilità
di cure.
La costa però è lontana e la speranza di
arrivarci in breve è assurda.
Finalmente il vento si calma. La bonaccia fa bene sperare.
Dal veliero si scorge la spiaggia in prossimità
e il comandante dà ordine di avvicinarsi.
Dalla radio di bordo si telefona alla città più
vicina
per richiedere un'ambulanza.
Giunti alla banchina il veliero attracca e in breve tempo
Armando viene caricato sull'ambulanza e portato al più
vicino ospedale.
L'equipaggio sosta in attesa di notizie, mentre il medico
accompagna lui stesso il ragazzo per spiegare l'accaduto.
Viene diagnosticato un ematoma con la necessità
di un'operazione immediata.
Le cure si presentano piuttosto lunghe,
ma ben presto Armando è dichiarato fuori pericolo.
Tranquillizzati i marinai riprendono il loro viaggio,
ma uno di loro si ferma nell'ospedale per sostenere e incoraggiare Armando.
Ora il mare è calmo. Il
veliero oscilla in un normale rollio.
Il timone è saldo nelle
mani del marinaio e la rotta viene ripresa con sicurezza.
Ma dove andrà? Dove si fermerà?
Nella cambusa le provviste sono
ancora sufficienti per una lunga navigazione.
Passano le ore e tutto pare tranquillo.
Nel cielo i cirri prendono strane forme, ora sembrano angeli, ora fantasmi,
ma non sono minacciosi.
Attorno alla nave alcuni delfini
giocano facendo simpatiche acrobazie.
Sembrano divertirsi e divertono
i marinai che li stanno osservando.
In lontananza ecco una nave
Una nave da crociera!!
Il piccolo veliero si sente smarrito
di fronte a tanta imponenza!
Certamente non c'è paragone.
Quel bastimento affronterà oceani e mari profondi.
Ma lasciamolo andare per il suo
cammino
e continuiamo a navigare sulla
nostra imbarcazione.
VERSO LA TURCHIA
Partito dall'Italia, il veliero dopo aver costeggiato
la Grecia, raggiunge il Mar di Marmara e quindi ISTANBUL.
Una sosta è doverosa.
La città è assai suggestiva, ricca di tesori
architettonici e di curiosità ambientali.
Il Bosforo e le Isole Principe offrono la possibilità
di belle gite con una barca a vela come il nostro veliero.
La visita si protrae: ci sono troppe cose belle da vedere!
Ma noi non ci soffermiamo più a lungo. Vogliamo
proseguire il nostro viaggio.
Il nostromo scende in cambusa e vi depone le provviste
fatte a terra.
Ora si può salpare cullati da una leggera brezza.
Il cielo è terso e promette navigazione sicura.
I marinai riposano sul ponte, però sempre all'erta.
Ad un tratto un lampo, seguito da un tuono,
non promette niente di buono.
Il vento si fa minaccioso, il mare si increspa,
la pioggia inizia a cadere sempre più fitta.
Un temporale!
Se già sulla terraferma il temporale fa a volte
paura,
figuriamoci sul mare, su un piccolo veliero!
L'imbarcazione si piega a babordo: si teme non regga
alla furia del vento.
I marinai si danno un gran da fare per drizzare la barca.
Alla fine, dopo sforzi inauditi ci riescono,
ma temono che qualche danno abbia colpito la carena.
Il comandante ritiene necessario abbreviare il percorso.
Decide di ritornare verso i mari italiani. Presso il
porto dove era stato sbarcato Armando si fermano per recarsi all'ospedale
e sentire le condizioni del ragazzo
ed eventualmente riprenderlo a bordo con il marinaio
che si era
fermato con lui per assisterlo.
Armando è discretamente migliorato ed i medici
permettono
un suo trasporto sul veliero con la raccomandazione però
di una immobilità assoluta, di tanto riposo fino al prossimo porto.
Dopo una fermata discretamente lunga per le riparazioni
necessarie al veliero e per la presa a bordo di Armando, il veliero riparte.
Naviga verso Nord sul mar Tirreno, costeggia l'Italia,
entra nel mar Ligure e prosegue lungo la costa azzurra.
Un marinaio che conosce bene l'isola, propone di entrare
nel porto di Porquerolles.
Il sole splende nel cielo e il veliero getta l'ancora.
Scendono i marinai
L' isola si presenta in tutto il suo splendore.
Il porto brulica di velieri e altre imbarcazioni
Mentre un veliero percorre ancora le vie del mare
i nostri amici si fermano sulla spiaggia.
La sabbia ha il colore dell'oro ed invita a distendersi
per un meritato riposo.
Anche Armando è con loro e sente che gli ritornano
le forze.
Si stende al sole ed osserva il placido dondolio delle
onde.
L'aria è pura, profuma di eucalipti e rinfranca
i polmoni.
Dopo qualche istante di relax, insieme iniziano
la visita all'isola.
Caratteristico e particolarmente grazioso il villaggio
costituito da case basse dai balconi fioriti che danno sugli eucalipti
della Place d'Armes.
Ci sono negozi, bar, ristoranti e, nella piazza una graziosa
chiesetta
Occorre una fermata ristoratrice ad un bar,
fare alcune provviste nel supermercato
e poi ritornare sul veliero.
Tutti vorrebbero fermarsi qualche giorno in quel piccolo
angolo di paradiso e decidono di pernottare sull'imbarcazione
per continuare la loro esplorazione il giorno successivo.
La permanenza si protrae
per alcuni giorni.
Ci sono troppe meraviglie
da contemplare, da fotografare.
Le passeggiate si susseguono
e offrono sempre nuovi punti di osservazione.
Il tempo però scorre veloce e giunge il momento
di riprendere la rotta verso casa.
A malincuore si torna sul veliero, si salpa e la direzione
è verso la costa ligure.
Ecco Ventimiglia, Sanremo e finalmente Genova.
Qui il veliero si avvicina alla banchina per fermarsi
e dare modo ai marinai ed a tutti i passeggeri di tornare alle loro case.
I saluti sono clamorosi: baci, abbracci, promesse di
ritrovarsi per una prossima vacanza verso altre mete, magari più
lontane.
Armando si rattrista al pensiero di lasciare gli amici
e la navigazione così appassionante, ma anche per lui, completamente
ristabilito, è giunto il momento di tornare a casa.