Era una giornata come tutte
le altre
non c’erano differenze per
Rishia.
Rishia era una ragazza che
frequentava la quarta del liceo linguistico a Tokyo, aveva i capelli lunghissimi
e neri, gli occhi verdi.
Rishia non era contenta della
sua vita ormai vuota, da quando gli erano morti i genitori, ora viveva
dagli zii materni. Solo che in quella casa, c’era il migliore amico di
suo cugino Torishi, che si chiamava Gorushi, era talmente odioso da non
poterlo sopportare, ma ogni tanto, diciamo quasi sempre, era a casa di
Torishi e quando vedeva Rishia cominciava a prenderla in giro, dicendole
che era troppo grassa, che i suoi capelli gli facevano schifo e altre amenità
di questo tipo.
Lei questo non lo sopportava
proprio e quando questa persona era in casa lei si chiudeva nella sua camera.
Purtroppo però doveva
pur mangiare, quindi doveva sopportare le sue amenità contro di
lei per tutta la durata del pasto.
Rishia non capiva solo una
cosa:
come mai Gorushi la prendeva
in giro dal momento che non aveva mai fatto delle brutte figure davanti
a lui.
Tornata a casa da una faticosa
giornata di scuola, sentì un rumore provenire dalla cucina, appoggiò
la cartella sul tavolo del salotto e si avviò furtivamente. Ad un
certo punto sentì una voce che le diceva:
<<
Ciao è da un sacco di tempo che non ti vedo a scuola pensavo che
fossi morta!>>,
lei gli rispose seccata:
<<No,
non lo sono; come vedi sono viva e vegeta, scusa se ti ho disturbato nelle
tue faccende culinarie, ora me né vado>>.
Rishia era già in
camera sua quando si ricordò di aver dimenticato la cartella sul
tavolo.
Prese tutto il coraggio che
aveva e uscì.
Arrivò in soggiorno
aspettandosi un’altra frecciatina da Gorushi, ma non sentì nulla.
Rishia si sentì molto sollevata.
Aprì la porta di camera
sua e gli venne un colpo: Gorushi era entrato in Internet dal suo computer
e stava sfogliando un sito Web.
Rishia era molto arrabbiata
per questo: poteva almeno chiederle di entrare in Internet dal suo computer
e lei glielo avrebbe concesso.
Gli disse gridando:
<<
come ti sei permesso di usare il mio computer e soprattutto di entrare
in camera mia?>>
Gorushi spense il computer
e cominciò a ridere. Rishia s’indispettì ancora di più
e aggiunse:
<<
Se la mia rabbia ti fa tanto ridere, chissà quando io sono felice,
tu muori di risate!>>
Gorushi si bloccò immediatamente
e disse:
<<Sai
Rishia non pensavo di averti offeso così tanto facendo questo
gesto, mi dispiace >>.
Si
alzò e uscì dalla camera.
Rishia rimase molto sorpresa
da quelle parole.
Non pensava minimamente che
Gorushi avesse dei sentimenti, ma si sentì più sollevata.
Quella sera Rishia andò
a tavola senza pensare a ciò che avrebbe detto Gorushi perché
dopo quel pomeriggio, secondo lei, Gorushi aveva capito i suoi errori e
l’avrebbe smessa di prenderla in giro, ma purtroppo non fu così.
Quando Torishi si sedette
a tavola e chiese a Rishia com’era andato il suo ultimo giorno di scuola
non fece tempo ad aprire bocca che Gorushi s’intromise dicendo:
<<
Sapete è tornata a casa stanchissima, dicendo che si era divertita
molto>>,
Rishia controbatté
subito dicendo:
<<Non
è per niente vero la festa a scuola era noiosissima è per
quello che sono rincasata prima e ho trovato quest’individuo molto ambiguo>>.
Rishia in quel momento stava
indicando Gorushi, poi disse:
<<
Se permettete zii me ne vado in camera mia, non mi sento bene scusate.>>
La madre di Torishi chiamò
Rishia dicendo:
<<
Sai, non so se per te è una bella o una brutta notizia, Gorushi
rimarrà con noi per tutta l’estate e verrà in vacanza con
noi. So che non c’è una grandissima intesa fra di voi, ma siccome
tu più che altro lo dovrai sopportare te lo dico fin d'ora!>>
Rishia si girò di scatto
e disse:
<<Sapete
per me non c’è nessun problema l’importante è che non mni
stia attaccato, essendo un amico di Torishi se lo gestisca lui.>>
Gorushi era molto indignato
da quella risposta così distaccata e crudele, ma non ci stette a
pensare.
Quando Torishi gli disse:
<<Senti
Goru: che ne dici di andare a vedere cosa sta facendo mia cugina,
di sicuro sta guardando la televisione nel piccolo salottino che c’è
al secondo piano e le facciamo un bello scherzo.>>