Il serpentello, al suono del piffero,
sollevava il coperchio
e cercava di schizzare fuori, ma
inutilmente!
Un giorno, al pifferaio si unì
un violinista
e zin e zin e zin disturbò il suono del piffero,
tanto che il povero pifferaio fu costretto ad allontanarsi.
Certamente non ne fu contento e pensò di vendicarsi.
Siccome era un pifferaio magico ricorse alla magia.
Andò per le vie del villaggio e incominciò
a suonare una
nenia strana.
All'udire quel suono tutti gli animali uscirono dalle
loro case,
dalle loro tane e anche dai giardini e dal bosco e seguirono
il richiamo di quel suono.
C'erano cani, gatti, cavalli. galli, galline, oche ed
anitre, persino topi grandi e piccini, insomma ogni quadrupede o bipede
ed anche uccelli.
Gli abitanti del villaggio uscirono per le strade e sulle
piazze
per vedere quello spettacolo e non sapevano capirne la
ragione.
Tra gli altri c'era Tonino, un mago da strapazzo,
che non sapeva fare altro però che far uscire
un coniglio dal suo cilindro.
Anche il coniglio di Tonino, liberatosi da quello scomodo
cilindro incominciò a seguire il Pifferaio.
Andatosene il coniglio Tonino iniziò
a far roteare
un'elica tenendola fra due dita e si avvicinò
al Pifferaio per ascoltare
ciò che desiderasse.
Poffi, così si chiamava
il pifferaio, espose il suo problema.
Tonino disse:
Innanzitutto restituiscimi
il mio coniglio, poi vedremo che si può fare.
Poffi comandò al coniglietto
di tornare nel cilindro.
A questo punto Tonino propose:
Mettiamoci insieme e facciamo
uno spettacolo
in comune. Se viene il seccatore
ci penso io.
Così fecero. Ricondussero
alla loro tana tutti gli animali ed iniziarono il loro spettacolo. Non
passò molto tempo ed ecco ricomparire Zirli, il violinista.
I due nuovi amici gli intimarono
insieme:
O te ne vai da un'altra parte
o te la faremo vedere brutta.
E Zirli: Che intendete farmi?
La strada è di tutti e possiamo benissimo convivere e collaborare.
Io con il mio violino, tu con il tuo piffero e tu con le tue acrobazie.
Vedrete che spettacolo ne uscirà!
Poffi e Tonino, che erano in
fondo in fondo due bonaccioni, acconsentirono.
E pif e pif e pif e zirl e zirl
e zirl
serpentello, coniglietto ed
elica roteante
attirarono molta gente e guadagnarono
un sacco di soldi.
Ad un certo punto passò
di lì
un cagnolino scodinzolante.
Era molto grazioso: aveva un collare rosso, ma aveva
perduto il suo padrone.
Rimase con loro e, quando il terzetto finiva lo spettacolo,
passava a raccogliere le offerte del pubblico tenendo un piattino in bocca.
Potete immaginare come erano ammirati!!
Il cagnolino fu chiamato Fufetto ed era molto furbo.
Sapeva riconoscere gli imbroglioni e, come li scorgeva,
si metteva ad abbaiare ed a minacciarli.
La combriccola non era ancora al completo, quando infatti
si unì a loro un trombettiere. Che concerto: piffero, violino, tromba.
Poffi capì di avere fatto bene a non vendicarsi.
I guai cominciarono quando decisero
di dividersi i profitti!
Fecero i conti e Fufetto fu
nominato amministratore.
Il guadagno doveva essere diviso
in parti uguali: erano in cinque.
Fufetto fece le divisioni, ma
subito cominciarono i litigi:
Ognuno pretendeva più
degli altri campando propri diritti.
Poffi si vantava di essere stato
il primo.
Tonino affermava che se non
ci fosse stato lui
nessuno avrebbe avuto la brillante
idea di fare una compagnia.
Zirli riteneva di produrre il
suono migliore con il suo violino.
Trontron, il trombettista ripeteva
il discorso di Zirli.
L'unico che avesse buonsenso
era Fufetto.
Fufetto affermò che non
dovevano litigare, perché ciascuno aveva dato il meglio di sé,
perciò la logica era che il ricavato doveva essere diviso in parti
uguali. Rassegnati, anche se non proprio contenti, tutti accettarono.
La discussione si ripeté
quando ciascuno voleva decidere come spendere i propri denari. Zirli mostrava
il suo mucchietto di soldi e continuava a ripeter che erano troppo pochi
per acquistare qualcosa. Al più potevano bastare per un piccolo
spartito, per una nuova canzone.
Poffi avrebbe voluto acquistare
una nuova cesta per il suo serpentello, dato che quella che aveva era già
piuttosto sciupata, ma costava molto di più del suo denaro.
Tonino voleva una gabbietta
per il suo coniglietto,
ma, con quei pochi soldi non
ce l'avrebbe fatta.
Il trombettiere voleva un cappellino
nuovo e un nuovo costume.
La
storia si faceva triste e fu ancora Fufetto a risolvere il problema:
"Fidatevi
di me - esclamò - datemi tutti il vostro gruzzolo. Mettiamoli
insieme e acquistiamo qualcosa di utile per tutti.
Una
cosa sola, di valore, gradita da ciascuno."
La
proposta non dispiacque, ma le discussioni ripresero
quando
si doveva fare una scelta.
Parlarono
fino a sera, poi finalmente decisero.
Poiché
avevano buon cuore, pensarono di usare la cifra raccolta per aiutare qualche
poveretto. Volle il caso che passasse da quelle parti un vecchietto
con
il suo cane e si fermasse a pochi passi da loro.
Si sedette sulla
panchina tutto mesto e pensieroso.
"Signore, come
mai siete così triste?"
Domandò
Tonino.
"Guardate noi!
Siamo sempre allegri e divertiamo gli altri con
i nostri spettacoli!
Volete parlarci un po' di voi?"
Il vecchietto replicò:
"Sono vecchio
e stanco. Non ho più nessuno al mondo se non questo cagnolino che
è anche lui un po' vecchiotto.
Adesso poi sono
rimasto senza casa e sono costretto
a dormire su
questa panchina. Per ora il tempo è bello,
ma quando sarà
inverno non so se ce la farò..."
I nostri anici
si commossere a sentire una storia così triste.
Si avvicinarono
a lui, fecero una carezza al cane,
che ricambiò
con una leccatina.
Poi si riunirono
per prendere una decisione:
"Dal momento
che il nostro guadagno diviso tra noi
non è
sufficiente per nessuno, diamolo a lui: così oggi potrà sfamarsi."
Detto fatto. Il
vecchietto si dimostrò riconoscente e propose
di unirsi a loro
facendo eseguire qualche semplice esercizio al suo Bill.
Bill si accostò
a Fufetto e fece subito amicizia con lui.
Iniziarono a richiamare
il pubblico suonando i loro strumenti,
mentre i due cani
abbaiavano saltellendo allegramente.
Si radunò
ben presto un gruppo di persone incuriosite
e gustarono lo
spettacolo improvvisato.
Fufetto passò
a raccogliere le offerte e si accorse che erano
state più
generose del solito, anche perché fra il pubblico c'era anche
un elegante signore,
probabilmente ricco.
Infatti questo signore,
che seppero poi essere il sindaco del paese,
si interessò
alla loro storia e, commosso, offrì ospitalità al vecchietto
ed al suo cane in una casa allestita proprio per altre persone in difficoltà.
La gioia di tutti fu grande e non
sapevano più
come dimostrare la loro riconoscenza
al ricco signore.
I cagnolini saltellavano intorno
a lui
e gli altri improvvisarono un allegro
girotondo
battendo le mani per la felicità.
Gli spettacoli continuarono ogni
giorno
ed il ricavato permise a ciascuno
di soddisfare i propri desideri.
La loro bontà fu così
premiata
e la loro amicizia si rafforzò
sempre di più.
La magia del pifferaio si espresse
così
in una formula di generosità
e di buon cuore.