Benvenuti e buon divertimento
Ci troviamo in un paesino della Valle d'Aosta. Prati verdi, cielo azzurro, boschi e, in lontananza ghiacciai innevati. Si sente lontano il richiamo delle marmotte. Il maschio, ritto sulle zampe posteriori, accanto alla tana, avverte la sua famiglia di un pericolo imminente. Ha sentito il passaggio degli uomini che percorrono i sentieri adiacenti.
Elio sta procedendo sul sentiero che conduce verso le rocce. Marco lo ha preceduto ed ora si accinge a salire verso il rifugio.
Stambecchi e camosci avanzano
In una radura fanno bella mostra di sé alcune genzianelle: formano un bel mazzolino!
Aldo è già quasi arrivato in cima. La salita è ardua, ma il giovane è forte e ama il rischio. Vuole arrivare sulla vetta e non sente la stanchezza.
La montagna è insidiosa: non sempre i sentieri sono semplici, percorribili. Ci sono le frane, le valanghe, improvvisi cedimenti di massi gelati, la neve, a volte compatta e occorre farsi strada con attrezzi appropriati. I nostri amici hanno tutti l'attrezzatura adatta: sono previdenti, accorti, ma talvolta non basta. Infatti una comitiva di giovani inesperti si sono azzardati a salire senza le precauzioni del caso e uno di essi è caduto precipitando in un crepaccio per alcuni metri. Aldo è subito andato in soccorso del malcapitato saltando di roccia in roccia e, accorgendosi che non avrebbe potuto aiutarlo da solo, usò il suo telefonino per chiamare collaborazione dalle guardie del paese vicino. Ben presto arrivò un elicottero Il poveretto fu issato a bordo e condotto al pronto soccorso dell'ospedale di Aosta.
In valle d'Aosta non ci sono solo
La situazione atmosferica peggiorò: vento, nebbia, una bufera avvolse il gruppo. Una valanga si staccò dalla cima e precipitò trascinando pietre e arbusti. La comitiva cercò riparo tra le rocce, ma uno di loro fu travolto e coperto da una massa di neve. Disperati i compagni non riuscivano più a vedere l'amico. Il telefonino, a quell'altezza non funzionava. Che fare? La guida mise al riparo in un canalone gli imprudenti e si raccomandò che restassero fermi in attesa del suo ritorno. Con la sua abilità, pratico della montagna, conscio dei pericoli, si avviò verso il rifugio per chiamare aiuto. Fortuna volle che i monaci del colle fossero usciti con i loro cani. La guida li raggiunse e chiese loro aiuto. Senza esitare uno di loro con un cane, si recò sul luogo indicato. Non era facile scorgere l'uomo sepolto dalla neve. Ma il cane, con il suo fiuto formidabile, lo individuò. Si mise a scavare con tutte le sue forze, aiutato dagli uomini. La salvezza era giunta per quel poveretto. Con le membra congelate era più morto che vivo, ma sia il fiato del cane, che le coperte in cui fu avvolto, lo rianimarono.
Appena si riprese, anch'egli, come già era accaduto per un altro alpinista di cui parlai prima, fu portato da un elicottero del soccorso alpino nel più vicino ospedale per ricevere le cure necessarie.
La montagna è bella, riserva tante sorprese piacevoli, ma occorre molta prudenza nell'affrontarla.
Sembrava così facile raggiungere quel bel mazzo lassù in cima!
Lorenzo cominciò ad arrampicarsi, ma ad un tratto gli mancò l'appiglio e precipitò. La fortuna volle che cadde in una zona erbosa, abbastanza soffice. Qualche ammaccatura, un forte spavento e, addio stelle alpine!
Di fatti come questi in montagna ne accadono continuamente, ma se si seguono le regole della prudenza, tutto può procedere bene e permettere di gustare le meraviglie che si offrono ad ogni passo, con paesaggi sempre nuovi, cieli sereni, panorami spaziosi ed incantevoli.
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Mariangela
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