Ero a Brusson in Val d'Ayas nella pineta
arredata per picnic, con panchine di legno.
Giocavo a carte con amici, quando un fruscio
ci distrasse e incuriosì.
Un piccolo scoiattolo,
molto vivace e
abbastanza domestico,
si era avvicinato ad un tavolo
per appropriarsi di alcune
briciole di pane.
Non si spaventò
nel vederci e solo quando fu sazio
salì velocemente
sull'albero da cui era disceso.
Lo chiamammo Furbetto
ed ecco la sua storia.
Furbetto era ancora molto giovane, molto vivace e curioso.
Suo padre non smetteva mai di fargli raccomandazioni:
"Stai attento, il mondo là fuori nasconde tanti
pericoli.
Tu sei imprudente, ti fidi troppo.
Gli uomini poi, cercheranno di catturarti,
di portarti nelle loro case e allora addio corse nel
bosco!"
Furbetto ascoltava serio e rassicurava il babbo.
Nel suo cuore però si sentiva sicuro e continuava
a
correre con gli amici, a saltare, ad arrampicarsi sugli
alberi,
a discendere come una furia per poi risalire, felice
della sua libertà.
Si muoveva con disinvoltura sia tra gli alberi che sul
terreno.
Guai se un altro scoiattolo cercava di entrare nella
sua tana!
Un giorno capitò proprio che, spensierato e imprudente,
si avvicinò troppo a dei ragazzini.
Non tardò molto che uno di loro riuscisse
ad acchiapparlo.
Furbetto lo supplicava piagnucolando di lasciarlo andare,
ma quel furfantello non capiva o non voleva capire.
Addio corse tra gli alberi!
Fu portato in una bella casa, rinchiuso in una stanza,
per fortuna non era in gabbia, ma
a Furbetto non importava nulla delle moine di Ugo,
il bimbo suo carceriere.
Non gli importava nulla del cibo che non gli facevano
mai mancare,
lui avrebbe preferito sceglierselo da solo,
come faceva nel bosco.
Ugo era molto affezionato al suo Furbetto
e non gli faceva mancare niente.
Si era informato su come trattarlo, quali cibi fornirgli.
Così seppe che gli scoiattoli sono golosi di
semi e frutta.
Furbetto era molto goloso di ciliegie, che Ugo gli offriva
dopo aver tolto il nocciolo.
Gli piacevano anche le mele e le pere e tutta l'altra
frutta.
Non parliamo poi della frutta secca: arachidi, noci,
nocciole,
mandorle.
Non disdegnava però anche le verdure,
specialmente le carote, i pomodori e vari tipi di insalate.
Ugo aveva anche trovato in commercio cibi già
preparati
per scoiattoli a base di semi e granaglie.
Non gli faceva mai mancare l'acqua e gliela offriva non
in vaschetta ,
ma con un abbeveratoio a goccia in modo che non si sporcasse.
Certo che il ragazzino aveva molta cura del suo scoiattolino!
Un giorno Ugo uscì
distrattamente di casa:
doveva incontrarsi con
gli amici
per una partita di calcio
Nella fretta dimenticò
di chiudere la porta ,
la lasciò appena
socchiusa.
Furbetto non aspettava
altro:
infilò l'uscio
e corse via più veloce che poteva-
Per strada incontrò
un ranocchio:
"Dove vai così
di corsa?"
gli domandò.
Furbetto disse che non
poteva fermarsi,
che doveva trovare la
sua tana.
Un pulcino, appena uscito
dall'uovo,
gli fece la stessa domanda
ed ebbe la medesima risposta.
Così fece con
tutti coloro che incontrava, anche perché
nessuno sapeva dargli
indicazioni soddisfacenti.
Era il nanetto del bosco!
"Non
disperarti amico mio -disse -
dimmi piuttosto che
vuoi..."
Lo scoiattolino, così
incoraggiato, disse che voleva trovare
la sua casetta, il
suo albero
e descrisse nei particolari
come la ricordava.
"Niente di più
facile! Ti accompagnerò io!"
Furbetto felice
seguì il suo nuovo amico e promise
in cuor suo che,
quando avesse ritrovato la sua tana,
non si sarebbe mai
più allontanato.
Promesse da marinaio,
direte voi, conoscendo il tipo!
Infatti Furbetto
ritrovò la sua tana, ma in quanto a non
allontanarsi....
Già: l'occasione
fa l'uomo ladro.
L'occasione si presentò
un bel giorno con l'invito
di un amico:
"Furbetto, sapessi,
ho trovato un cespuglio con tante bacche rosse,
che sono proprio
un invito a mangiarle.
Vieni con me,
faremo una bella scorpacciata
e poi tornerai
alla tua tana!"
Le bacche rosse erano
davvero gustose e ne fecero una scorpacciata.
Ma....purtroppo la
golosità fu pagata cara.
I due amici ebbero
un gran mal di pancia
e stavano tanto male!
Furbetto ricordò
lo gnomo e provò a chiamarlo
a gran voce:
"Amico mio, gnomo
del bosco, tanto gentile,
ti prego vieni
in mio aiuto!"
A forza di gridare
si sgolò, ma l'omino
sentì e corse
in aiuto del suo amico: ora erano due gli amici.
"Tranquilli, ho
il rimedio per voi.
Vi preparo un
infuso con un'erba speciale e guarirete!
Sappiate però
che a volte il colore rosso può ingannarvi.
Le bacche sembrano
belle e buone, ma invece sono velenose.
Questa volta siete
stati ancora fortunati!"
I due amici ringraziarono
e promisero
di non lasciarsi
più tentare dalla golosità.
Questa volta Furbetto
fece tesoro dei consigli ricevuti
e nel suo cuore si ripeteva:
"Mi chiamo Furbetto,
ma forse non sono
davvero molto furbo
se mi metto sempre nei guai.
D'ora in poi, parola
di scoiattolo,
starò molto
attento agli amici ed ai loro consigli."
Così fece e visse
felice per molti anni per la gioia di tutti.
FINE
Torna alla pagina delle
Fiabe di Cuoricina |
|
Se Vuoi scrivermi...
Mariangela
(Tutti i diritti d'autore riservati a See e Mariangela Vinci)