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L’anatra che imparò a volare


C’era una volta un’anatra che amava molto volare,
ma che aveva un difetto: non ne era capace.

Allora andò dal suo amico Colibrì che le spiegò come avrebbe potuto imparare: bisognava flettere le gambe, aprire le ali e sbatterle velocemente, però prima le consigliò di andare a farsi fare le lastre alle ali per essere sicuri che non ci fossero altri problemi.

Il giorno seguente l’anatra andò dal suo amico medico Condor che le fece le lastre. Il Condor, dopo averle viste, confermò alla povera anatra che aveva un difetto: “C’è un ossicino messo in una posizione sbagliata!” le disse. L’anatra con il suo dolce tono le chiese: “Si può operare?” ed il Condor rispose: “Sì!”

L’anatra, dopo una settimana, era molto felice di affrontare l’intervento, ma proprio il giorno in cui doveva essere operata si impaurì un bel po’.
L’intervento riuscì e per un mese dovette andare dal fisioterapista Finocchio per fare la riabilitazione all’ala.
Finito il mese di terapia l’anatra, molto soddisfatta, andò dal suo amico Colibrì e gli spiegò tutto quello che aveva fatto.
Allora il Colibrì le promise di insegnarle a volare e di buona lena iniziò a spiegarglielo.
Vicino a casa sua c’era uno stagno e tutt’intorno un immenso prato di fiori.


L’anatra provò e riprovò a spiccare il volo una decina di volte nel prato
e alla fine ci riuscì.
Ringraziò i suoi amici Colibrì, Finocchio e il dottor Condor.
Felice e contenta l’anatra imparò a volare e volò più alto di tutti gli altri uccelli.



Passò tanto tempo, trovò un compagno e si sposò, ebbero tre figli diversi l’uno dall’altro che crescendo diventarono sempre più grandi e impararono a volare senza problemi già dalla nascita.
Un giorno mamma anatra era in ritardo per andare a lavorare e presa dalla fretta si schiantò contro la Tour Eifelle.
Cadde e non si mosse più; un’amica la trovò e chiamò gli altri e tutti si precipitarono subito a soccorrerla.
Il dottor Condor disse che era morta, arrivarono il marito ed i figli per fare una veglia funebre all’amata mamma e all’adorata consorte.
Mentre i parenti e gli amici stavano pregando, si sentirono dei rumori strani, tutti i presenti guardarono l’anatra e videro
che era storta mentre prima era dritta nella bara.
Il marito Trikhi notò che apriva gli occhi e muoveva il becco e il dottor Condor vide che si stava alzando in piedi e allora urlò: “È viva!”

I tre figli Qui, Quo, Qua da terrorizzati che erano
restarono con il becco aperto dalla felicità,
fecero una festa perché l’anatra non era morta,
ma era solo svenuta e dopo questo fatto vissero felici e contenti.
* *

Fiaba ideata e scritta da:

Gaia Ballarini,
Nicola Ferrari,
Giulia Grassi,
Davide Pezzotti,
Marco Sonzogni.


 
 
 

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