Il luogo dell'infinità, della complessità e dell'unitàLa Rete delle piccole città è certo fatta di piccole cose, di mille piccoli atti, e iniziative, e operazioni intraprese e da intraprendere con tutta la definita misura di ciò che "viene dal basso" e in qualche modo pretende di ripartire da zero, poiché ciò che si trova davanti è il risultato distorto della prevaricazione della smisurata quantità che è il connotato strutturale della civiltà-progresso contemporanea. E' una rete che raccoglie una infinità di piccoli pesci che animano l'immenso
spazio reale riappropriandosene a dispetto dei grandi pesci da preda che,
occupando con la loro mole vorace acqua aria terra ed anche fuoco, hanno
sempre realizzato finora, e in crescendo, un monopolio vitale atroce e insopportabile.
Ma questa "piccolezza" non è altro che il senso della misura e della complessità:
per cui le piccole cose hanno da essere situate, debbono identificare il
proprio campo nella sua figura radicalmente alternativa. Non sembra ci sia oggi situazione più propria, cioè più adatta a questa reciprocità dinamica tra teoria e prassi, che un territorio in cui l'idea stessa della socialità passa attraverso l'appropriazione personale di ogni rapporto - e fisico e umano: tale è la piccola città. Ma, esemplarmente, non c'è luogo più esposto a rischio di estinzione di questo medesimo territorio. go to |